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Unione Europea 14 Giu 2010

Giornalista sotto inchiesta per fuorionda di Sarkozy. Il sindacato dei giornalisti francesi: "Se ci saranno sanzioni la considereremo una minaccia alla libertà di stampa"

Preoccupazione e malcontento attraversano la stampa francese dopo la messa sotto inchiesta per ricettazione di un giornalista del sito di informazione Rue89.com, Augustin Scalbert, che aveva pubblicato, nel luglio del 2008, un video fuorionda del presidente della Repubblica Nicolas Sarkozy negli studi dell'emittente pubblica France 3. 

Preoccupazione e malcontento attraversano la stampa francese dopo la messa sotto inchiesta per ricettazione di un giornalista del sito di informazione Rue89.com, Augustin Scalbert, che aveva pubblicato, nel luglio del 2008, un video fuorionda del presidente della Repubblica Nicolas Sarkozy negli studi dell'emittente pubblica France 3. 

"Dando l'impressione di accanirsi - scrive il popolare magazine di spettacolo Telerama - France 3 (che ha sporto denuncia per la sottrazione del filmato, e ha rifiutato di
ritirarla, Ndr.) porta avanti una battaglia totalmente controproducente e dà un nuovo argomento a quelli che, tra le telefonate intempestive di Sarkozy ai proprietari dei giornali e l'imminente nomina da parte di quest'ultimo del patron del sistema audiovisivo pubblico, fustigano l'intervento del potere".    Ancora più duro il giornalista del settimanale Nouvel
Observateur Claude Soula, che dal suo blog su tv e nuovi media parla di "buon giornalismo bloccato da una museruola e condannato", invitando la legge francese a garantire alla
stampa "il diritto fondamentale di fare il proprio lavoro, proteggendo la riservatezza delle fonti invece di minacciare la prigionia per far confessare dei nomi".    Scalbert, che ora rischia una pena fino a 5 anni di detenzione e una multa da 375.000 euro, è finito infatti sotto inchiesta proprio per essersi rifiutato di rivelare agli inquirenti da chi aveva ottenuto quel video, in cui Sarkozy, ai tempi impegnato in un duro braccio di ferro con i dipendenti del gruppo France Television sulla riforma del sistema audiovisivo, si lamentava del mancato saluto di un tecnico e faceva domande provocatorie al conduttore incaricato di intervistarlo.    Una vera e propria "minaccia alla tutela delle fonti", denuncia anche Reporters sans Frontieres, che definisce "scandaloso" il fatto che "due anni dopo i fatti, questa vicenda non sia ancora stata archiviata e che abbia assunto tali proporzioni, con un giornalista che rischia addirittura di finire in prigione". "Se ci dovessero essere sanzioni - fa eco il Sindacato nazionale dei giornalisti francesi - lo considereremmo una minaccia alla libertà si stampa".    Al coro di proteste si aggiunge poi l'autodifesa di Rue89,
affidata a un editoriale del direttore Pierre Haski. "Quelle immagini non contengono segreti di Stato, o di alcova, ma danno elementi informativi su un presidente ai tempi in carica da solo un anno¯ scrive Haski, e per questo "fanno, dal nostro punto di vista, parte del diritto del pubblico all'informazione sul proprio Capo di Stato nell'esercizio delle sue funzioni".
(ANSA).

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