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Editoria 11 Ott 2011

“Il Governo dia a Bonaiuti i soldi per la riforma e non sia complice di un disastro”

“Il Sottosegretario Bonaiuti ha rappresentato oggi alla Camera realisticamente il quadro di criticità e di interventi necessari perché il settore dell’editoria torni ad essere motore di sviluppo e ha anche indicato alcuni indirizzi d’intervento significativi in favore di occupazione professionale e separazione fiscale tra i valori commerciali dei contenuti editoriali e quelli dei gadget.

Il Sottosegretario Bonaiuti ha rappresentato oggi alla Camera realisticamente il quadro di criticità e di interventi necessari perché il settore dell’editoria torni ad essere motore di sviluppo e ha anche indicato alcuni indirizzi d’intervento significativi in favore di occupazione professionale e separazione fiscale tra i valori commerciali dei contenuti editoriali e quelli dei gadget.

Ma ciò che manca sinora è l’impegno reale del Governo per una riforma che non si può fare senza soldi e che corrisponda a un disegno strategico e di sistema. Bonaiuti, con responsabilità, sta impostando un lavoro concreto, ma se il Governo non se ne farà carico, sarà complice di un disastro e la responsabilità sarà politica dell’esecutivo. 
I tempi brevi entro i quali il  Sottosegretario vuole concludere il processo tecnico-consultivo con le parti sociali, per un aggiornamento della legge quanto più possibile condiviso, corrispondono all’esigenza di un’emergenza reale che  rischia, altrimenti, di portare alla chiusura un centinaio di imprese editoriali in cooperativa, no profit e di idee e di mettere in pericolo la specialità della stampa italiana all’estero, con la perdita complessiva di quattromila posti di lavoro.
Ecco perché  agli indirizzi giusti non possono non corrispondere poste di bilancio giuste e adeguate. L’affermazione di Bonaiuti che, allo stato delle cose, “soldi non ci sono e non siamo in grado di stamparli”, può essere veritiera in relazione alla condizione dei conti pubblici, ma non è in grado assolutamente di sostenere scelte riformiste. Al Governo è chiesta un’assunzione collegiale di responsabilità e coraggio. Va abbandonata la tragica scelta dei tagli lineari di spesa per prendere, invece, la strada della selezione degli interventi sulla base di obiettivi strategici. L’editoria e l’informazione professionale non possono non stare entro questa linea, se davvero c’è una qualche azione a favore dello sviluppo. E il Governo abbia il coraggio di applicare un’aliquota di imposta sulla pubblicità televisiva, per recuperare i fondi necessari e fare un minimo di giustizia dell’attuale squilibrio pubblicitario.
Il rigore nell’assegnazione di contributi deve diventare ancora più stringente. Consistenza reale dell’attività editoriale, organizzazione imprenditoriale e soprattutto occupazione professionale devono essere i parametri da privilegiare per qualsiasi forma di sostegno pubblico in stretta relazione alla corretta applicazione della disciplina del lavoro per il settore e al rispetto degli obblighi sociali; sia per i dipendenti sia per i lavoratori autonomi, spesso precari. La nuova legge, quindi, deve contenere un chiaro obiettivo di lotta al precariato giornalistico e ai fenomeni di elusione fiscale e di evasione contributiva.
La Fnsi concorrerà ulteriormente al confronto a Palazzo Chigi, con serietà e concretezza.”

EDITORIA: BONAIUTI, NON CI SONO TEMPI LUNGHI E SOLDI PER RIFORMA

"Adesso c'è il problema di trovarci di fronte alla questione più importante: parlare di riforma dell'editoria significa parlare di tempi lunghi per la realizzazione e noi non li abbiamo, perché tuttora non so – ma lo saprò a giorni - quello che il Tesoro riterrà di tagliare alla presidenza del Consiglio e agli altri ministeri, e a quel punto la riforma serve a poco". Lo ha detto Paolo Bonaiuti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all'editoria, durante l'audizione - poi aggiornata ad altra data - in commissione cultura alla Camera. "Quando la situazione è difficile si deve operare in fretta - ha detto il sottosegretario -, cercando di tagliare ma senza per questo punire voci di importanza fondamentale per quel princpio della diffusione della cultura e delle idee". I paletti di riferimento sono due: occupazione e vendite. "Serve un meccanismo di sfrondamento, e dopo la consultazione del tavolo generale si può passare ai singoli tavoli (diffusione, vendita, eccetera). Un meccanismo che impedirà di considerare prodotti editoriali quelli che vengono aggregati ai periodici e godono di privilegi di cui il periodico stesso non beneficia. E poi ricordiamoci che siamo sotto l'attacco feroce del web".
Bonaiuti ha citato anche l'I-phone, sostenendo che "per il 75-80 per cento quello che consultiamo proviene da giornali e periodici" ed ha richiamato l'esigenza, forse, di una norma-Google che possa aiutare il quotidiano. È intervenuto un solo commissario, Giuseppe Giulietti, del Gruppo Misto, il quale ha chiesto se corrisponda a verità che per il 2011 sia previsto un calo di 81 milioni di euro dei contributi diretti dal fondo dell'editoria, e Bonaiuti si è impegnato a rispondere in occasione della prossima audizione. Inoltre Giulietti ha chiesto se sia ipotizzabile un ripensamento delle regole del sistema distributivo e se si pensi ad uno stralcio per la questione contributi, oltre a informazioni sulla cosiddetta 'tassa di scopo', quella derivante dagli introiti per la vendita di frequenze. (Roma, 11 ottobre - AGI)

