Un'associazione di giornalisti afghani ha proposto ai media nazionali e internazionali uno
sciopero di tre giorni sulle notizie che riguardano i talebani, come protesta per l'uccisione ieri del giornalista afghano Sultan Munadi in un blitz delle forze militari internazionali
teso alla liberazione di Stephen Farrell del New York Times.
Il comunicato definisce anche "disumano" il comportamento delle truppe britanniche in occasione dell'operazione che ha portato alla liberazione di Stephen Farrell e alla contemporanea morte di Munadi e altre tre persone. "Per dimostrare la nostra ferma opposizione al sequestro di
giornalisti - si legge nel documento del Media club of Afghanistan (Mca) -, vittime ormai di giochi politici, chiediamo che tutti i media afghani e internazionali boicottino tutte le
notizie provenienti da fonti talebane per tre giorni". L'associazione ha poi espresso
¯profonda preoccupazione¯ per il diverso peso attribuito dai militari della missione Isaf alla vita dei giornalisti afghani rispetto a quella dei media stranieri. "L'Mca - continua il
comunicato - considera le forze internazionali responsabili della morte del signor Munabi, perchè sono ricorse alle armi prima di aver provato altre soluzioni non violente".
Secondo l'associazione "non ci sono giustificazioni", ad esempio, per non aver recuperato il corpo esanime di Munabi. "Dopo averlo ucciso loro stessi durante le operazioni e aver recuperato Farrell - recita il comunicato - lo hanno lasciato
nella zona".
Subito dopo l'uccisione il governatore di Kunduz, Mohammad Omar, ha puntato il dito contro i talebani, ma un funzionario del ministero della Difesa a Londra, che ha chiesto di non essere identificato, ha detto di non poter escludere che Munadi sia caduto sotto proiettili britannici. Il direttore dell'Associazione indipendente dei giornalisti
afghani, Rahimullah Samander, infine, ha detto che gli assassini, "militanti armati o membri delle forze straniere, dovrebbero essere portati davanti alla giustizia e puniti".
(ANSA)