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Fnsi 18 Apr 2005

Fnsi e Assostampa sarda:

La conferenza sulla digitalizzazione si è chiusa con le nubi iniziali e con il deficit di democrazia economica che erano all'origine. E' chiaro - anche se non di moda affermarlo - che la tecnica, pure quella che già alta tecnologia, non è tutto. La sperimentazione digitale sarda è si un primato ma va accompagnato da elementi di chiarezza, responsabilità e partecipazione che, allo stato, sono carenti o non ci sono.

La conferenza sulla digitalizzazione si è chiusa con le nubi iniziali e con il deficit di democrazia economica che erano all'origine. E' chiaro - anche se non di moda affermarlo - che la tecnica, pure quella che già alta tecnologia, non è tutto. La sperimentazione digitale sarda è si un primato ma va accompagnato da elementi di chiarezza, responsabilità e partecipazione che, allo stato, sono carenti o non ci sono.

La Federazione Nazionale della Stampa Italiana (Fnsi) e l'Associazione della Stampa Sarda comunicano: La conferenza sulla digitalizzazione si è chiusa con le nubi iniziali e con il deficit di democrazia economica che erano all'origine. E' chiaro - anche se non di moda affermarlo - che la tecnica, pure quella che già alta tecnologia, non è tutto. La sperimentazione digitale sarda è si un primato ma va accompagnato da elementi di chiarezza, responsabilità e partecipazione che, allo stato, sono carenti o non ci sono. Intanto non tutta la Sardegna sarà coperta dal piano e avremo nuovi esclusi più poveri di altri. Le frequenze liberate a chi vanno? Il modello “Gasparri-Sardegna” non risolve la questione e anzi lascia intendere che sarà materia del Governo non, come dovrebbe essere, dell'Autorità di Garanzia (che vorremmo davvero) indipendente. Il business, a parte le utilità pubbliche, si prospetta per i soliti noti: Mediaset, Telecom e altri soggetti super attrezzati, con Rai ancora dai progetti incerti. Manca qualsiasi integrazione dl progetto con altri sistemi, come il satellitare. C'è un grosso nodo sulla possibilità di effettive opportunità di crescita del sistema di informazione radiotelevisivo locale privo di mezzi ricchi. Nuovi esclusi si profilano senza piano di ricognizione e intervento serio. Da ultimo - ma non per ordine di importanza - la questione democratica. La lezione di Santa Margherita di Pula è che il confronto è chiuso ai soggetti forti e alla loro competitività. La risorsa lavoro è evidentemente considerata solo una merce. Il mondo degli operatori a Santa Margherita non era invitato. Errore grave. E tutto ciò alimenta dubbi e sospetti anche sulle reti pubbliche che vorrebbe aprire la Regione. Quali contenuti, quale rapporto con il sistema della comunicazione, quale Rai pubblica, quali operatori, quale governo di garanzia del sistema? Le regole per saranno pure un fastidio ma restano condizione ineliminabile per un vero sviluppo democratico e per un reale processo di democrazia economica. Servono risposte dal Governo e si attende che il presidente della Regione recuperi il confronto per il quale oggi finalmente si è dichiarato disponibile. Il cantiere è tutto da fare.

@fnsisocial

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