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Editoria 24 Lug 2007

Il presidente dell'Agcom Corrado Calabrò: “Opportuno un riordino del settore” Franco Siddi: “Il riconoscimento ineludibile del ruolo del giornalista” Carlo Verna (Usigrai): “Innanzitutto l’indipendenza della Ra

È ''opportuno'', un riordino dell'editoria, ''nel segno della semplificazione amministrativa, dell'innovazione tecnologica e dell'intervento sulle strozzature che ne condizionano la distribuzione''. Nella Relazione annuale al Parlamento il presidente dell'Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni, Corrado Calabrò, dedica un passaggio anche alla riforma dell'editoria, alla quale il governo lavora da diversi mesi con il disegno di legge messo a punto dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Ricardo Franco Levi, in procinto di approdare in Consiglio dei ministri.

È ''opportuno'', un riordino dell'editoria, ''nel segno della semplificazione amministrativa, dell'innovazione tecnologica e dell'intervento sulle strozzature che ne condizionano la distribuzione''. Nella Relazione annuale al Parlamento il presidente dell'Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni, Corrado Calabrò, dedica un passaggio anche alla riforma dell'editoria, alla quale il governo lavora da diversi mesi con il disegno di legge messo a punto dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Ricardo Franco Levi, in procinto di approdare in Consiglio dei ministri.

Calabrò è favorevole alla revisione della normativa che regola il settore, pur riconoscendo che ''la stampa appare caratterizzata da assetti di mercato competitivi e da limiti ex ante, tuttora validi, che ne assicurano uno svolgimento pluralistico''. Calabrò non crede alle ''previsioni apocalittiche'' secondo le quali, con l'evoluzione del sistema, i media tradizionali ''saranno soppiantati da nuove forme policentriche di informazione intolleranti a qualsiasi forma di mediazione culturale''. Centrale resterà, a giudizio del presidente dell'Agcom, il ruolo della stampa e del giornalismo professionale come ''fondamentale presidio della vera libertà di informazione, intesa come comunicazione sostanziale''. Per Calabrò, ''il ruolo e la funzione del giornalista permangono con tutta la loro importanza, non solo nei settori tradizionali della comunicazione ma anche dei nuovi mezzi di comunicazione. Il giornalista continua ad essere il mediatore dell'informazione, il primo garante della notizia; e non esistono mezzi tecnologici che possano sostituirlo''. (ANSA) Questo un passo del discorso nella Relazione annuale al Parlamento del presidente dell'Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni, Corrado Calabrò: “Il mutamento profondo realizzatosi nell'ecosistema dei media evoca un cambiamento così radicale da far pensare che i media tradizionali saranno soppiantati da nuove forme policentriche di informazione intolleranti di qualsiasi forma di mediazione culturale. Noi non crediamo a queste previsioni apocalittiche. Il ruolo della formazione culturale, della stampa e del giornalismo professionale è e rimarrà un fondamentale presidio della vera libertà di informazione, intesa come comunicazione sostanziale. Non bisogna confondere infatti la quantità dell'informazione accessibile con il processo di cognizione: quest'ultimo presuppone la capacità di selezionare, ordinare, valutare, elaborare la massa dei dati, finalizzandola a un risultato conoscitivo. Il ruolo e la funzione del giornalista permangono con tutta la loro importanza, non solo nei settori tradizionali della comunicazione ma anche nei nuovi mezzi di comunicazione. Il giornalista continua ad essere il mediatore dell'informazione, il primo garante della notizia; e non esistono mezzi tecnologici che possano sostituirlo. La difesa attiva della libertà d'informazione è un principio fondante dell'Unione europea”. Il Presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Franco Siddi, ha dichiarato: “La consapevolezza della funzione essenziale del giornalista espressa oggi da un’Autorità importante e indipendente come è il Presidente delle Garanzie delle Comunicazioni, Corrado Calabrò, è riconoscimento ineludibile di un ruolo e di un lavoro fondamentale per un corretto sistema dell’informazione, senza distinzioni tra vecchi e nuovi media. La moltiplicazione dei mezzi di comunicazione non cancella ma rende, infatti, più evidente l’esigenza di riconoscibilità, affidabilità, credibilità dell’informazione offerta, che è certificata e garantita quando è espressione di mani intelligenti e di livelli professionali e di responsabilità deontologica ancora più elevati di quelli attuali. Vieppiù, la relazione del Presidente Calabrò merita riflessione severa e rigorosa per quanto riguarda la cultura delle regole. Un Paese democratico è veramente tale e libero se il sistema dell’informazione e il suo mercato sa costruire, sa riconoscere e sa rispettare regole condivise di garanzia. Su questo terreno ci sono da colmare vuoti e da sanare errori e guasti legislativi che incidono sui livelli di pluralismo e sulla reale concorrenza nel mercato dei media, squilibrato dalla prevalenza di quello televisivo, tanto che oggi risultano gravi i moniti dell’Unione Europea (per correggere le storture della legge Gasparri) e non eludibili i richiami del Capo dello Stato. Anche il servizio pubblico radiotelevisivo (lo abbiamo detto più volte spesso da isolati), come rilevato oggi dall’Autorità, deve diventare più efficiente e soprattutto necessita di essere sganciato dalle ingerenze della politica. E, infine, la cultura delle regole da riscoprire e rispettare più che mai si impone per il lavoro, oggi cosi autorevolmente riconosciuto, dei giornalisti, il cui contratto da rinnovare è questione che non potrà essere eternamente elusa, senza conseguenze, dagli Editori della Fieg”. ''Alle autorevoli parole del presidente dell'Agcom Corrado Calabrò si aggiunga il vivo appello dei giornalisti della Rai rivolto a tutti i partiti di maggioranza e di opposizione. Si affronti presto e con volontà positiva la questione dell'indipendenza della Rai dalla politica''. È quanto dichiara Carlo Verna, segretario Usigrai, in un comunicato. ''Il DDL Gentiloni sulla governance del servizio pubblico - continua il comunicato - ha recepito con visione lungimirante le proposte del sindacato e di movimenti e associazioni per un meccanismo di fonti di nomina diversificate della Fondazione, il nuovo organismo che dovrà poi far scaturire il consiglio di amministrazione della Rai. Un modo per sparigliare i giochi da risiko dei partiti, che tanto pesano negativamente sulla cultura di impresa dell'Azienda, indispensabile nella fase di mercato interpiattaforma ormai aperta''. (ANSA)

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