I documenti fondamentali della vertenza in atto

I documenti fondamentali
della vertenza in atto

Roma, 30 ottobre 2002 La Federazione Nazionale della Stampa Italiana comunica: “La Giunta della Federazione Nazionale della Stampa ha deciso che lo sciopero generale dei giornalisti, già proclamato, si svolgerà sabato 16 novembre prossimo. La data è la prima utile, determinata dal rispetto della legge sulla regolamentazione del diritto di sciopero nei servizi pubblici (e quindi anche nella Rai) che prevede un tentativo di conciliazione obbligatorio entro cinque giorni e un successivo periodo di preavviso di dieci giorni. Le modalità dell’astensione dal lavoro dei giornalisti di tutti i settori saranno precisate nei prossimi giorni in relazione alle riunioni già previste. La Federazione della Stampa è costretta a chiamare i giornalisti italiani all’azione sindacale dopo l’interruzione del negoziato con la Federazione Italiana Editori Giornali sui temi della previdenza, dell’occupazione e della qualità dei prodotti informativi. La Fieg, in due lunghe riunioni, ha continuato a pretendere un abbattimento delle sanzioni previste per le aziende che non pagano i contributi previdenziali, un contenzioso accertato di oltre 60 milioni di Euro. Un condono che si tradurrebbe in un regalo agli editori se non vi fossero precise misure che garantiscano il futuro previdenziale dei giornalisti, a cominciare da un aumento dei contributi a carico delle aziende. Gli editori sarebbero disposti ad accettare aumenti contributivi solo se questi fossero caricati integralmente sul costo dell’imminente rinnovo contrattuale biennale, a scapito degli aumenti retributivi. La Fieg respinge quindi una intesa complessiva che preveda anche la modifica della limitazione del cumulo tra pensione e reddito da lavoro e l’erogazione di una integrazione straordinaria in favore dei giornalisti pensionati; una posizione alla quale si aggiunge una richiesta esplicita di pesanti modifiche al sistema previdenziale, ben oltre quelle proposte dall’Inpgi, fino all’introduzione per i giornalisti del meccanismo di calcolo contributivo secco che ridurrebbe fortemente le pensioni. La Fieg, nella trattativa con la Fnsi, ha minacciato inoltre di chiedere lo stato di crisi per l’intero settore dell’informazione mettendo a rischio l’occupazione e sostenendo che la richiesta di attivazione dei prepensionamenti e della cassa integrazione non deve più essere subordinata ad accertati dati negativi dei bilanci, come prevede l’attuale legislazione. Gli editori hanno lasciato intendere che alle richieste di tagli occupazionali in alcune importanti aziende se ne aggiungeranno altre nelle prossime settimane. Gli editori , ancora, hanno respinto la richiesta dei giornalisti di estendere il Fondo di Previdenza Complementare della categoria alle colleghe ed ai colleghi freelance; inoltre hanno giustificato le iniziative di alcune aziende contro l’attività sindacale dei giornalisti ed il ruolo della professione. La Fnsi denuncia questo disegno della Fieg che rappresenta un attacco all’autonomia e ai diritti della categoria. Un attacco che in molte aziende si è già tradotto in iniziative che hanno dequalificato il prodotto informazione, anche attraverso l’utilizzo del lavoro nero e precario e di service esterni. I giornalisti difendono pertanto il diritto dei cittadini ad avere una informazione di qualità, pluralista e corretta. Il Sindacato dei giornalisti, proprio in questi giorni, affronta, insieme alle altre organizzazioni dei lavoratori, tante gravi situazioni aziendali che mettono in pericolo l’occupazione, l’autonomia e la qualità dell’informazione. La Giunta della Federazione della Stampa informerà il Governo delle proprie ragioni nell’incontro con il Ministro del Lavoro, Roberto Maroni, previsto per oggi, ma slittato a domani mattina per impegni parlamentari.” Roma, 31 ottobre 2002 La Federazione Nazionale della Stampa Italiana comunica: “La Giunta della Federazione della Stampa ha avuto stamane un incontro al Ministero del Lavoro con il sottosegretario Pasquale Viespoli, in assenza del Ministro Maroni impegnato nella riunione del Consiglio dei Ministri. L’incontro, pur rappresentando l’avvio di un confronto a tutto campo