NUOVI APPUNTAMENTI LA PROSSIMA SETTIMANA. CORSA CONTRO IL TEMPO
FNSI: "APPREZZABILE LO SFORZO DEL SOTTOSEGRETARIO BONAIUTI
MA SIAMO ALL’ULTIMA CHIAMATA PER CENTINAIA DI TESTATE"
FARE IMMEDIATAMENTE CHIAREZZA SULL'EROGAZIONE DEI FONDI

“E’ apprezzabile la volontà del Sottosegretario all’editoria, Bonaiuti, di riavviare un confronto serrato tra le parti sociali per la riforma della legge di settore, ma occorre chiarire prima quali siano le risorse disponibili. Se saranno confermati drastici i tagli dei fondi per il sistema industriale dell’informazione, un centinaio di testate rischieranno la chiusura e quattromila persone il posto di lavoro.
La Fnsi, disponibile fino in fondo al confronto, come già ha fatto nella prima riunione a Palazzo Chigi, non potrà considerare riforme le buone intenzioni e non darà mai alcuna copertura a operazioni di bilancio decise fuori da una logica di sviluppo e di sistema come avvenuto finora. Servono scelte coraggiose e nette che comincino a rompere, per esempio, lo squilibrio del mercato pubblicitario se si vuole contenere la spesa pubblica non solo per quanto riguarda i contributi ma soprattutto per quanto riguarda gli oneri per gli ammortizzatori sociali che una crisi indotta dalle assenze dello Stato può far precipitare rapidamente. La Fnsi nei giorni scorsi ha avanzato una proposta in cui chiede risposte precise al Governo: introdurre una tassa sulla pubblicità delle televisioni per creare un fondo a sostegno dell’editoria che si misuri sui parametri dell’occupazione e della diffusione; operazione possibile anche con manovre sull’Iva dei prodotti allegati.
Altre proposte di razionalizzazione sono sul Tavolo e note al Sottosegretario Bonaiuti, sia per la qualificazione professionale, che per la lotta al precariato, gli interventi di socialità per il lavoro autonomo, un welfare attivo per l’occupazione, la distribuzione dei media, la trasformazione industriale e lo sviluppo.
Nessuna riforma può partire con l’idea che, a prescindere, si riducono gli obblighi finanziari dello Stato per sostenere un bene pubblico come l’informazione e soprattutto il pluralismo e l’occupazione professionale. La tolleranza zero verso operatori non chiari o abusi va confermata, ma l’eventuale risparmio di risorse da questo genere di interventi non va sottratta al settore e deve essere ripartita tra chi fa le cose secondo le regole.
I fondi vanno assicurati primariamente alle cooperative e alle società non commerciali impegnate sul terreno della diffusione delle idee plurali e a sostegno dell’occupazione che ne garantisce professionalmente la qualità, tra i media italiani e quelli degli italiani all’estero (per i quali i parametri dovranno essere specifici).
Prima si definisce il quadro e poi si valutano le risorse necessarie e su queste il Governo sarà chiamato a fare scelte strategiche.
C’è certamente il nodo della crisi finanziaria e dei conti pubblici ma la logica dei tagli lineari è insopportabile. Serve subito la certezza sulle risorse per la fase di transizione che si apre, perché altrimenti qualsiasi intervento avverrebbe a “babbo morto”.
Gli appuntamenti del Sottosegretario in Parlamento, chiamato nei prossimi giorni a riferire alla Camera, saranno la prima cartina di tornasole per valutare se davvero c’é la determinazione per una riforma che non sia solo fatta di annunci. Siamo all’ultima chiamata.” Roma 5 ottobre

RIUNITO A PALAZZO CHIGI TAVOLO SU CRISI DEL SETTORE
CORSA CONTRO IL TEMPO PER SALVARE TESTATE E POSTI DI LAVORO

L'''urgente'' problema dell'editoria è stato al centro di una riunione alla Presidenza del Consiglio. All'incontro, durato quasi quattro ore, hanno preso parte tutti i rappresentanti del settore.
Un comunicato della Presidenza del Consiglio, diffuso al termine del tavolo, annuncia che ''i rappresentanti della filiera degli editori, dei giornalisti, degli edicolanti, dei distributori, dei poligrafici, delle varie categorie sindacali si ritroveranno già la prossima settimana con il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti, assieme al Capo del Dipartimento Informazione e Editoria, Elisa Grande, nel quadro di una serie di incontri previsti in rapida successione''. (Roma 5 ottobre - ANSA)

 

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