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Editoria 05 Mag 2015

Giornalisti dell'ex L'Unità in conferenza stampa, “Richiamo alla responsabilità degli editori”

Una soluzione politica, che preveda – nel medio termine – una modifica alla normativa sul fallimento e un'assunzione di responsabilità, per una soluzione di più immediata realizzazione, da parte della vecchia proprietà, del nuovo editore e dell'azionista di riferimento (il Partito Democratico) affinché i tre soggetti diano vita ad un fondo che copra le spese a cui i giornalisti dell'Unità – da tempo ormai senza editore – sono costretti per far fronte alle querele per diffamazione rimaste in essere dopo la chiusura della Nie.

Una soluzione politica, che preveda – nel medio termine – una modifica alla normativa sul fallimento e un'assunzione di responsabilità, per una soluzione di più immediata realizzazione, da parte della vecchia proprietà, del nuovo editore e dell'azionista di riferimento (il Partito Democratico) affinché i tre soggetti diano vita ad un fondo che copra le spese a cui i giornalisti dell'Unità – da tempo ormai senza editore – sono costretti per far fronte alle querele per diffamazione rimaste in essere dopo la chiusura della Nie.

Queste le due iniziative proposte nel corso della conferenza organizzata questa mattina dalla Fnsi nella sala stampa della Camera dei Deputati. “È importante denunciare pubblicamente la vicenda dei colleghi dell'Unità – ha esordito il presidente della Fnsi, Santo Della Volpe – perché è una vicenda che riguarda tutti i giornalisti italiani e tutto il mondo dell'informazione: una vicenda simbolo in materia di querele per diffamazione che coinvolge anche altri giornalisti rimasti privi di un editore che si faccia carico delle spese, spesso ingenti.”
“Una situazione ancor più drammatica – ha aggiunto Della Volpe – quando a farne le spese sono giornalisti che vivono e lavorano in territori difficili”.
Nel concreto si parla di stipendi pignorati (per chi ancora riesce a lavorare), di case messe all'asta, di 55 cause (alcune già passate in giudicato) che riguardano 26 giornalisti dell'ex “L'Unità” e di qualcosa come mezzo milione di euro in ballo, ma i dati sono solo ufficiosi.
“Una cifra anche abbordabile – ha detto il presidente Fnsi – per una società editrice, se ci fosse una società editrice. In relazione alla vicenda delle cause pregresse dell'Unità, sulla stampa di oggi – rimarca Della Volpe – Guido Veneziani si dice pronto a ad accantonare dei soldi per gli indennizzi del passato. Auspichiamo che anche la Nie faccia lo stesso, insieme al Pd”.
La conferenza stampa è proseguita quindi con il messaggio di solidarietà della presidente della Camera ai giornalisti che vivono questa difficile situazione: “mi auguro si arrivi in tempi brevi a idonei strumenti legislativi”, scrive la presidente Boldrini.
L'onorevole Pino Pisicchio ha sottolineato la “convergenza di sensibilità diverse” intorno alla questione, mentre l'onorevole Walter Verini (nella foto) ha escluso si possa intervenire per via legislativa con un emendamento alla proposta di legge sulla diffamazione che “dovrebbe avere il via libera della Camera entro la pausa estiva”, anticipa. Suggerendo poi che si potrebbe “lavorare sull'idea di inserire una copertura per i risarcimenti da inserire nella legge sui fallimenti per trasformare in creditori privilegiati i dipendenti (i giornalisti) che ora devono farsi carico delle spese che il datore di lavoro (l'editore) non supporta in quanto fallito”.
L'onorevole Francesco Bonifazi, tesoriere del Pd, centrando il problema si è detto disponibile a ragionare sul nodo: "Cerco di interpretare le parole del nuovo editore dell'Unità nel dire che le somme che deriveranno dal contributo all'editoria andranno, e questo stabiliamolo insieme anche con la vostra Federazione, in un fondo dedicato, generale e non soltanto mirato ai giornalisti dell'Unità che comunque hanno bisogno di tutela, ma in generale a un fondo che in qualche modo vada a ristoro di questa situazione di anomalia giuridica. L'anomalia sta nel fatto che la condanna risarcitoria riguarda per l'80 per cento l'editore e soltanto per un 20 per cento residuo il giornalista e il direttore responsabile. Accade poi nei fatti che nel momento in cui vi è una procedura fallimentare, prefallimentare o assimilata, concorsuale, venendo meno l'editore, vi è la norma sulla solidarietà e quindi quell'80 per cento che era in capo all'editore ricade invece sugli unici solvibili ovvero il direttore e il giornalista, creando un vulnus proprio sulla libertà di informazione, perché è evidente che il giornalista che non conosce o peggio che conosce lo stato di salute della propria casa editrice evidentemente può subire o meno limiti alla libertà di espressione nel momento in cui scrive un articolo poiché sa che magari non non vi è una copertura di carattere assicurativo, solidale per quanto riguarda la responsabilità dell'editore.”
Il tesoriere del Pd ha poi ribadito: "Il primo impegno l'abbiamo detto oggi, seppure a mezzo stampa, è quello di destinare i residui contributi pubblici, senz'altro inferiori a quelli del passato, a un fondo di solidarietà per la libertà di informazione. Su questo siamo assolutamente d'accordo".
C'è stato poi l'intervento telefonico della ex direttrice del giornale, Concita De Gregorio, l'anticipazione della presidente dell'Ordine del Lazio, Paola Spadari, intenzionata a portare il caso all'attenzione del Consiglio nazionale dell'Odg, la solidarietà del Segretario Generale del SLC-CGIL Massimo Cestaro, un messaggio di Dario Fo, una vignetta (solo raccontata) di Sergio Staino, numerose domande di giornalisti – non solo dell'Unità – preoccupati per il loro lavoro e per le sorti delle loro testate e infine un video di Moni Ovadia, anche lui collaboratore querelato dell'ex Unità che, come gli altri, si sta difendendo da solo in tribunale da un'accusa di diffamazione.

