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Editoria 08 Feb 2012

Il Manifesto: liquidazione coatta del giornale Siddi: è la dimostrazione del nostro allarme editoria

''Oltre ai fondi pubblici, abbiamo bisogno in questa fase del sostegno dei nostri lettori. Per questo lanceremo la campagna 1000 per 1000 cioè una donazione di mille euro da parte di mille persone per raccogliere un milione di euro''. Lo ha annunciato il presidente del Cda e storico direttore del Manifesto, Valentino Parlato, in una conferenza stampa convocata all'indomani della notizia sull'apertura della liquidazione coatta amministrativa da parte del ministero dello Sviluppo economico alla quale sono intervenuti tanti colleghi tra cui Paolo Butturini, segretario dell’Associazione stampa romana, Mario Salani presidente di Mediacoop, Beppe Giulietti, portavoce di Articolo21 e responsabili del Slc-Cgil.

''Oltre ai fondi pubblici, abbiamo bisogno in questa fase del sostegno dei nostri lettori. Per questo lanceremo la campagna 1000 per 1000 cioè una donazione di mille euro da parte di mille persone per raccogliere un milione di euro''. Lo ha annunciato il presidente del Cda e storico direttore del Manifesto, Valentino Parlato, in una conferenza stampa convocata all'indomani della notizia sull'apertura della liquidazione coatta amministrativa da parte del ministero dello Sviluppo economico alla quale sono intervenuti tanti colleghi tra cui Paolo Butturini, segretario dell’Associazione stampa romana, Mario Salani presidente di Mediacoop, Beppe Giulietti, portavoce di Articolo21 e responsabili del Slc-Cgil.