con il Governo sui problemi della categoria, non ha modificato le ragioni che hanno indotto il Sindacato dei giornalisti a proclamare lo sciopero del 16 novembre contro l’attacco della Federazione degli Editori alla previdenza e all’occupazione dei giornalisti. Il rappresentante del Ministero ha ricordato che gli editori hanno fatto ricorso al Tar contro la delibera dello stesso Ministero che riconosce piena autonomia dell’Inpgi, anche nella definizione delle sanzioni per le violazioni contributive ed ha rilevato che sugli aumenti contributivi le parti sociali hanno la piena libertà di decidere. Il Sottosegretario Viespoli, ciononostante, ha manifestato la disponibilità ad accertare le condizioni per un incontro tra le parti che, sbloccando i problemi previdenziali, possa consentire anche un sereno avvio della stagione del rinnovo del contratto economico biennale dei giornalisti. I rappresentanti della Federazione della Stampa hanno chiesto che la contribuzione Inpgi sia estesa a tutti i giornalisti, in particolare ai colleghi degli uffici stampa della pubblica amministrazione in attuazione della legge 150, ed a coloro che svolgono attività giornalistica in base alla legge sul lavoro interinale. Su entrambe queste questioni il Ministero ha espresso una disponibilità positiva attraverso la definizione di atti amministrativi e legislativi chiarificatori. Il Sindacato dei giornalisti, che ha informato il Ministero della difficile situazione occupazionale, ha nuovamente espresso preoccupazioni per alcuni contenuti del disegno di legge delega sull’occupazione e il mercato del lavoro. In particolare il provvedimento approvato alla Camera, e che ora torna al Senato, prevede norme che ampliano la possibilità per le aziende di stipulare contratti atipici anche a carattere occasionale, accessorio e a prestazioni ripartite; modificano il sistema di tutele in caso di cessione di ramo di azienda; introducono una delega al Governo per il riordino delle funzioni di vigilanza e ispezione degli Enti previdenziali. Resta aperta la questione dello stralcio relativo alle deroghe temporanee all’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori e all’arbitrato. La Fnsi ha chiesto un immediato chiarimento sulle conseguenze che una parte della legislazione sul lavoro potrà avere per la categoria dei giornalisti. Il Sottosegretario ha annunciato che il Sindacato sarà consultato nella fase di definizione dei decreti attuativi.” 9 novembre 2002. ANSA - ''Scioperiamo il 16 novembre contro il sistema delle imprese che sta attaccando in maniera brutale l'occupazione dei giornalisti, la qualità del prodotto e la previdenza della categoria con motivazioni incomprensibile e con un'aggressività senza precedenti''. Lo ha affermato, a Milano, il segretario generale della Fnsi Paolo Serventi Longhi a margine del Premio Cronista 2002. ''Lo sciopero però - ha proseguito il segretario - à anche per la libertà d'informazione. Lo à perché gli editori stanno comprimendo questa libertà attraverso un tentativo di ridurre la dignità della professione giornalistica e perché pezzi di leggi e di legislazione sul fronte del lavoro e della comunicazione non vanno nella direzione di allargare la pluralità e il pluralismo dell'informazione''. ''Scioperiamo per la libertà d'informazione - ha detto ancora Serventi Longhi - perché si tenta spesso da parte delle istituzioni, di pezzi della magistratura, delle forze di polizia talvolta, di limitare il diritto di cronaca, il diritto-dovere dei giornalisti di fare informazione corretta e il diritto dei lettori di avere garantita un'informazione completa e corretta''. ''Questo significa - ha concluso il segretario della Fnsi - che su tutti questi temi si à aperta una grande vertenza sull'informazione che probabilmente non si concluderà con una giornata di sciopero. L'astensione di sabato prossimo è una prima iniziativa. La Giunta si riunirà il 12 per decidere le modalità dello sciopero e potrà prendere in esame le fasi successive che potrebbero a questo punto svilupparsi con altre giornate di sciopero nel mese di dicembre. Spero che i colleghi comprendano che questo à un momento decisivo e quindi aiutino il loro sindacato ad ottenere un successo per lo sciopero''.