EDITORIA: BOLDRINI, SOLIDARIETÀ A GIORNALISTI UNITÀ
"In occasione dell'iniziativa pubblica promossa dalla Fnsi, voglio esprimere tutta la mia solidarietà ai giornalisti e alle giornaliste de "l'Unità" - ex direttori inclusi - per la grave situazione nella quale molti di loro si sono venuti a trovare in conseguenza delle cause per diffamazione e dopo la messa in liquidazione della vecchia società editoriale": così la presidente della Camera Laura Boldrini in una nota.
"Le cospicue richieste di risarcimento economico che si trovano a fronteggiare in solitudine, i conseguenti pignoramenti degli stipendi - per chi al momento ne ha uno - o persino delle abitazioni, preoccupano tanto più nei confronti di una redazione che dall'agosto scorso è in cassa integrazione. Auspico che tutti i soggetti interessati avvertano la responsabilità di farsi carico di una questione che non può ricadere soltanto sui singoli giornalisti. Spero che alla soluzione di questo problema, che riguarda non solo "l'Unità" ma altre testate coinvolte nella grave crisi dell'editoria, anche la Camera possa concorrere individuando idonei strumenti legislativi. Mi auguro infine che de "l'Unità" possiamo tutti tornare ad occuparci al più presto da lettori e lettrici: mi unisco anch'io ai molti che contano sul più rapido ritorno del giornale nelle edicole". (ROMA, 5 MAGGIO - ANSA)

EDITORIA: PEDICA (PD), FONDO SOLIDARIETÀ PER GIORNALISTI UNITÀ
"I parlamentari e tutti gli iscritti al Pd costituiscano un fondo di solidarietà per aiutare i giornalisti in cassaintegrazione dell'Unità costretti ad affrontare da soli le cause di diffamazione dopo la liquidazione della vecchia società editoriale". È quanto afferma Stefano Pedica del Pd.
"È assurdo che chi non percepisce più uno stipendio - sottolinea - venga lasciato solo a fronteggiare richieste di risarcimento piuttosto cospicue o rischi di perdere la propria abitazione. I giornalisti dell'Unità non vanno abbandonati al loro destino. Serve una grande iniziativa di solidarietà". (ROMA, 5 MAGGIO - AGI)

EDITORIA: GRASSO, ALLARME PER GIORNALISTI 'UNITÀ', SERVONO NUOVE NORME
QUERELE COME DETERRENTE PER I CRONISTI - TUTELARE LIBERTÀ DI INFORMAZIONE
"La crisi del quotidiano 'l'Unità' ha privato l'informazione del nostro Paese di una voce importante, rispettata anche da chi non ne condivideva idee e battaglie. A questa crisi si aggiunge ora l'allarme per quei giornalisti del quotidiano che, senza più retribuzione da quasi un anno, sono stati raggiunti da sentenze con la condanna al risarcimento". È quanto dichiara il presidente del Senato, Pietro Grasso, in risposta all'iniziativa della Fnsi che questa mattina ha tenuto una conferenza stampa sul tema "L'Unità e querele per diffamazione".
"Si tratta -aggiunge- di una situazione grave per le persone che si trovano ad affrontare difficoltà economiche molto maggiori del previsto e senza alcun sostegno da parte dell'editore, ma ancora più grave dal punto di vista della libera informazione, poiché può agire da deterrente per i cronisti, di tutte le testate, che intendono percorrere la difficile strada del giornalismo d'inchiesta".
"Sono d'accordo con la presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini - aggiunge il presidente Grasso - e faccio mio l'appello per l'individuazione di idonei strumenti legislativi, a tutela della libera informazione. Auguro a 'l'Unità' di tornare al più presto nelle edicole e ai suoi giornalisti di regalarci ancora molte belle pagine di impegno civile". (ROMA, 5 MAGGIO - ADNKRONOS)

