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Fnsi 24 Set 2008

Fnsi e Assostampa Romana, Cdr e Articolo21, solidali con i colleghi di La7 in sciopero contro gli annunciati licenziamenti Giornalisti in assemblea permanente

La Federazione Nazionale della Stampa e l’Associazione Stampa Romana sono pienamente solidali coi colleghi de “La7”, che mettono in atto oggi e domani due giorni di astensione audio-video per protestare contro la decisione annunciata da Telecom Italia Media di avviare le procedure di legge per il licenziamento collettivo, dopo aver individuato un esubero di 25 giornalisti a tempo indeterminato e aver bloccato tutti i contratti a termine. Si cerca così di scaricare sulla redazione il prezzo degli errori di gestione che si sono accumulati in questi anni.

La Federazione Nazionale della Stampa e l’Associazione Stampa Romana sono pienamente solidali coi colleghi de “La7”, che mettono in atto oggi e domani due giorni di astensione audio-video per protestare contro la decisione annunciata da Telecom Italia Media di avviare le procedure di legge per il licenziamento collettivo, dopo aver individuato un esubero di 25 giornalisti a tempo indeterminato e aver bloccato tutti i contratti a termine. Si cerca così di scaricare sulla redazione il prezzo degli errori di gestione che si sono accumulati in questi anni.

