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Componenti Fnsi 25 Nov 2010

Il programma e le liste de “L’Alternativa” per le elezioni dei delegati al Congresso Fnsi e Asr 25-28 novembre

Pubblichiamo il programma "Cambiare il sindacato, rinnovare il giornalismo" della componente "L'Alternativa" e le liste dei loro candidati al Congresso Nazionale Fnsi e regionale Asr, pervenute oggi al nostro indirizzo di posta

Pubblichiamo il programma "Cambiare il sindacato, rinnovare il giornalismo" della componente "L'Alternativa" e le liste dei loro candidati al Congresso Nazionale Fnsi e regionale Asr, pervenute oggi al nostro indirizzo di posta

L’ALTERNATIVA È ORA DI CAMBIARE!

Contratto: la Fnsi ci ha pagato un caffè! 

L’Alternativa ha sempre contestato – e continua a farlo - i punti principali del contratto siglato con la Fieg dall’attuale dirigenza sindacale, con la responsabilità di tutte le componenti sindacali che hanno sostenuto, o puntellato, l’attuale maggioranza. Un contratto mai veramente cercato per oltre quattro anni e siglato solo nel momento più sfavorevole per la categoria, dopo averci costretto a quindici, inutili, giornate di sciopero. Un contratto decisamente peggiorativo sotto molti aspetti, due su tutti: gli scatti di anzianità sui quali si è finito per cedere pressocché in toto alle volontà degli editori e l’aumento dei minimi, fissato in 265 euro (+15% sul parametro del redattore ordinario con più di 30 mesi) e spalmato su due anni, è ben poca cosa, al netto dell’inflazione del periodo di vacanza contrattuale 2006-2009, durante il quale il costo della vita è salito complessivamente dell’8% (Istat). Si tratta in pratica di 122 euro lordi: 10 euro al mese in più sulla busta paga: la Fnsi ci ha pagato un caffè! Presa in giro finale: il contratto è stato sottoposto a un referendum-farsa, meramente consultivo, in spregio alla mozione proposta da L’Alternativa a Castellaneta (e approvata con 260 voti favorevoli) che sollecitava a sottoporre al vaglio dei colleghi ‘l’ipotesi di accordo sul rinnovo del contratto’. Alla faccia della democrazia!

Prepensionamenti e cassaintegrazione: sempre colpa del lupo cattivo?

Le norme del nuovo contratto rendono i prepensionamenti più facili per le aziende, che possono avere agevolmente accesso allo stato di crisi (l.416/81). Il risultato, sotto gli occhi di tutti, è che gli editori si sono buttati alla grande su queste nuove norme e ora il sindacato si trova a gestire oltre 500 prepensionamenti e cassa integrazioni pagati da una parte dallo Stato, dall’altra dall’Inpgi  e, soprattutto, dai colleghi e dalle loro famiglie. Nonostante ciò i vertici della Fnsi scaricano sempre la responsabilità su qualcun altro: “E’ il governo che taglia i fondi all’editoria”, hanno detto. Ma a trattare con la Fieg, c’era forse il governo o c’erano Siddi e Natale? 

Sindacato unico: NO a una Fnsi che fa politica, di parte e di partito 

La gestione Siddi e Natale è stata caratterizzata anche dall’inasprirsi della faziosità politica’ del sindacato unico dei giornalisti, che già negli anni precedenti aveva raggiunto livelli intollerabili. Abbiamo visto l’Fnsi e l’Usigrai scendere in piazza – accanto alla Cgil, al Pd, all’Italia dei Valori, alla sinistra antagonista e al fantomatico “popolo viola” - nascondendosi strumentalmente dietro l’abusata bandiera di una presunta difesa della libertà di stampa. Li abbiamo visti invocare la democrazia quando è stato sanzionato Michele Santoro, ma non quando Oliviero Beha è stato defenestrato da Bianca Berlinguer; li abbiamo visti sparare contro il Tg1, ma dov’erano quando il Tg3 - pure in netto calo di ascolti - ha candidamente nascosto la notizia che il presidente del Monte Paschi di Siena era indagato per truffa? Abbiamo visto e sentito le proteste contro la presunta ‘macchina del fango’ del Giornale, ma non contro quella di Repubblica. Sono solo esempi, la lista sarebbe lunga… ma il senso è questo: non vogliamo un sindacato politicizzato e a dir poco ‘strabico’!  

A casa i sindacalisti di professione!