''Il giornale nell'ultimo periodo si è addormentato ed ha ceduto copie - ha proseguito Parlato -, per questo ora dobbiamo diventare più aggressivi, lanciare un giornale di lotta''. Parlato ha spiegato che ''ora si apre una gestione commissariale che controllerà tutto. Noi dobbiamo collaborare con il commissario per una ripresa delle vendite, e se questa non ci sarà al commissario non resterà che sciogliere la cooperativa e mettere all'asta la testata''.
In conferenza stampa è stato spiegato che la testata del Manifesto quindici anni fa fu valutata intorno ai 29 miliardi delle vecchie lire. (ROMA, 9 FEBBRAIO -  ANSA) EDITORIA: RANGERI, GIUNTI A ULTIMO MIGLIO NOSTRA BATTAGLIA
''Siamo giunti all'ultimo miglio della nostra battaglia. Pur con la ristrutturazione e i tagli al personale, non riusciamo ad andare avanti senza una parte costitutiva del nostro bilancio che sono i fondi per l'editoria.
Non sarà facile resistere, resistere, resistere, ma prima di farci chiudere faremo il possibile''. Lo ha detto il direttore del Manifesto, Norma Rangeri, nel corso di una conferenza stampa convocata nella sede del quotidiano.
''Qui non c'entra la crisi - ha proseguito - ma la volontà di fare piazza pulita delle voci ascoltate da quattrocentomila lettori. Rischiano di chiudere cento giornali, tra cui anche il nostro che vende ventimila copie. Siamo di fronte ad un doppio attacco: quello della censura del potere e dell'oltraggio del malaffare. Per questo lanciamo la battaglia dell'informazione libera''.
Rangeri ha spiegato che ''se il contributo pubblico fosse stato quello percepito nel 2008, pari a tre milioni e ottocentomila euro, saremmo riusciti a superare questa crisi.
Quel contributo però si è ridotto negli anni ed ora non c'è certezza sul futuro''. Paolo Butturini ha ricordato la battaglia del sindacato dei giornalisti per  impedire la chiusura di decine e decine di testate a causa dei drastici tagli al fondo editoria. “In questo momento rappresento tutto il sindacato dei giornalisti. Il segretario e il presidente Fnsi, Franco Siddi e Roberto Natale, non sono potuti essere presenti alla vostra conferenza stampa perché impegnati in altre città in difesa di altre realtà editoriali in crisi. L’Associazione stampa romana e la Fnsi saranno al fianco dei colleghi de ‘il manifesto’ in tutte le iniziative che insieme vorremo prendere, nella tutela dei colleghi e nella battaglia per sconfiggere questo insopportabile bavaglio al pluralismo dell’informazione”. (ROMA, 9 FEBBRAIO -  ANSA) SIDDI: È LA DIMOSTRAZIONE DELLA VERITÀ DEL NOSTRO ALLARME EDITORIA
''La vicenda del Manifesto dimostra quanto sia fondato l'allarme che abbiamo ripetutamente lanciato nell'ultimo periodo rispetto ai tagli ai fondi pubblici a sostegno del pluralismo dell'editoria''. Lo dichiara il segretario della Fnsi, Franco Siddi. ''Nella storia del giornalismo di idee e del pensiero politico e civile italiano il Manifesto è uno dei punti di riferimento per il confronto civile e democratico - prosegue Siddi -. Occorre che la mano pubblica e tutti i soggetti interessati facciano un esame di coscienza più approfondito sul caso per trovare le strade giuste. E' stato fatto per Radio Radicale ed il Manifesto non è certamente da meno, anzi''. ''Dopo gli impegni presi da governo e Parlamento - conclude il segretario Fnsi - urge ancora di più accelerare la definizione dei fondi aggiuntivi per l'editoria per scongiurare il disastro già evidente dei tagli''. (8 FEBBRAIO 2012 - ANSA) EDITORIA: SIDDI (FNSI), FORTE SOLIDARIETA' A 'MANIFESTO'
''Intendo esprimere da qui una forte solidarietà ai colleghi del quotidiano Il Manifesto''. Lo ha detto Franco Siddi, segretario generale della Fnsi, intervenendo a Reggio Calabria alla Conferenza nazionale, un seminario pubblico, sul tema 'Giornalisti: professione e previdenza, garanzie di libertà', organizzato dall'Ordine e dal Sindacato giornalisti calabresi.
''La decisione dello Stato di ridurre del 50% i contributi pubblici all'editoria rischia - ha aggiunto Siddi – di cancellare i giornali di idee, un asse prezioso per il pluralismo dell'informazione, un bene pubblico. Una realtà formata da cooperative vere e da giornalisti veri che fanno informazione con coerenza e serietà. Il Manifesto, in particolare - ha aggiunto Siddi - da oltre 40 anni alimenta il dibattito ed è fonte del pensiero critico della sinistra italiana, ed è costretto alla chiusura per l'improvviso disinteressamento dello Stato''.
''La crisi va affrontata - ha detto ancora Siddi – pensando che qui non ci sono né privilegi né caste. Che come in tutti i mondi ci sono aree benestanti e ci sono aree, ahimè, di massa che stanno in grande difficoltà. Occorre che il Governo si faccia promotore di un tavolo triangolare con gli editori ed il sindacato dei giornalisti per cercare di individuare i problemi nodali di questo settore e come devono essere affrontati sul terreno anche dell'iniziativa pubblica. C'è bisogno al più presto. Non si può lasciare questo settore - ha concluso Siddi - e non si può assistere da spettatori allo smantellamento ed allo sbriciolamento di questo comparto, come evidenzia, appunto, la crisi dei giornali non commerciali, ma di idee, come il Manifesto''. (REGGIO CALABRIA, 9 FEBBRAIO - ANSA) EDITORIA: GIULIETTI, MONTI PEGGIO DI BERLUSCONI, SE NUOVA FIDUCIA VALUTERO'
NON SOLO ''IL MANIFESTO'', HA CHIUSO ''LIBERAZIONE'' RISCHIANO ALTRE TESTATE
"Non è solo il 'Manifesto' a chiudere, e non sarebbe poco perché è una testata storica di questo Paese che ha contribuito ad alimentare l'articolo 21 della Costituzione e ad alimentare il pensiero critico in Italia". Lo ha detto a Radio Radicale il deputato Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo21.
"Ha già chiuso 'Liberazione', rischiano l''Avvenire', come decine di giornali di tendenza grandi e piccoli. C'è un mancato rispetto dell'appello del presidente Napolitano che appena pochi mesi fa disse anche a questo governo che bisogna pulire il settore ma che non si può consentire la morte di tante voci libere - prosegue Giulietti-. Siamo in presenza di un assassinio che non si fermerà al 'Manifesto'. Sotto questo profilo questo governo sta facendo poco o nulla, forse perfino peggio del governo precedente. Nulla sulla Rai, dove prosegue un porcaio a cielo aperto, l'asta per le frequenze è stata rinviata, ma l'impegno assunto per non far morire decine di radio e giornali sono stati onorati".
