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Componenti Fnsi 26 Gen 2010

Giornalisti Uniti: "Siamo sconcertati e allibiti dalla presa di posizione del Presidente dell'Ordine Del Boca nei confronti dei vicesegretari della Fnsi Daniela Stigliano e Luigi Ronsisvalle"

La presa di posizione del Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti in relazione a dichiarazioni fatte dai vice segretari della Fnsi, Luigi Ronsisvalle e Daniela Stigliano durante due assemblee di precari e freelance in Sicilia sull’accesso e sullo stato della professione, sono sconcertanti e lasciano allibiti.

La presa di posizione del Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti in relazione a dichiarazioni fatte dai vice segretari della Fnsi, Luigi Ronsisvalle e Daniela Stigliano durante due assemblee di precari e freelance in Sicilia sull’accesso e sullo stato della professione, sono sconcertanti e lasciano allibiti.

Se l’Ordine, anziché fautore di libertà e indipendenza dei giornalisti, ambisce a diventare censore delle opinioni che il suo vertice non gradisce, siamo ad una svolta assolutamente non condivisibile, sicuramente non accettabile da quanti sono impegnati sindacalmente e si riconoscono nello spirito unitario e di rinnovamento di  Giornalisti Uniti,  per un riformismo serio, attento agli scenari di cambiamento, alla concretezza della difficile realtà del lavoro giornalistico. Questo tipo di svolta, che traspare dalle parole dal massimo vertice dell’Ordine nazionale attuale è tale da portare all’inutilità dell’Istituto, che invece dovrebbe essere centrale e di carattere universale in quanto ha il dovere di essere organismo giurisdizionale garante dell’Albo e della deontologia professionale.
La professione oggi è in crisi identitaria profonda. Richiede uno sforzo consapevole di tutta la categoria e dei dirigenti chiamati a rappresentarla, ai quali è chiesto uno serio impegno di ricerca e di coesione sui caratteri essenziali di una riforma avanzata (a partire dal progetto dello stesso Cnog), proponendo intanto testimonianza viva, a partire dai propri comportamenti, della capacità di andare oltre le dispute formalistiche, caratteriali o di antica presa di parte. Lo sforzo richiesto è in direzione di un recupero di credibilità, partendo dalla riforma dell’accesso, dal rigoroso accertamento di qualità attraverso processi di formazione adeguati e dalla revisione numerica e funzionale degli organi derivati da base elettiva. Obiettivi, questi, per i quali serve una nuova legge e insieme una svolta interna.
Attaccarsi ad alcune affermazioni sulla qualità dell’accesso attuale, giudicata da tutti insoddisfacente nelle sue diverse articolazioni e sulla situazione del mercato di lavoro giornalistico, che ha confini assolutamente limitati, significa distorcere la verità dei fatti per motivi strumentali o interesse di parte. Ciò è gravissimo tanto più quando arriva da voce ufficiale dell’Ordine, chiamata invece, per funzione più di ogni altra, a promuovere un giornalismo fondato sulla verità sostanziale dei fatti e sulla lealtà nel rapporto con i cittadini e fra i colleghi. Esercitarsi in un’operazione di questo tipo significa continuare a promuovere illusioni e a prendere in giro i colleghi, specie i più giovani e i precari.
Dire che non c’è possibilità di lavoro per 1200/1300 persone all’anno – tanti quanti sono diventati annualmente i nuovi professionisti, come hanno affermato Ronsisvalle  e Stigliano – è una dura verità, nient’altro che la verità, con cui occorre fare i conti e non demagogia elettorale di basso profilo. E a fronte di altro 1000 nuovi giornalisti professionisti  che l’Ordine certifica ogni anno, il turn over della professione, è di appena due centinaia di unità, mentre la crisi – solo nell’ultimo anno - porta a 700 prepensionamenti.
L’Ordine conosce questa situazione e, a prescindere dalle logiche del consenso e della gestione interna, vuole occuparsene in maniera coerente e agganciata alla realtà?  O vuole agire da corpo separato, che cerca  legittimazioni che non può avere (né per legge, né per delega) in altri ambiti. Può essere l’Ordine centro di confusione e di divaricazione? Per noi no!
Il vertice dell’Ordine anziché misurarsi con  i problemi veri, a giudizio di Giornalisti Uniti, da qualche tempo propone tesi di inaudita faziosità cercando di rigirare le  carte dei problemi e di  procrastinare un futuro tipico da professionisti d’ apparato che non ci vedrà mai consenzienti.
Giornalisti Uniti su questo punto continuerà il proprio impegno ogni giorno accanto ai colleghi, nei luoghi di lavoro e, ahimé, nei “non luoghi”, per la tutela dei loro diritti, per evitare che siano abbagliati da falsi miti, senza truccare le carte, vivendo dentro e non fuori i loro problemi. La polemica politicante non ci ha mai interessato e tantomeno la seguiremo ora.
Chi vuole andare su questa strada – vertici o no dell’attuale dirigenza ordinistica – lo faccia ma sappia che ci vedrà sempre da un'altra parte.
Per Giornalisti Uniti resta primario sostenere e consolidare il disegno idealmente e concretamente riformatore  che svolge, con la maggioranza della Fnsi, per una categoria che sappia vivere correttamente il presente,  affrontare con rigore i tempi difficili della crisi  e del cambiamento del sistema dell’informazione e del lavoro professionale perché i presidi di libertà, di autonomia e di tutela dei diritti possano funzionare con trasparenza e vera partecipazione democratica.
Giornalisti Uniti
Componente sindacale della Fnsi 

 

@fnsisocial