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Editoria 29 Dic 2007

I fratelli Cipriani lasciano la direzione di "E Polis". Se ne vanno anche molti editorialisti

Con un editoriale apparso sul numero odierno di "E Polis" il condirettore Gianni Cipriani ha annunciato l'addio al quotdiano. Nello stesso editoriale Cipriani annuncia anche l'addio del fratello Antonio, direttore della testata

Con un editoriale apparso sul numero odierno di "E Polis" il condirettore Gianni Cipriani ha annunciato l'addio al quotdiano. Nello stesso editoriale Cipriani annuncia anche l'addio del fratello Antonio, direttore della testata

Questo l'editoriale firmato da Gianni Cipriani: "Il mio addio sofferto al 'miracolo' E Polis" "Nella vita di un giornalista ci sono articoli che non si vede l'ora di scrivere, articoli che si preferirebbe non scrivere e articoli che non vorremmo mai scrivere. Questo editoriale di oggi avrei preferito non scriverlo, perchè è quello con il quale mi congedo da E Polis. Una scelta non piacevole. Diciamo pure dolorosa, perchè un'esperienza come quella fatta in questo giornale non può essere racchiusa solo nell'espressione 'lavoro', ma in un insieme molto più ampio e più composito di sensazioni e sentimenti propri di quelle stagioni di profonda condivisione. Mesi nei quali un giornale locale si è trasformato in un network di 15 testate, tutte molto apprezzate. Più dai lettori che dall'establishment. E tuttavia da settembre - ossia da quando ho preso la decisione di andarmene dopo aver garantito la transizione post-crisi - non ho mai avuto un ripensamento, nonostante, lo dico senza retorica, in E Polis lascio una parte della mia anima. Sulle ragioni molto si è detto, talvolta si è cercato di speculare. Non ci voglio tornare per non annoiare i lettori. Posso solo dire che non mi considero una persona adatta a tutte le stagioni, nè appartengo alla categoria di coloro i quali, pur di mantenere una poltrona, sono capaci di qualsiasi capriola e compromesso con la propria identità. Con il cambio di proprietà ho considerato esaurita la mia stagione e ne ho tratto le conseguenze. Tutto qui. In maniera lineare e senza retropensieri. Alla nuova proprietà, tuttavia, voglio dare atto di essere intervenuta in un momento di grave difficoltà del giornale e di averlo fatto ripartire. Garantendo in tal modo molti posti di lavoro, che sarebbero irrimediabilmente andati perduti. Lo stesso editore, in questi mesi, ci ha lasciato lavorare in piena autonomia anche se - immagino - le nostre idee non sempre collimavano con le sue. Lo ringrazio per questo e anche per aver cercato, con garbo, di dissuadere me e mio fratello Antonio dal nostro proposito di andarcene. Vorrei dire, infine, che in E Polis ho incontrato persone straordinarie. Dal più anziano dei giornalisti, al più giovane dei collaboratori, passando per gli editorialisti e tutte le lavoratrici e i lavoratori. Senza di loro questo miracolo non sarebbe mai stato possibile. Li ringrazio uno ad uno di cuore. A tutti loro e a tutti i lettori auguro un sereno 2008 di pace. Buona fortuna". Con l'annunciato cambio di direzione alla guida di E Polis, anche quaranta editorialisti lasciano il giornale: lo spiegano le stesse firme - da Vauro Senesi a Ennio Remondino, da Mario Morcellini a Nicola Tranfaglia, da Silvia Garambois a Ritanna Armeni - in una lettera aperta ai lettori. "In questi anni, mesi e anche in queste settimane", si legge nella lettera, "abbiamo espresso le nostre idee liberamente, non solo senza censure, ma anche senza pressioni o suggerimenti esterni. Che non avremmo comunque accettato. Ci siamo sentiti parte di un progetto innovativo e libero, di cui abbiamo condiviso idealità e valori. Mentre tanto ci si preoccupa - giustamente - dei destini dell'informazione e dei gravi rischi cui la libertà di stampa è sottoposta, noi abbiamo potuto praticarla su queste pagine. L'attuale direzione l'ha garantita e vogliamo oggi riconoscerle pubblicamente il merito. Il direttore Antonio Cipriani e il condirettore Gianni Cipriani hanno deciso di lasciare il timone di questo giornale, considerando esaurito il loro ruolo. Ne prendiamo atto, non senza rammarico, ma con piena comprensione. Con ciò anche il nostro ruolo si conclude su queste pagine". (ANSA)

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