EDITORIA: BONIFAZI,SERVE FONDO PER SOSTEGNO CAUSE GIORNALISTI
"Il primo impegno è quello di destinare i residui contributi pubblici, senz'altro inferiori a quelli del passato, a un fondo di solidarietà per la libertà di informazione. Su questo siamo assolutamente d'accordo". Lo ha assicurato il tesoriere del Pd Francesco Bonifazi intervenendo oggi  alla conferenza stampa organizzata dalla Fnsi nella quale si è proposto di istituire un fondo a sostegno della libertà di stampa e dei giornalisti costretti a fronteggiare da soli, senza più un editore alle spalle, cause e richieste di risarcimenti per diffamazione.
Bonifazi ha citato esplicitamente l'intervista rilasciata oggi dal nuovo editore dell'Unità Guido Veneziani al Fatto Quotidiano e ha detto: "Cerco di interpretare le parole del nuovo editore dell'Unità nel dire che le somme che deriveranno dal contributo all'editoria andranno, e questo stabiliamolo insieme anche con la vostra federazione, in un fondo dedicato, generale e non soltanto mirato ai giornalisti dell'Unità che comunque hanno bisogno di tutela, ma in generale a un fondo che in qualche modo vada a ristoro di questa situazione di anomalia giuridica".
Durante la conferenza stampa si è parlato anche di un possibile intervento legislativo. A illustrare questa possibilità è stato lo stesso Walter Verini, relatore della legge sulla diffamazione. Proposta che, ha spiegato Bonifazi, "ha soltanto il difetto di non poter rispondere immediatamente all'esigenza dei giornalisti". (ROMA, 5 MAGGIO - ANSA)

EDITORIA: L'UNITÀ, LA NIE: "PER CAUSE DIFFAMAZIONE APPOSITO FONDO"
LE PRECISAZIONI DELLA SOCIETÀ: "NON VERSIAMO IN STATO FALLIMENTO"
La Nie, la società che ha pubblicato “L'Unità” fino al 31 luglio scorso, non versa in stato di fallimento, ma "ha chiesto e ottenuto dal tribunale di Roma, con parere favorevole del pm, l'ammissione al concordato preventivo". Quanto alle cause per diffamazione, il piano di concordato presentato dalla società "prevede un apposito fondo rischi" al quale "potranno attingere gli stessi giornalisti quando avranno soddisfatto i danneggiati". 
A precisarlo è la stessa società in una nota – riportata dalle agenzie di stampa - firmata dal suo legale nella quale si smentiscono alcuni elementi degli articoli, pubblicati da stampa e siti di informazione, sulla questione delle cause per diffamazione che vedono coinvolti ex direttori, giornalisti ed ex dipendenti dell'Unità.
Secondo la Nie, è stata "falsamente rappresentata una situazione giuridica inesistente: si afferma, infatti, nei titoli e negli articoli che la Nie verserebbe in stato di fallimento, laddove, al contrario, essa ha chiesto e ottenuto dal Tribunale di Roma, con il parere favorevole del pm, l'ammissione al concordato preventivo (procedura volta proprio ad evitare il fallimento), con prospettive concrete di prosecuzione dell'attività editoriale tramite affitto e successiva cessione del ramo aziendale e con salvaguardia di oltre 30 posizioni lavorative”. “La suddetta fuorviante rappresentazione – prosegue la nota - ingenera grave confusione nel lettore e nei creditori, i quali possono essere indotti a ritenere che non sussistano possibilità di ripresa delle pubblicazioni o di recupero dei rispettivi crediti".
"Parimenti - si legge nel testo firmato dall'avvocato Luigi Amerigo Bottai - non risponde al vero che una prima offerta per l'acquisto del giornale fosse pervenuta a Nie dal dr. Arpe". 
Per quanto riguarda, infine, le "cause per diffamazione, il piano di concordato presentato da Nie Spa prevede – precisa la nota del legale - un apposito fondo rischi, in chirografo, cui potranno attingere gli stessi giornalisti quando avranno soddisfatto i danneggiati, come prescritto dalla legge fallimentare". (ROMA, 7 MAGGIO 2015 - ANSA)

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