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Contratti 27 Set 2008

Il Coordinamento delle associazioni regionali di stampa per un sindacato di servizio: tutelare i colleghi che difendono il posto di lavoro, rinnovare il contratto nazionale per rilanciare la centralità del lavoro giornalistico

Il Coordinamento delle associazioni di stampa per un sindacato di servizio è al fianco dei colleghi de La7, del Gruppo Gruner und Jahr e delle altre redazioni impegnati a contrastare disegni aziendali che mirano a scaricare sul lavoro politiche editoriali non sostenute da adeguati e credibili piani industriali.

Il Coordinamento delle associazioni di stampa per un sindacato di servizio è al fianco dei colleghi de La7, del Gruppo Gruner und Jahr e delle altre redazioni impegnati a contrastare disegni aziendali che mirano a scaricare sul lavoro politiche editoriali non sostenute da adeguati e credibili piani industriali.

Il contesto nel quale si calano le vertenze dei colleghi che lottano per contrastare piani aziendali di riduzione degli organici che si vorrebbero imporre senza alcuna procedura negoziale sono parte dello stesso disegno che in questi anni ha teso ad impedire il rinnovo del contratto nazionale di categoria. Sconfiggere tale disegno, rinnovando il contratto nazionale di lavoro, non diminuirà ma accrescerà anche l’efficacia delle iniziative tese ad opporsi alle riduzione di organico e rilanciare la centralità del lavoro giornalistico. E’compito del sindacato sostenere le vertenze in atto con ogni mezzo. Tale sostegno sia rafforzato dall’urgenza di incalzare gli editori italiani perché senza ulteriori indugi lavorino a raggiungere un’intesa per innovare il contratto nazionale della categoria. La mancanza di un quadro di riferimento rende più difficile la difesa dei diritti e la valorizzazione del lavoro dei giornalisti italiani. Ma l’assenza di un quadro normativo capace di confermare il ruolo dei giornalisti e l’autonomia della professione rischia di mettere a repentaglio anche la capacità del sistema di reagire alle pressioni indotte dalle trasformazioni del mercato dell’informazione e dalla crisi economica. E’ urgente perciò rinnovare il contratto nazionale traendo le conclusioni di una lunga ricognizione negoziale. Fiutata l’aria, è urgente investire sul futuro di una professione che sollecitata a raccogliere la sfida del cambiamento sappia sfidare la propria controparte, la costringa a non ostinarsi in un atteggiamento di chiusura che ha ostacolato la creazione di valore per inseguire il miraggio di potere cancellare regole e diritti. Voltare pagina è necessario. Il contratto, un contratto che serva ai giornalisti e al sistema dell’informazione, è possibile. Gli editori non coltivino l’illusione di potersi sottrarre al confronto senza assumere la pesante responsabilità di fare arretrare con la qualità dell’offerta di informazione non solo il mercato delle loro aziende ma anche un diritto fondamentale dei cittadini.

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