CERCA
Cerca nelle notizie
Dal
Al
Cerca nel sito
Editoria 04 Giu 2006

Francia: per la prima volta la crisi investe anche i periodici

Se l’editoria francese ha dato tempo fatto i conti con la crisi diffusionale dei quotidiani, nuovi dati mostrano segnali di flessione anche per i periodici. “E’ la fine dell’eccezione francese”, commenta Le Monde nel sottolineare “il tramonto del primato continentale nel consumo di riviste”. Nel 2005, le vendite di settimanali e mensili sono scese in media del 2,85 per cento rispetto al 2004.

Se l’editoria francese ha dato tempo fatto i conti con la crisi diffusionale dei quotidiani, nuovi dati mostrano segnali di flessione anche per i periodici. “E’ la fine dell’eccezione francese”, commenta Le Monde nel sottolineare “il tramonto del primato continentale nel consumo di riviste”. Nel 2005, le vendite di settimanali e mensili sono scese in media del 2,85 per cento rispetto al 2004.

“E’ il più pesante calo della storia”, fa sapere l’OJD (Office de justification de la diffusion). Sui 2,1 miliardi di copie vendute l’anno scorso, il 16% era costituito da supplementi televisivi e l’11% da riviste femminili. Ebbene, anche questi due tipi di pubblicazioni, le più lette dalle famiglie francesi, hanno registrato un notevole calo rispetto al 2004, quando costituivano rispettivamente il 41,2 e il 20,7 per cento delle vendite totali. Anche gli altri segmenti hanno dovuto assistere ad un calo pesante: le riviste maschili sono scese del 12,46 per cento, quelle per le famiglie del 3,41, le edizioni per ragazzi del 9,14, i mensili dedicati all’auto del 9,5, le riviste scientifiche dell’8,64 per cento. Solo quattro categorie di periodici vantano dati in controtendenza: quelli di attualità generale (+ 2,65 %), di economia e finanza (+ 3,87 %), di gossip (+ 5,79 %) e le riviste di cucina, che vivono un vero e proprio periodo di grazia, con un aumento delle tirature del 17,59 per cento. Sono molti i fattori all’origine di un declino che dapprima ha colpito i quotidiani e che ora si fa sentire sulle pubblicazioni settimanali o mensili. Prima di tutto, la debolezza del sistema di distribuzione: circa 4.300 punti vendita hanno chiuso le porte lo scorso anno. Poi, l’aumento del tempo dedicato alla lettura non convenzionale: Internet e telefoni cellulari stanno sostituendosi alla carta stampata; aumentano gli abbonamenti ai quotidiani online e agli sms inviati dalle agenzie di news sui telefonini degli utenti dei vari operatori mobili. Cresce infine il settore delle free press, che in Francia – con 523 diversi titoli – ha sestuplicato la tiratura. (Astro9colonne)

@fnsisocial

Articoli correlati