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Internazionale 10 Lug 2007

Free-press, municipio di Londra agli editori: pulite o stop distribuzioni

Venti tonnellate a settimana: tanto pesano le copie dei due giornali gratuiti distribuiti nel centro di Londra. Una quantità ingente, che costringe agli straordinari gli spazzini del Westminster City Council, la “circoscrizione” che comprende gran parte delle zone centrali della capitale britannica.

Venti tonnellate a settimana: tanto pesano le copie dei due giornali gratuiti distribuiti nel centro di Londra. Una quantità ingente, che costringe agli straordinari gli spazzini del Westminster City Council, la “circoscrizione” che comprende gran parte delle zone centrali della capitale britannica.

Il problema era stato sollevato già alcuni mesi or sono dal consiglio municipale, che aveva chiesto agli editori delle free-press di contribuire alle spese extra di nettezza urbana, valutate in 111 mila sterline l’anno, pari a circa 165 mila euro. Sia News International (che produce The London Paper) che Associated Newspapers (editore di Metro) hanno però sempre rifiutato di sborsare quanto richiesto, e così il consiglio di Westminster è dovuto ricorrere a un ultimatum: o le due aziende editoriali inizieranno a contribuire in maniera significativa alla pulizia delle strade, oppure si potrebbe andare verso un divieto di distribuzione dei giornali gratuiti in strada. “Mesi di trattative – si legge in un comunicato del Municipio – con gli editori dei giornali gratuiti sino ad oggi non sono riusciti a portare a un accordo finanziario accettabile per entrambi. Quindi il consiglio ha deciso che se non si arriverà a un accordo entro il mese prossimo, non rimarrà altra scelta che obbligare per legge le free-press a smaltire i propri rifiuti”. Allan Bradley, membro del gabinetto dell’Ambiente urbano, ha avanzato l’ipotesi che i giornali gratuiti debbano richiedere un permesso per la distribuzione: “Questa proposta ci darebbe l’autorità per imporre ai quotidiani gratuiti di riciclare i propri rifiuti se non si dovesse giungere a un accordo volontario. Spero comunque che entrambi gli editori dimostrino la volontà di far sì che l’accordo si trovi e che funzioni. Non possiamo permettere che questa montagna di carta in eccesso continui a deturpare le nostre strade”. (9Colonne)

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