Per tutti questi motivi, L’Alternativa auspica che i colleghi stacchino la spina alla dirigenza uscente e la mandino a casa! In modo che dal prossimo congresso escano nuovi vertici: più attenti ai problemi concreti del nostro lavoro, meno ideologici, più pragmatici, più orientati al futuro e che, magari, non siano dei “professionisti del sindacato” che da svariati lustri non mettono piede in una redazione. Ma che, al contrario, abbiano vissuto sulla propria pelle i problemi concreti della professione con cui ci confrontiamo ogni giorno, in uno dei momenti più difficili per la categoria, schiacciata tra antiche e nuove forme di pressione, alle prese con una grave crisi occupazionale, disarmata di fronte a un futuro minaccioso, che proprio per questo richiede ai giornalisti di mettersi in gioco e cavalcare le nuove sfide della professione.

 

PERCHÉ CAMBIARE…CON ‘L’ALTERNATIVA’

 

1) Contratto obbligatorio, minimo garantito.

La crisi dell’editoria, che pure si è fatta sentire, non può essere un alibi per la precarizzazione selvaggia e per sfuggire a una regola essenziale, che sarebbe garanzia di libertà e professionalità per tutti: l’estensione obbligatoria del contratto (almeno per la parte normativa e di tutela) a tutti i giornalisti che svolgono l’attività in maniera continuativa, indipendentemente dalla natura del datore di lavoro. In alternativa, nelle more di questa progressiva estensione, si potrebbe studiare un trattamento economico minimo obbligatorio, non inferiore a quello del redattore < 30 mesi, per le diverse tipologie di contratti esistenti sul mercato, e a prescindere dalla natura del datore di lavoro. Si aprirebbe così un enorme mercato contributivo di cui beneficerebbero le casse di tutti gli organi di categoria.

 

2) Free lance: rispetto del tariffario.

Collaboratori, free lance, contratti atipici, lavoro autonomo: rendere effettivo e vincolante il tariffario già esistente dell’Odg, per le aziende che non lo rispettano e che sforano i tempi di pagamento. Quando i giornalisti sono pagati tre euro al pezzo, quello sì, diventa un pericolo per la libertà di stampa. L’universo dei free lance, che la Fnsi ha sempre snobbato a vantaggio dei contrattualizzati e degli iper-garantiti, deve trovare nel sindacato una sponda amica, con sportelli di ascolto, gruppi di lavoro specifici, tutela legale e sindacale gratuita. I free lance non sono giornalisti di serie B.

 

3) Meno politica, più sindacato.

Fuori i partiti e le ideologie dal sindacato: non si rappresentano e difendono i giornalisti ‘di sinistra, di destra o di centro’, ma tutti i colleghi indistintamente.

 

4) Merito e produttività.

Due parole, due grandi tabù per un sindacato che ha progressivamente impoverito e proletarizzato la categoria. Bisogna invece mettere in campo gli strumenti per aumentare e premiare l’impegno e la capacità: con budget ad hoc, gestiti dai direttori d’accordo con i cdr, si potrebbero motivare i giovani e sottrarre dalla demotivazione i colleghi con maggiore anzianità aziendale che non hanno fatto carriera.

 

5) Casagit: più welfare, meno sprechi.

La Cassa è un organismo autonomo ma di natura sindacale. Dopo i disastri dei bilanci 2006-2008, Casagit si avvia ad essere risanata grazie al sacrificio richiesto ai colleghi (aumento dei contributi, limatura delle prestazioni). Chiediamo che il prossimo attivo di bilancio sia reinvestito nelle voci più ‘deboli’ del tariffario, come l’odontoiatria e le visite specialistiche, e a vantaggio del welfare di categoria (figli minori, famiglie, donne in gravidanza e allattamento, persone non autosufficienti, disabili, anziani). Vanno poi ulteriormente aumentati i controlli sui morosi e sui ‘furbetti del quartierino’ giornalistico.

 

7) Bilanci trasparenti.

Obbligo di pubblicazione dei bilanci Fnsi e delle associazioni di stampa regionali sui rispettivi siti internet, a disposizione di tutti i colleghi che hanno diritto di sapere come vengono utilizzate le loro ritenute sindacali.

 

8) Sindacato unitario? Solo a parole.

Più democrazia interna, più spazio alle voci e componenti di minoranza, alle loro proposte e ai loro valori: il sindacato è di tutti i giornalisti, non può essere appaltato sempre agli interessi dei ‘soliti noti’, sindacalisti di professione. Stabilire l’incompatibilità assoluta tra le diverse cariche degli organi di categoria (Odg, Fnsi, Inpgi, Casagit, Fondo previdenza complementare).

