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Unione Europea 04 Nov 2013

Giornalisti francesi uccisi a sangue freddo da terroristi in Mali Erano colleghi esperti, volevano intervistare capo Tuareg

Uccisi a sangue freddo da un gruppo di terroristi: a raccontare le modalità della morte di Ghislaine Dupont e Claude Verlon, i reporter di Rfi nel Mali ritrovati senza vita a Kidal, è stato il ministro degli Esteri francese Francois Fabius intervenuto sull'emittente radiofonica. "Uno dei due è stato colpito da due proiettili, l'altro con tre - ha detto Fabius - e i killer sono stati proprio coloro contro cui combattiamo, i gruppi terroristici che si oppongono alla democrazia e alle elezioni". Dupont, 57 anni e Verlon, 55, erano entrambi considerati esperti del Mali. In particolare la giornalista aveva passato nel continente 27 anni dopo essere stata assunta da Rfi nel 1987.

Uccisi a sangue freddo da un gruppo di terroristi: a raccontare le modalità della morte di Ghislaine Dupont e Claude Verlon, i reporter di Rfi nel Mali ritrovati senza vita a Kidal, è stato il ministro degli Esteri francese Francois Fabius intervenuto sull'emittente radiofonica. "Uno dei due è stato colpito da due proiettili, l'altro con tre - ha detto Fabius - e i killer sono stati proprio coloro contro cui combattiamo, i gruppi terroristici che si oppongono alla democrazia e alle elezioni". Dupont, 57 anni e Verlon, 55, erano entrambi considerati esperti del Mali. In particolare la giornalista aveva passato nel continente 27 anni dopo essere stata assunta da Rfi nel 1987.

Fabius ha spiegato che i corpi dei giornalisti sono stati ritrovati due ore dopo la morte da una pattuglia militare francese a circa 12 chilometri a est di Kidal, giacenti vicino a una macchina. I giornalisti avevano chiesto di essere portati lì dalle truppe della missione francese che però avevano rifiutato e avevano allora accettato un passaggio da un convoglio delle Nazioni Unite. L'obiettivo dei due era quello di intervistare un portavoce del gruppo separatista Tuareg Movimento nazionale per la liberazione di Azawad (Mnla). (PARIGI, 3 NOVEMBRE - AGI/AFP)

MALI: OMICIDIO REPORTER FRANCESI, UNA DECINA DI FERMI NEL NORD

In Mali sono state fermate una decina di persone nell'ambito delle indagini per l'assassinio, sabato scorso, di due giornalisti francesi di Radio France Internationale, Ghislaine Dupont e Claude Verlon. Lo ha riferito una fonte della gendarmeria a Gao, il principale centro abitato nel nord del Paese. Secondo i media d'Oltralpe, gli arrestati sono nelle mani delle truppe francesi.  (BAMAKO, 4 NOVEMBRE - AGI/AFP)

MALI: MINISTERO ESTERI FRANCIA CONFERMA, UCCISI 2 GIORNALISTI

Il ministero degli Esteri francese ha confermato che due giornalisti francesi sono stati uccisi nel nord-est del Mali poco dopo essere stati rapiti da un gruppo di quattro uomini armati. Le vittime lavoravano per Radio France Internationale (Rfi) e si chiamavano Ghislaine Dupont e Claude Verlon. I due giornalisti erano partiti martedi' dalla capitale Bamako alla volta di Kidal, la città dove sono stati sequestrati.
"Pochi minuti dopo l'inizio di un inseguimento dei rapitori, siamo stati informati che i corpi dei due giornalisti sono stati trovati crivellati di proiettili fuori città", ha affermato Paul-Marie Sidibe, prefetto della città di Tinzawaten. Un funzionario del gruppo separatista tuareg Mnla ha confermato che i due cadaveri sono stati trovati fuori Kidal, mentre una fonte della sicurezza maliana ha riferito che i due giornalisti sono stati uccisi a 12 chilometri dalla città.
I due giornalisti erano stati rapiti nel centro della città. Al momento del sequestro avevano un appuntamento di lavoro alla Malian Solidarity Bank (Bms). Kidal, circa 1.500 chilometri a nord-est di Bamako, vicino al confine algerino, è una delle principali roccaforti dei tuareg ed è la città dove' è nato il Movimento nazionale di liberazione dell'Azawad (Mnla). Dupont, giornalista specializzato sull'Africa, lavorava con Rfi da diversi anni ed era già stato Kidal, dove aveva coperto le elezioni presidenziali di luglio/agosto.
La giornalista Ghislaine Dupont, 51 anni, e il suo cameraman Claude Verlon, 52, avrebbero dovuto intervistare un portavoce dell'Mnla. Ma secondo alcuni media locali i loro sequestratori parlavano proprio la lingua tuareg. Secondo alcuni media francesi i due sono stati strangolati, secondo altri decapitati. Il presidente Francois Hollande ha espresso la sua "indignazione per l'atto atroce" e ha convocato una riunione dei ministri del suo governo. (PARIGI, 2 NOVEMBRE - AGI/REUTERS/AFP)

