'Gli anni del Male 1978-1982 – Quando la satira è diventata realtà' è il titolo della mostra, in programma dal 26 ottobre 2019 al 6 gennaio 2020 al WeGil di Roma, la cui presentazione si terrà venerdì 25 ottobre (ore 11), che ripercorre i cinque anni di vita della storica rivista satirica. L'esposizione è promossa dalla Regione Lazio e organizzata da ManaFilms, in collaborazione con LazioCrea, e curata da Angelo Pasquini, Mario Canale, Giovanna Caronia e Carlo Zaccagnini, in collaborazione con 'Vincino' Gallo, ha ottenuto il patrocinio della Fnsi ed è realizzata in collaborazione con Rai Teche, Istituto Luce Cinecittà e Radio Radicale.
«Il Male – anticipano gli organizzatori – è stato la quintessenza del giornale cartaceo. Un giornale da esposizione. Un giornale illustrato da uno straordinario gruppo di disegnatori: da Andrea Pazienza a Vincino, da Sergio Angese a Roberto Perini, da Jacopo Fo a Tanino Liberatore, da Stefano Tamburini a Carlo Cagni. Il Male è stato anche lo specchio di un'epoca straordinaria per l'Italia, un'epoca di grande creatività ma allo stesso tempo di eventi terribili che hanno segnato il lavoro satirico del giornale: gli Anni di piombo tra le BR e l'omicidio Moro, il terrorismo nero, gli attentati, gli omicidi di stato, il delitto Pecorelli, la mafia, Andreotti, Sindona, Ambrosoli e la P2».
In mostra le gigantografie di quei 'falsi' dissacranti che, assieme a disegni per l'epoca altrettanto scandalosi, hanno reso famoso il giornale, ma hanno causato anche denunce e processi: «Il Male – commentano ancora gli organizzatori dell'esposizione – è stato forse il periodico più denunciato e sequestrato dal dopoguerra».
La mostra racconta poi i famosi happening del Male attraverso foto, video di repertorio e l'esposizione del 'busto di Andreotti', eseguito in marmo su disegno di Angese e di Vincino, alcune colossali caricature d'autore e una ricca raccolta di disegni originali.
Infine, una riproduzione della redazione fa rivivere l'atmosfera del giornale, «come se un'animata riunione fosse da poco terminata, tra macchine da scrivere, fogli accartocciati, pennarelli, portacenere colmi e pezzi di pizza, e l'ultimo ad uscire avesse appena spento la luce», conclude l'invito alla conferenza stampa di presentazione della mostra.