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Governo 07 Mar 2009

Gsgv: " Da fine novembre anche per i giornalisti scatterà l'aobbligo della posta elettronica certificata"

Molti però i dubbi da chiarire sui soggetti del giornalismo che dovranno adeguarsi a questa nuova norma - La legge parla infatti genericamente di "professionisti iscritti in albi ed elenchi istituiti con legge dello stato" - Il problema dei pubblicisti - Unica certezza l'obbligatorietà per i giornalisti professionisti che esercitano, partita Iva, la libera professione

Molti però i dubbi da chiarire sui soggetti del giornalismo che dovranno adeguarsi a questa nuova norma - La legge parla infatti genericamente di "professionisti iscritti in albi ed elenchi istituiti con legge dello stato" - Il problema dei pubblicisti - Unica certezza l'obbligatorietà per i giornalisti professionisti che esercitano, partita Iva, la libera professione

Entro la fine di novembre tutti i professionisti iscritti in albi ed elenchi istituiti con legge dello Stato, giornalisti compresi, dovranno dotarsi obbligatoriamente per legge di un indirizzo di "posta elettronica certificata" o di un altro sistema di comunicazione con caratteristiche analoghe. La norma ( vedi art.16 http://www.parlamento.it/leggi/09002l.htm ) fissata in un primo tempo dal decreto "anticrisi" approvato dal Governo nell'autunno dell'anno scorso, è stata ora riconfermata e trasformata in legge. L'obbligo scatterà più precisamente dal prossimo 29 novembre perché, al momento del varo del provvedimento, il Governo ha fissato in un anno esatto il tempo per permettere ai professionisti di adeguarsi a questa nuova disposizione. Le imprese invece avranno tre anni di tempo. L'uso della posta elettronica certificata ( Pec) sostituisce il fax e la raccomandata, "Rr" compresa, e dovrebbe permettere, soprattutto alla pubblica amministrazione e pure ad altri enti ed associazioni come i nostri organismi di categoria, notevoli risparmi. Idem ovviamente anche per imprese e liberi professionisti che potranno utilizzare questa soluzione per spedire e ricevere fatture e tutti gli altri documenti di una certa rilevanza a costi praticamente quasi azzerati. I professionisti interessati da questa nuova norma, non solo dovranno dotarsi di un indirizzo Pec attivandolo - costo tra i 5 e i 25 euro annui - presso uno dei molti gestori certificati esistenti, ma dovranno poi comunicarlo ai loro Ordini o Collegi di appartenenza dove, sempre per legge, devono intanto essere stati costituiti degli appositi elenchi con gli indirizzi di posta elettronica certificata dei loro iscritti, la consultazione dei quali, dice la norma, "avviene liberamente e senza oneri" anche se "l'estrazione di elenchi di indirizzi " è consentita invece "alle sole pubbliche amministrazioni per le comunicazioni relative agli adempimenti amministrativi di loro competenza". Uno degli aspetti più interessanti, ma pure meno rassicuranti per via della mancanza di quelle garanzie che solo la lunga esperienza assicura, è che l'Italia è il primo paese europeo ad aver introdotto per legge la posta elettronica certificata. Nel caso specifico di noi giornalisti, l'applicazione pratica di questa legge configura però da subito una intricata serie di dubbi connessi alla corretta individuazione dei soggetti tenuti alla Pec obbligatoria. In primo luogo c'è infatti da capire bene a quali specifiche figure si riferisce la legge quando parla ( art.7 ) di " professionisti iscritti in albi ed elenchi istituiti con legge dello Stato". Nessuna incertezza ovviamente sul fatto che hanno l'obbligo di posta elettronica certificata tutti i colleghi giornalisti professionisti che esercitano la libera professione: quelli cioè che, con tanto di partita Iva, dichiarano i propri redditi nel quadro RE del modello Unico. Le complicazioni e le incertezze da chiarire a fondo sorgono invece quando ci si chiede se, tra questi "professionisti" indicati nel provvedimento del Governo, sono da considerarsi, o meno, tutti gli iscritti all'Odg senza alcuna distinzione , oppure se solo i giornalisti professionisti, o invece se, come per i colleghi professionisti della libera professione, l'obbligo Pec riguarda pure i pubblicisti configurati a livello fiscale come liberi professionisti. Insomma anche qui in primo luogo torna di nuovo al pettine soprattutto il nodo della natura anomala dell'Albo del nostro Ordine nel quale, anche se in elenchi ben distinti, convivono in parallelo due figure di natura giuridica totalmente differenti : i giornalisti professionisti e i pubblicisti. I primi, come sappiamo, che in base alla legge sull'ordinamento professionale esercitano in modo esclusivo la professione di giornalista e i secondi che, sempre secondo la stessa legge, svolgono invece più semplicemente attività giornalistica continuativa e retribuita in parallelo ad altre professioni o mestieri. Siamo perciò certi che entrambe queste realtà del giornalismo siano assimilabili, ai fini di questo nuovo obbligo di legge, alle figure giuridiche definite dal legislatore come "professionisti"? Le risposte non tocca darle per certo a noi del Gsgiv dell'Alg. Non ne abbiamo certamente né l'autorità e neppure la competenza. Le abbiamo perciò chieste, richieste e sollecitate, a partire dai primi giorni del dicembre scorso, ai vertici del Consiglio Odg della nostra regione, l'organismo istituzionale che, per noi lombardi, dovendo per legge provvedere poi alla gestione dei nostri stessi elenchi di indirizzi Pec, dovrà presto, tra le altre cose, cominciare pure a dare informazioni certe anche direttamente ai singoli colleghi . Per ora però, pur essendo stati rassicurati che prima o poi i nostri quesiti troveranno adeguate risposte, siamo purtroppo ancora al punto di partenza. Il silenzio su questo tema, comunque, non grava totale solo sulla Lombardia. Per ora infatti, salvo notizie a noi sfuggite, nessun chiarimento è stato fatto anche su altri fronti regionali. Silenzio da tomba pure dall'organismo che sicuramente, anche in questo caso, è il più autorevole e pure il più direttamente deputato a fare chiarezza per conto di tutti : l'Ordine nazionale dei giornalisti. Saluti, Amedeo Vergani, presidente Gsgiv dell'Alg Milano, 6 marzo 2009

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