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Alcuni momenti del seminario
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Ucsi 01 Mar 2018

'I cinque anni di pontificato di papa Francesco', il cardinal Bassetti in Fnsi: «Giornalisti, seminate grano buono»

Il presidente della Cei si è soffermato sul ruolo e sui valori del giornalismo durante l'incontro organizzato nella sede del sindacato dall'Ucsi Lazio. Con lui anche il segretario generale Raffaele Lorusso, la presidente dell'Odg Lazio, Paola Spadari e il presidente del Cnog, Carlo Verna.

A (quasi) cinque anni da quel «Buonasera» con cui si presentò ai fedeli riuniti in piazza San Pietro per la 'fumata bianca', la Federazione nazionale della Stampa italiana ha ospitato un seminario sul primo lustro di pontificato di Francesco. L'incontro, organizzato dall'Ucsi Lazio, è stato anche l'occasione per una riflessione sul giornalismo e sul rapporto fra il pontefice e i giornalisti.

«Il vostro è un ruolo fondamentale per la società. In quanto giornalisti, siete chiamati a rispettare a raccontare la verità, ad aiutare con il vostro lavoro le persone alle quali sono destinati i messaggi, a far crescere la loro dignità. In questo senso avete una missione evangelica», ha osservato il presidente della Cei, cardinale Gualtiero Bassetti, incalzato dalle domande del presidente dell'Ucsi Lazio, Raffaele Luise.

Il presidente dei vescovi ha poi voluto indicare ai giornalisti tre spunti di riflessione, racchiusi in tre parole: serietà, sobrietà e analisi. «Serietà – ha spiegato – che vuol dire amore per la verità. Sobrietà, una parola tanto bistrattata nella società attuale fatta troppo spesso di urla ed eccessi. E analisi, perché penso che una delle caratteristiche più importanti del lavoro dei giornalisti sia proprio approfondire, indagare. Ben vengano allora inchieste e approfondimenti, purché si attengano sempre al rispetto della dignità umana».

Quando questi tre principi vengono coniugati insieme, ha concluso il cardinal Bassetti, «penso venga fatto un buon lavoro anche nel raccontare papa Francesco. Se invece si preferiscono il pettegolezzo e i titoli strillati si fa un pessimo servizio, perché si semina zizzania. Giornalisti, seminate grano buono. Abbiate lo scrupolo dell’onestà».

Una sintesi del lavoro giornalistico che era stata anticipata dal saluto introduttivo della presidente dell'Ordine dei giornalisti del Lazio, Paola Spadari, che ha ricordato le parole pronunciate dal pontefice il 22 settembre 2016 durante incontro con consiglieri dell'Ordine nazionale e presidenti regionali: «Giornalisti amate la verità, lavorate con onestà e rispettate la dignità umana».

Principi che il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso ha ripreso e accostato ai temi che il papa affronta nei suoi discorsi: la lotta alle diseguaglianze, la povertà, gli ultimi, il valore dell’accoglienza, ma ha anche quello che è il dramma della nostra società, il dramma del lavoro. «A Genova, qualche mese fa, papa Francesco ha parlato del lavoro come 'ricatto sociale' e non più come occasione di riscatto sociale», ha detto Lorusso.

«Noi riteniamo – ha proseguito – che il lavoro debba tornare ad essere elemento di coesione sociale mentre oggi non è così. Oggi c’è una frattura tra chi il lavoro ce l’ha e chi no. Siamo grati al pontefice per la sua attenzione costante al mondo del lavoro e ai lavoratori e per la forza con cui denuncia i pericoli insiti in una società sempre più ingiusta e diseguale. E per il suo invito a illuminare le periferie del mondo, anche quelle sociali e culturali, che deve essere uno degli obiettivi di chi svolge la nostra professione».

Temi ripresi anche nella seconda parte del seminario, con la tavola rotonda dal titolo 'Una primavera, cinque anni dopo. Un bilancio in prospettiva' cui hanno partecipato con Raffaele Luise, il presidente del Cnog, Carlo Verna, i giornalisti Raniero La Valle e Marco Politi, il direttore di Rai Vaticano, Massimo Milone.

@fnsisocial

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