MALI: ESERCITO FRANCESE, NESSUN CONTATTO CON RAPITORI GIORNALISTI

Non ci sono stati contatti tra l'esercito francese e i rapitori dei due giornalisti uccisi nel nord del Mali. Lo ha precisato un portavoce militare, colonnello Gilles Jarron, aggiungendo che i cadaveri delle due vittime sono stati trovati da una pattuglia ad una decina di chilometri a est di Kidal. Due elicotteri militari francesi erano giunti sulla scena 50 minuti dopo il ritrovamento dei corpi.  (PARIGI, 2 NOVEMBRE - AGI/REUTERS)

MALI: FONTI, "UCCISI" I DUE GIORNALISTI FRANCESI RAPITI

I due giornalisti francesi rapiti a Kidal nel nord del Mali "sono stati uccisi". Lo hanno riferito tre diverse fonti: il governatore locale, la sicurezza di Bamako e i tuareg della zona. I due erano partiti da Bamako alla volta di Kidal martedi'.
La Francia aveva lanciato all'inizio di gennaio un'intervento militare al fianco delle truppe dell'ex colonia per riconquistare il nord del Paese in mano a ribelli tuareg e formazioni jihadiste vicine ad al Qaeda. Solo pochi giorni fa erano stati liberati altri 4 ostaggi francesi in Niger da oltre 3 anni.
"Pochi minuti dopo l'inizio di un inseguimento dei rapitori, siamo stati informati che i corpi dei due giornalisti sono stati trovati crivellati di proiettili fuori città", ha affermato Paul-Marie Sidibe, prefetto della città di Tinzawaten. Un funzionario del gruppo separatista tuareg MNLA ha confermato che i due cadaveri sono stati trovati fuori Kidal, mentre una fonte della sicurezza maliana ha riferito che i due giornalisti sono stati uccisi a 12 chilometri dalla città.  (BAMAKO, 2 NOVEMBRE - AGI/REUTERS)

CONDOGLIENZE DI NAPOLITANO AD HOLLANDE PER I GIORNALISTI UCCISI

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, si legge in una nota diffusa dal Quirinale, ha inviato al Presidente della Repubblica Francese,  Francois Hollande, il seguente messaggio: "Ho appreso con profonda tristezza la notizia del barbaro assassinio in Mali dei giornalisti di Radio France International, Claude Verlon e Ghislaine Dupont. Desidero esprimere, anche a nome del popolo italiano, la piu' ferma condanna nei confronti di un gesto esecrabile e vile che calpesta il supremo valore del rispetto della vita umana e viola il fondamentale diritto ad un'informazione libera ed indipendente. Esprimo, con commozione e sincera solidarieta', sentimenti di vicinanza all'amico popolo francese ed ai familiari dei due giornalisti, cosi' crudelmente colpiti nei loro affetti piu' cari". (ANSA - 4 NOVEMBRE 2013)

MALI: GRUPPO LEGATO AD AL QAEDA RIVENDICA UCCISIONE GIORNALISTI

Un sito di informazione mauritano, Sahara Medias, ha comunicato di aver ricevuto da un gruppo terroristico vicino ad Al Qaeda una rivendicazione dell'uccisione dei due giornalisti francesi nel nord del Mali.
Il responsabile del sito web, Abdallah Mohamedi, ha spiegato che la rivendicazione è contenuta in una mail inviata dai combattenti fedeli a Abdelkrim al-Targui, un comandante regionale.
La giornalista Ghislaine Dupont e il cameraman Claude Verlon di Radio France International (Rfi) sono stati rapiti e uccisi a colpi d'arma da fuoco il 2 novembre a Kidal, da un gruppo di uomini armati.
Nella mail, Al Qaeda nel Maghreb islamico si assume la responsabilità del duplice omicidio, come "risposta ai crimini commessi dalla Francia contro i maliani e all'operato delle forze africane e internazionali contro il gruppo". L'uccisione dei due giornalisti è il "prezzo minimo" che i francesi e il loro presidente, Francois Hollande, hanno pagato per questa loro nuova crociata". L'operazione, si legge ancora sul sito web, è opera di una unità guidata da Abdelkrim Targui, comandante tuareg vicino ad Abou Zeid, una dei principali leader dell'organizzazione in Mali, ucciso durante i combattimenti con le truppe francesi nel nord del Paese. (NOUAKCHOTT, 6 NOVEMBRE  - AGI/REUTERS) 

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