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Associazioni 27 Gen 2009

Il Coordinamento delle associazioni di stampa per un sindacato di servizio interviene sulla Casagit: "Provvedimenti sbagliati che fanno pagare alle famiglie gli errori dei vertici della Cassa"

Il Coordinamento delle Associazioni di stampa per un sindacato di servizio, pur non mettendo in discussione in alcun modo l’autonomia decisionale del Consiglio di amministrazione della Casagit, che ha deliberato la manovra di rientro dal deficit di bilancio 2008, ribadisce il giudizio negativo già espresso in tutte le sedi (anche dai fiduciari e nell’assemblea generale dei delegati) sul prelievo a carico delle famiglie dei giornalisti italiani.

Il Coordinamento delle Associazioni di stampa per un sindacato di servizio, pur non mettendo in discussione in alcun modo l’autonomia decisionale del Consiglio di amministrazione della Casagit, che ha deliberato la manovra di rientro dal deficit di bilancio 2008, ribadisce il giudizio negativo già espresso in tutte le sedi (anche dai fiduciari e nell’assemblea generale dei delegati) sul prelievo a carico delle famiglie dei giornalisti italiani.

Allo stesso tempo esprime gravi perplessità sull’intero impianto della manovra, che non pone come prioritario il controllo dei centri di spesa che hanno generato la crisi, limitando l’intervento alle enunciazioni o comunque a provvedimenti di superficie. Numerose associazioni di stampa e alcuni amministratori della cassa sanitaria integrativa avevano già nel 2007 messo in guardia la Presidenza sull’andamento dei conti proponendo interventi strutturali sulle convenzioni, i ricoveri, i poliambulatori, i colleghi residenti all’estero e su altri elementi di criticità. Sorda ad ogni consiglio e richiamo anche dall’interno, la Presidenza non ha voluto intervenire seriamente e in profondità, quando ancora era possibile, portando la crisi ad un livello di guardia tale da costringere il Cda ad approvare misure drastiche e impopolari dettate dall’emergenza. In sostanza la Casagit ha socializzato le perdite, dovute ad errori di gestione, sulle famiglie che dovranno versare un contributo per salvare la cassa. Un contributo permanente che comunque non garantirà un futuro tranquillo per i conti della Casagit perché non incide strutturalmente sui centri di spesa che ne hanno generato la crisi. Le decisioni inique di un Cda comunque non unanime, non cadranno solo sulle famiglie, ma anche sulle Associazioni di stampa che fanno sportello e servizio territoriale e che saranno costrette a supportare decisioni che non condividono. E i primi sintomi di una generalizzata protesta già ci sono. Ci auguriamo che il vertice che verrà eletto dall’assemblea della Casagit a giugno 2009 sappia mettere al riparo l’istituto e quindi la categoria già sotto tiro, da sbandate di questo genere, anche compiendo scelte radicali. Felice Salvati, portavoce del Coordinamento delle Associazioni per un Sindacato di servizio (Abruzzo , Basilicata, Liguria, Molise, Puglia, Trentino Alto Adige, Valle D’Aosta, Veneto). Roma, 27 gennaio 2009

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