 

9) Giornalisti, un altro sindacato è possibile.

Consideriamo l’unità un valore da difendere. Tuttavia non può trasformarsi in un tabù utilizzato come strumento per permettere alla solita ‘cricca’ di continuare a fare non sindacato, ma altro. La Fnsi va ripensata e riorganizzata. Coloro che hanno la responsabilità di una gestione disastrosa, vorrebbero limitarsi a diminuire il numero dei consiglieri nazionali: il gattopardesco ‘cambiare tutto affinché nulla cambi’. Noi chiediamo invece che si metta in cantiere una modifica statutaria che contempli l’organizzazione del sindacato non solo su base territoriale, ma sulla base della rappresentanza reale dei settori in cui si esprime questa professione: carta stampata, tv, radio, web, agenzie. Se non si avvia subito dopo il congresso di Bergamo una profonda revisione della struttura del contratto, nelle sue parti obsolete e antistoriche, e non si trova la maniera di creare un tavolo davvero rappresentativo, una parte non esigua dei giornalisti Rai, Mediaset, Sky e La7 non accetterà più di partecipare a scioperi per un contratto che non li riguarda, se non in maniera marginale. E anzi, a quel punto la nostra richiesta sarà quella di avere un contratto separato per i giornalisti del sistema radiotelevisivo nazionale.

 

L'Alternativa - cambiare il sindacato, rinnovare il giornalismo

 

LISTA FNSI L'ALTERNATIVA – PROFESSIONISTI

1) Maurizio Pierangelo Tg5
2) Massi Luigi - Gr Rai
3) Monfredi Luigi - Tg1
4) Ferrazzoli Marco - Cus CNR
5) Ghelfi Luciano - Tg2
6) Scoyni Camillo - Uff. Stampa Min. Ambiente
7) Pesciarelli Andrea - Tg5
8) Petraroli Daniele - Cus AMA
9) Signoretti Massimo - Consigliere ODG Lazio
10) Petrecca Paolo - Rai news 24
11) Battistin Cristina - Tg2
12) Carioti Giacomo - Direttore Agenzia Distampa
13) Cavaglià Alessandro Agi - Agenzia Italia
14) Chiocci Francobaldo - ex Il Giornale
15) De Donato Massimo - Isoradio
16) De Jorio Fabrizio - Televideo
17) Forte Sandro - Il Secolo d'Italia
18) Giacomini Stefania - Tgr Lazio
19) Giunta Noemi - Gr Rai
20) Grassi Maria Pia - Adn Kronos
21) Lai Alessia - Rinascita
22) Mbanga Bauna Bohamba Fidel - Tgr Lazio
23) Metalli Leonardo - Tg1
24) Morabito Mauro - Rai Gr Parlamento
25) Pensosi Pierfrancesco - Rai news 24
26) Vulpis Marcel - SportEconomy
27) Corsini Paolo - Gr Rai


LISTA STAMPAROMANA L'ALTERNATIVA - PROFESSIONISTI

1) Ferrazzoli Marco - Cus CNR
2) Petrecca Paolo - Rai news 24
3) Ghelfi Luciano - Tg2
4) Scoyni Camillo - Uff. Stampa Min. Ambiente
5) Pesciarelli Andrea - Tg5
6) Petraroli Daniele - Cus AMA
7) Signoretti Massimo - Consigliere ODG Lazio
8) Maurizio Pierangelo - Tg5
9) Monfredi Luigi - Tg1
10) Massi Luigi - Gr Rai
11) Battistin Cristina - Tg2
12) Carioti Giacomo - Direttore Agenzia Distampa
13) Cavaglià Alessandro - Agi - Agenzia Italia
14) Chiocci Francobaldo - ex Il Giornale
15) De Donato Massimo - Isoradio
16) De Jorio Fabrizio - Televideo
17) Forte Sandro - Il Secolo d'Italia
18) Giacomini Stefania - Tgr Lazio
19) Giunta Noemi - Gr Rai
20) Grassi Maria Pia - Adn Kronos
21) Lai Alessia - Rinascita
22) Mbanga Bauna Bohamba Fidel - Tgr Lazio
23) Metalli Leonardo - Tg1
24) Morabito Mauro - Gr Parlamento
25) Pensosi Pierfrancesco - Rai news 24
26) Vulpis Marcel - SportEconomy
27) Corsini Paolo - Gr Rai


STAMPAROMANA L'ALTERNATTIVA - PUBBLICISTI

1) Bottone Andrea
2) Smordoni Rita

 

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