“La professione del giornalista svolge un ruolo sempre più rilevante e complesso all'interno della nostra società, soprattutto ora che di informazione siamo letteralmente sommersi, perché quantità e rapidità delle informazioni non garantiscono in nessun modo la loro qualità”. Così il presidente del Senato, Pietro Grasso, intervenendo al convegno ‘I mezzi di informazione a sostegno della legalità. La stampa a garanzia di trasparenza, legalità, contrasto alla corruzione’, organizzato dalla Federazione italiana editori giornali e dalla Federazione concessionarie pubblicità.
“Per questo - aggiunge Grasso - oggi è necessario insegnare
a tutti i lettori, non solo ai più giovani l'importanza del saper distinguere
tra le diverse fonti informative: guardando al sistema dell'informazione di un
Paese, e in primis al suo effettivo pluralismo, possiamo farci un'idea del suo
tasso di democrazia. Poter accedere a fonti d'informazione numerose e diverse
tra loro è una precondizione affinché i cittadini possano esercitare con
consapevolezza il diritto alla partecipazione della gestione della cosa
pubblica”.
“Anche la stampa è un potere, e come ogni potere ha diritti, doveri, limiti e
responsabilità”, ha poi commentato il presidente del Senato citando una frase
di Joseph Pulitzer: “Un'opinione pubblica bene informata è la nostra corte
suprema. Perché ad essa ci si può sempre appellare contro le pubbliche
ingiustizie, la corruzione, l'indifferenza popolare o gli errori del governo;
una stampa onesta è lo strumento efficace di un simile appello”.
“Il ruolo dei giornali” nello scoprire e denunciare la corruzione “è
fondamentale: spesso sono i cronisti a scoprire le irregolarità nei bandi o il
taglio 'sartoriale' di alcuni di essi, sono le inchieste giornalistiche ad
accendere i riflettori su alcuni scandali e a diventare la base per le
successive indagini della magistratura”, ha affermato ancora il presidente
Grasso.
“Andando oltre - ha proseguito la seconda carica dello Stato - si può trovare
un ruolo ancora più importante: ci sono comportamenti che non si configurano
come reato, ma che sono moralmente ed eticamente molto discutibili: in questi
casi è solo grazie alla stampa che tali azioni possono emergere ed essere messe
alla valutazione dei lettori e quindi dei cittadini. Aiutare a costruire una
coscienza collettiva attenta, severa ed equilibrata, è un compito delicato e
importante”.
Grasso ha quindi ricordato che "tanti giornalisti in Italia, decisamente
troppi, sono stati minacciati o in modo subdolo attraverso cause e querele
temerarie o più direttamente in modo violento”.