"Non si è data risposta alcuna alle richieste del Parlamento.
Per questo Articolo21 aderirà oggi all'assemblea del Manifesto, aderendo alle forme di protesta, anche le più radicali e anche davanti alla sede del governo. Abbiamo chiesto l'immediata convocazione del sottosegretario Peluffo . Per quanto mi riguarda valuterò se dare ancora un voto di fiducia a questo governo'', conclude Giulietti. (ROMA, 9 FEBBRAIO - ADNKRONOS) EDITORIA: CARRA-GIULIETTI, 'SALVA TESTATE' DIVENTI PROPOSTA LEGGE
"Non si può assistere in silenzio al rischio, anzi, alla quasi certezza che decine di emittenti e di giornali della più diversa ispirazione ideale e politica possano essere costretti alla chiusura dalle mancate risposte del governo", dichiarano in una nota congiunta i deputati Enzo Carra e Giuseppe Giulietti. "Per queste ragioni - aggiungono - chiediamo l'immediata trasformazione in un provvedimento di legge del recente ordine del giorno presentato alla Camera dei deputati, sottoscritto da tutte le forze politiche e accolto dal governo". (ROMA, 9 FEBBRAIO - AGI) EDITORIA: MANIFESTO; MEDIACOOP, GOVERNO INTERVENGA SUBITO
''L'avvio della liquidazione del Manifesto è un colpo durissimo al pluralismo e all'idea che si possa produrre informazione autonoma, di qualità, in modo diretto e autogestito da parte dei giornalisti''. È quanto sottolinea in una nota Mediacoop, associazione cooperative editoriali e di comunicazione, che chiede al governo un intervento immediato.
''Senza il Fondo per l'editoria - continua Mediacoop in una nota - questo modello di produzione dell'informazione non controllato dal capitale, non destinato a produrre profitto e non condizionabile dalla pubblicità viene cancellato. E questo accade in un contesto in cui, invece, gli era stata manifestata la massima attenzione da parte del Presidente della Repubblica e lo stesso Presidente del Consiglio aveva dichiarato la sua volontà di sostenerlo, non solo a parole, ma anche accettando l'introduzione, in Parlamento, di una norma che autorizzava il ricorso al cosiddetto Fondo Letta. Ma quello che risulta più sorprendente è che si sia riusciti in poche ore a utilizzare questa via per finanziare Radio radicale e non sia stato possibile, in più di un mese, mettere in sicurezza decine e decine di testate e alcune migliaia di lavoratori; tutto ciò, nonostante la comprensione e l'operativa attenzione mostrata in queste settimane dal Sottosegretario Peluffo''.
Per l'associazione, ''forse si fa ancora in tempo per salvare il Manifesto e le altre testate in difficoltà, ma occorre intervenire subito. Mediacoop chiede al Governo una decisione immediata sostenendo gli emendamenti presentati in Senato ovvero emanando un DPCM, con il quale ricostruire il Fondo per l'editoria, nella dimensione necessaria, attraverso il ricorso al Fondo Letta, come deciso dal Parlamento''. (ROMA, 9 FEBBRAIO - ANSA) EDITORIA: MANIFESTO; ARCI,NON UCCIDERE LIBERTÀ INFORMAZIONE
''In Italia  il pluralismo e la libertà di informazione stanno subendo un colpo pesantissimo.
Non è più sufficiente parlare di 'rischio', come abbiamo fatto per mesi, illudendoci che il fondo per l'editoria, come era stato promesso, venisse almeno in parte ripristinato. Dobbiamo purtroppo prendere atto che la volontà politica di assegnare le risorse indispensabili per consentire a più di cento testate di sopravvivere non c'è'': lo afferma in una nota Paolo Beni, presidente dell'Arci, commentando la notizia dell'apertura della liquidazione coatta amministrativa per il Manifesto.
''Hanno già chiuso giornali locali, ha chiuso Liberazione, e il Manifesto - dice Beni - si trova in una situazione difficilissima, forse la più drammatica della sua storia pur travagliata. La nostra democrazia, già così malconcia, non può permettersi di perdere una voce che va considerata parte fondamentale del suo patrimonio storico e che ha rappresentato negli anni, per più di una generazione, un punto di riferimento politico, civile e culturale''.
''Il Governo non può aspettare. Deve intervenire adesso, in queste ore, dando seguito agli ordini del giorno approvati dal Parlamento, all'appello del Capo dello Stato, agli interventi dei sindacato dei giornalisti e di tutti coloro, associazioni o singoli cittadini, che da mesi denunciano gli effetti perversi dei tagli al fondo per l'editoria su un diritto costituzionalmente sancito. Ci auguriamo che intorno alla vicenda del Manifesto si determini la più ampia solidarietà, che si levi un'indignazione diffusa, che finalmente il Governo adotti quelle misure indispensabili per consentire a questo giornale e alle altre testate in crisi di continuare a vivere'' conclude il presidente dell'Arci. (ROMA, 9 FEBBRAIO - ANSA) EDITORIA: PD, SALVARE IL PLURALISMO
''Il Manifesto non può essere lasciato morire. E, con il Manifesto, non possono essere costrette al silenzio oltre cento testate locali, diocesane, cooperative, non profit, di partito e di opinione. Non possono essere persi oltre quattromila posti di lavoro tra giornalisti e poligrafici''. Lo dichiarano in una nota Matteo Orfini e Francesco Verducci, del dipartimento Cultura e Informazione del Pd.
''Il governo intervenga subito. Sostenga -chiedono gli esponenti del Pd- la ricostituzione del fondo per l'Editoria, così come indicato dal Parlamento. Avvii la riforma del settore colpendo sprechi e malaffare, e mettendo in condizione i giornali di idee non commerciali a continuare a vivere. In queste ore, nella disattenzione generale, rischia di consumarsi una pagina nera per la democrazia italiana. Gli effetti dei tagli di Tremonti stanno arrivando a segno e sarà un colpo irrimediabile per il pluralismo e la libera informazione nel nostro Paese''.
''Per nessuna ragione -proseguono Orfini e Verducci- possono essere voltate le spalle alle sorti delle voci di partiti, associazioni politiche, culturali, sociali, religiose, di comunità territoriali; voci autentiche del Paese reale che rappresentano fasce sociali, categorie, cittadinanza attiva. Il presidente Monti intervenga. Tenga fede -concludono- all'impegno preso di sostenere i giornali 'veri', come previsto dalla Costituzione e sollecitato con forza dal presidente della Repubblica''. (Roma, 9 febbraio - Adnkronos)

