«L'ipotesi di contratto nazionale dei giornalisti mostra molte criticità che stanno emergendo nelle redazioni e nel confronto in corso tra i colleghi nelle varie sedi. Una delle più rilevanti è sicuramente di sistema: l'ipotesi siglata ha ignorato condizioni ed esigenze dei colleghi che lavorano nel comparto radio-tv».
Roma, 30 mar. - (Adnkronos) - Lo affermano i consiglieri nazionali Paolo Corsini, Pierangelo Maurizio, Luigi Monfredi e il membro di giunta della Asr Luciano Ghelfi della componente di opposizione Fnsi-L'Alternativa. «Questa è una tra le conseguenze più rilevanti della trattativa carbonara, gestita solo a livello della segreteria dall'attuale maggioranza della Fnsi, tra l'altro escludendo dal confronto il segretario dell'Usigrai (l'unione sindacale giornalisti Rai)" aggiungono Corsini, Maurizio, Monfredi e Ghelfi. Per i consiglieri «si è penalizzato così non solo i colleghi di periodici, quotidiani e uffici stampa, ma anche e soprattutto quelli di radio e tv. Ancora una volta, infatti, la trattativa ha avuto come riferimento i desiderata degli editori della carta stampata, all'interno dei quali da tempo hanno preso il sopravvento i 'falchi'. Loro hanno dettato l'agenda di questo accordo». "Ai colleghi del comparto radio-tv, pubblico o privato, ormai la maggioranza della categoria contrattualizzata, a questo punto si profila la strada di non dare corso all'estensione del contratto nelle aziende non rappresentate in Fieg (Rai, Mediaset, Sky, La7, ecc.) e cominciare a pensare a un contratto di comparto, con tutto quello che ne consegue» spiegano Corsini, Maurizio, Monfredi e Ghelfi. «Anche per questo ritengono il referendum il momento dirimente per stabilire se questo accordo sia applicabile o meno, al di là di ogni cavillo formale» concludono i rappresentanti della componente Fnsi-L'Alternativa. (Ler/Gs/Adnkronos)