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Fnsi 21 Ott 2009

Franco Siddi: “Il Parlamento Europeo ha scelto di non decidere sul conflitto d’interessi, ma la Fnsi rilancia l’impegno già a partire dalla giornata internazionale del libero giornalismo del 5 novembre”

“Il Parlamento Europeo ha scelto di non assumere indirizzi in tema di conflitti di interessi e di pluralismo dell’informazione, anche con riferimento all’Italia. Tuttavia il voto, che ha diviso a metà l’Assemblea di Strasburgo, e soprattutto il dibattito di due settimane fa, hanno dimostrato che esiste una questione rilevante per l’Europa unita - in cui il caso italiano è centrale - e che va affrontata in tempi e in condizioni ad essa appropriate.

“Il Parlamento Europeo ha scelto di non assumere indirizzi in tema di conflitti di interessi e di pluralismo dell’informazione, anche con riferimento all’Italia. Tuttavia il voto, che ha diviso a metà l’Assemblea di Strasburgo, e soprattutto il dibattito di due settimane fa, hanno dimostrato che esiste una questione rilevante per l’Europa unita - in cui il caso italiano è centrale - e che va affrontata in tempi e in condizioni ad essa appropriate.

 La Commissaria delle libertà civili, Viviane Reding, peraltro, sia in aula che in occasione successiva ha osservato quanto possa essere necessaria e utile una direttiva in tema di pluralismo, concentrazioni, conflitti d'interesse, tutela delle fonti, rilevando come questo indirizzo sarà possibile se maturerà in maniera adeguata la spinta sociale e parlamentare. L'informazione non può essere sottoposta ad interferenze ed a pressioni improprie dei pubblici poteri. Il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano per parte sua, appena quattro giorni fa, ha affermato che “anche in sedi Europee e non in riferimento ad un solo Paese” sono necessarie proposte di innovazione normativa in materia che tengono conto del cambiamento di sistema e dell’evoluzione sociale.
La Fnsi, che su questi punti ha orientato con rigore la propria iniziativa sia in sede italiana che in sede europea, continuerà nel proprio impegno sollecitando lo sviluppo di un reale confronto di merito. E questo già a partire dal 5 novembre prossimo, “Giornata europea per la dignità del giornalismo e dell’informazione libera e plurale”.

PE BOCCIA RISOLUZIONE CENTRODESTRA

Il Parlamento europeo ha bocciato la risoluzione sulla libertà di informazione in Italia ed in altri Stati membri presentata dai gruppi del centrodestra in cui si sosteneva che in Italia non c'è alcuna minaccia alla libertà di informazione. Su 644 votanti, i voti favorevoli sono stati 297 e i voti contrari 322. Gli astenuti sono stati 25. (ANSA)

RISOLUZIONE PRESENTATA DAL CENTROSINISTRA, SOTTO PER TRE VOTI

Il Parlamento europeo ha bocciato per solo tre voti anche la risoluzione sulla libertà di stampa in Italia ed in altri Stati membri presentata dai gruppi di centrosinistra.
Nel testo si denunciavano in particolare anomalie nel caso italiano e pressioni da parte del governo contro i media italiani ed europei. Su 686 votanti, i favorevoli sono stati 335, i contrari 338, gli astenuti 13.
Dopo aver votato, e bocciato, tanto la risoluzione comune del centrodestra quanto quella del centro sinistra, il Parlamento europeo ha sottoposto a votazione anche i testi dei singoli gruppi politici. Tutti sono stati rigettati con il caso particolare della risoluzione firmata dal gruppo dei liberlademocratici, in cui milita l'Idv, che ha ottenuto pari voti: 338 favorevoli, 338 contrari e 8 astensioni.
Il pareggio equivale comunque a una bocciatura.
La risoluzione dei socialisti e democratici è stata invece rigettata per 12 voti, 333 si' contro 345 no, e quella dei popolari con uno scarto maggiore, 297 si' e 322 no.
A seguito di tutti questi voti negativi, il Parlamento europeo rimane senza una risoluzione sulla libertà di informazione in Italia ed in altri Stati membri. (ANSA)

PE; VOTO A SORPRESA, BOCCIATA CONDANNA ITALIA

Con un voto a sorpresa il Parlamento europeo ha bocciato la risoluzione sulla libertà di
stampa presentata dai gruppi del centrosinistra, che in particolare denunciava anomalie nel sistema di informazione in Italia col governo Berlusconi accusato di fare pressioni sui media italiani ed europei.
Fortemente voluto dagli eurodeputati dell'opposizione (Pd e Idv), il voto si è trasformato in una sorta di boomerang. Il no alla risoluzione è prevalso solo per tre voti: infatti, su 686 votanti, 335 sono stati i favorevoli, 338 i contrari e 13 gli astenuti.
La sorpresa nasce soprattutto dal fatto che l'aula plenaria di Strasburgo aveva in precedenza bocciato con una discreta maggioranza sia le risoluzioni del centrodestra (quella comune e quelle dei singoli gruppi) sia gli undici emendamenti presentati dal Ppe al testo del centrosinistra. Inoltre, ancor più sorprendente, la bocciatura della risoluzione del centrosinistra è arrivata dopo che il Parlamento aveva approvato le singole parti del testo.
L'esito del voto è stato accolto da applausi degli eurodeputati del centrodestra, soprattutto dagli scranni dei parlamentari del Pdl, che davanti all'aula hanno denunciato una sinistra italiana ''drogata dalla cultura dell'odio contro Berlusconi'', chiedendo al Parlamento europeo di farsi carico di questa situazione. (ANSA)

 SASSOLI (PD), PPE IMPEDISCE PLURALISMO MEDIA

''Avevamo richiesto alla Commissione una direttiva europea sul pluralismo dei media e sugli standard per il servizio pubblico televisivo che valesse per tutti gli Stati membri. E soprattutto perché il diritto di informare non venisse leso''. Lo ha dichiarato in una nota David Sassoli, capo delegazione del Pd al Parlamento Europeo in merito alla bocciatura della risoluzione per la libertà di stampa.
''Ci siamo battuti perché potesse essere risolto qualsiasi conflitto di interesse in Europa e contro ogni pressione da parte del Governo nei confronti dei giornali e dei mezzi d'informazione italiani. Su questo - ha aggiunto Sassoli - avevamo trovato un'intesa comune tra i gruppi di centro sinistra al Parlamento europeo''.
''Ma il Ppe ha strumentalmente considerato questa risoluzione sulla libertà d'informazione - ha detto ancora l'europarlamentare - come una lesa maestà nei confronti del potere di Silvio Berlusconi e quindi non è stato possibile avviare un lavoro sui media che avesse un ampio respiro europeo.
Grazie all'impegno del Pd, il Ppe ha almeno ritirato gli emendamenti che volevano ignobilmente coinvolgere il Presidente della Repubblica in uno scontro politico''. (ANSA)

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