 

EDITORIA: VENDOLA, C'È BISOGNO DEL MANIFESTO. MONTI SI MUOVA
"Il Manifesto è stato ed è uno dei protagonisti dei momenti belli e di quelli meno belli della storia della sinistra italiana. In un momento come questo, in cui assistiamo al tramonto di Berlusconi ma dove non è ancora chiaro dove il nostro Paese andrà a finire, tra gli scossoni della crisi economica e sociale, nel degrado morale, tra le pulsioni populiste, quelle tecnocratiche, quelle liberiste, in un Paese in cui fa fatica ad affermarsi il bisogno di alternativa e di una stagione di aria nuova c'è bisogno dello spirito acuto, controcorrente, curioso, esigente e anche scomodo del Manifesto". È Nichi Vendola, presidente di Sinistra Ecologia Libertà, a scriverlo in un messaggio di solidarietà al quotidiano Il Manifesto. "Cari compagni e care compagne della redazione - conclude - il Manifesto ha bisogno di noi e ci siamo. Ma noi abbiamo bisogno del Manifesto, come di tutte le altre voci dell'informazione libera che rischiano di rimanere strozzate. Ci uniamo al vostro appello: il governo Monti si muova. Le forze di centrosinistra attualmente in Parlamento si facciano sentire". (Roma, 9 febbraio - AGI) OGGI CONFERENZA STAMPA DELLA COOPERATIVA EDITRICE
IL MANIFESTO: LIQUIDAZIONE COATTA DEL GIORNALE
IL MINISTERO DELL'ECONOMIA AVVIA LE PROCEDURE
Il ministero per lo Sviluppo economico ha avviato la procedura di liquidazione coatta amministrativa della cooperativa editrice Il Manifesto. Lo rende noto il collettivo del quotidiano, spiegando che sarà lanciata una campagna straordinaria a sostegno del giornale, che resterà in edicola.La decisione di non opporsi alla procedura indicata dal ministero si è resa inevitabile dopo la riduzione drastica e retroattiva dei contributi pubblici per l'editoria non profit.
Nonostante le promesse di intervento fatte dal presidente del consiglio Mario Monti e l'esplicita richiesta in tal senso del presidente della Repubblica, a oggi nessuna soluzione e' stata trovata''. La cooperativa editrice ha convocato una conferenza stampa nella sede di via Angelo Bargoni 8 a Roma per domani 9 febbraio alle 14. (8 FEBBRAIO 2012 - ANSA)

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