E lo si fa mandando un segnale in netta contraddizione con la funzione strategica che ancora pochi giorni fa l’amministratore delegato di Telecom, Franco Bernabè, assegnava all’emittente. La crisi de “La7” merita la massima attenzione perché parla della annosa irriformabilità del duopolio che, per le storture del mercato pubblicitario, opprime la tv generalista e impedisce un vero pluralismo. Anche per questo il sindacato dei giornalisti sarà con grande determinazione al fianco dei colleghi nel confronto che, secondo le procedure di legge, si avvierà dopo che l’azienda avrà presentato il piano di riorganizzazione. Un confronto nel quale la rappresentanza sindacale continuerà a sostenere la valorizzazione piena delle risorse interne e il superamento della logica degli appalti. Vogliamo sperare che Telecom Italia Media avverta la responsabilità di non indebolire il profilo informativo di un canale che rimane una presenza preziosa e originale in un panorama televisivo troppo omologato. Seconda giornata di astensione audio video per i giornalisti de La7 contro il piano di 25 licenziamenti annunciato ieri dall'amministratore delegato Giovanni Stella: in attesa della convocazione da parte dell'azienda (che ha 72 ore di tempo per presentare il piano) e di un incontro con il direttore delle news Antonello Piroso, il comitato di redazione della testata ''ha confermato lo stato di agitazione convocando l'assemblea permanente dei giornalisti''. ''La totale apertura al confronto su tutti i temi cruciali dell'azienda sempre offerta dal sindacato - spiega il comunicato del cdr letto in apertura del tg delle 12:25 - e' stata respinta con arroganza e oggi la tv del gruppo Telecom Italia vuole far pagare ai giornalisti i danni provocati dall'assenza di strategie di mercato nella tv in chiaro come nel settore fondamentale dei nuovi media e il fallimento delle scelte industriali e editoriali di manager e direzione''. Questa la replica della direzione: ''La direzione rispedisce al mittente l'accusa di 'fallimento delle scelte editoriali' dal momento che negli ultimi due anni gli spazi, la visibilita' e gli ascolti dei prodotti delle testate giornalistiche sono aumentati, e questo nonostante la reiterata ed esasperata rigidita' pregiudiziale espressa dalla rappresentanza sindacale su nuove proposte e nuove sperimentazioni''. Della vicenda La7 e, piu' in generale, dell''autunno dell'informazione', con le polemiche sui tagli ai finanziamenti pubblici all'editoria e l'appello di testate a rischio chiusura come il manifesto, si occupera' questa sera Primo Piano del Tg3. (ANSA) SOLIDARIETA' CDR MEDIASET A COLLEGHI LA7 Il coordinamento dei Cdr Mediaset esprime in una nota piena solidarietà ai colleghi de La7, che mettono in atto due giorni di astensione audio-video per protestare contro la decisione annunciata da Telecom Italia Media di avviare le procedure di legge per il licenziamento collettivo, dopo aver individuato un esubero di 25 giornalisti a tempo indeterminato e aver bloccato tutti i contratti a termine. ''Si cerca così di scaricare sulla redazione - osserva il coordinamento dei Cdr Mediaset - il prezzo degli errori di gestione che si sono accumulati in questi anni. Siamo certi che il confronto avviato dal sindacato e dalla Federazione della stampa possa far ricredere l'azienda e tutti i giornalisti de La7 possano ritornare con serenità a svolgere il loro lavoro che in questi anni ha dato lustro alla rete, contribuendo non poco alla qualità e alla completezza dell'intera informazione televisiva''. (ANSA) Il Comitato di Redazione del Corriere della Sera esprime piena solidarietà ai colleghi de ”La 7” che, con l’astensione dalle prestazioni video-audio, hanno protestato contro la decisione dell’azienda di procedere a forme di licenziamento collettivo che prevedono l’allontanamento di 25 giornalisti con contratto a tempo indeterminato e il blocco dei contratti a termine. Il CdR del Corriere chiede alla Fnsi e alle Associazioni regionali di Stampa che la risposta nei confronti di Telecom Italia Media, anche se non aderente alla Fieg, non si limiti a una denuncia formale nei confronti del piano di riorganizzazione interna. Il CdR del Corriere della Sera ha intanto chiesto un incontro urgente alla Fnsi e alle Associazioni regionali di Stampa per motivare tutti i propri dubbi sul fatto che sia utile e opportuno proseguire, sotto il ricatto dei licenziamenti, nella trattativa sul Contratto nazionale di lavoro giornalistico. Non è accettabile che alcuni editori possano distruggere posti di lavoro, mentre altri fisicamente presenti ai tavoli negoziali pensano di firmare accordi che servano a favorire i loro interessi. E certamente non sono in discussione, sul tavolo del negoziato, nuove garanzie a tutela dell’occupazione. Anzi, è emersa chiaramente da parte degli editori l’intenzione di privilegiare sempre e solo le diverse forme di lavoro precario. Così come appaiono pesantissime le altre richieste che la Federazione degli editori ha presentato e più volte reiterato al tavolo del negoziato sul Contratto nazionale, dopo che per oltre tre anni avevano rifiutato qualsiasi confronto. Non si può pensare che l’annuncio dei massici licenziamenti a “La 7”, con i quali si scaricano sulla redazione gli errori della gestione aziendale, sia il caso di un interlocutore sciolto e isolato e non invece un ulteriore pesantissimo segnale della strategia alla quale guarda da tempo l’intera categoria degli editori, unita senza distinzioni fra carta stampata e televisioni o altri media, per colpire tutti i giornalisti in quei diritti fondamentali, maturati negli anni, che assicurano la libertà e l’indipendenza nel lavoro, nonché la separazione dell’attività professionale, diretta unicamente a informare il pubblico dei lettori o degli spettatori, da ogni condizionamento di poteri forti, politici, economici, finanziari. Non è casuale la coincidenza con il progetto di ingabbiare i giornalisti con nuove norme sull’uso delle intercettazioni, come non lo è il crescente ricorso a perquisizioni e sequestri dei loro strumenti di lavoro. I licenziamenti si aggiungono, con il carattere di una autentica provocazione, a un quadro complessivo nel quale risulta aggredito il pluralismo dell’informazione e messa a rischio l’uscita stessa di alcune o molte testate. Gli editori hanno fiutato il vento e colpiscono là dove pensano di poterlo fare più duramente, togliendo lavoro e dignità professionale. Sta ai giornalisti valutare e decidere come rispondere. Il CdR del Corriere della Sera Il comitato di redazione di Repubblica esprime la sua piena solidarietà ai colleghi di La 7, che protestano contro la decisione aziendale di allontanare dal lavoro 25 giornalisti a tempo indeterminato e bloccare i contratti a termine, e ai colleghi della Gruner und Jahr che hanno scioperato contro il piano aziendale di riduzione degli organici delle testate Geo e Top girl e contro il licenziamento arbitrario di un collega senza giusta causa e senza ricorrere alle procedure previste dal contratto. Il Cdr di Repubblica ritiene che l'attuale situazione critica della categoria sia aggravata dalla mancanza di un contratto nazionale. È compito della Federazione nazionale della Stampa difendere i presupposti economici e normativi che garantiscono la libertà di stampa e l'autonomia della categoria e continuare nel tentativo di costruire con un nuovo contratto un quadro di riferimento che confermi il ruolo dei giornalisti e rilanci la professione. Il comitato di redazione di Repubblica Il Comitato di redazione del Sole 24 Ore esprime la sua piena solidarietà ai colleghi di La 7, che protestano contro la decisione aziendale di allontanare dal lavoro 25 giornalisti a tempo indeterminato e bloccare i contratti a termine, e ai colleghi del gruppo Gruner und Jahr che hanno scioperato contro il piano aziendale di riduzione degli organici e contro il licenziamento arbitrario di un collega senza giusta causa e senza ricorrere alle procedure previste dal contratto. Il Cdr del Sole 24 Ore ritiene che l'attuale situazione critica della categoria sia aggravata dalla mancanza di un contratto nazionale. Quello attuale, infatti, è scaduto da quasi quattro anni ed essendo stato firmato nel 2001 non è più assolutamente adatto a regolamentare una realtà che nel frattempo è cambiata e continua a mutare velocemente. L'assenza di regole contrattuali adeguate, assieme all'attuale situazione economica, pone i comitati di redazione e i colleghi – sia assunti che precari - nella situazione di non avere più gli opportuni strumenti per difendersi, anche di fronte al comportamento di alcuni editori. E compito della Fnsi continuare nel tentativo di costruire con un nuovo contratto un quadro di riferimento normativo che confermi il ruolo dei giornalisti e rilanci la professione. Il Comitato di redazione de La Stampa esprime la sua piena solidarietà ai colleghi de La 7, che protestano contro la decisione aziendale di allontanare dal lavoro 25 giornalisti a tempo indeterminato e bloccare i contratti a termine. Il Cdr de La Stampa ritiene che l'attuale situazione critica della categoria sia aggravata dalla mancanza di un contratto nazionale. Quello attuale, infatti, è scaduto da quasi quattro anni ed essendo stato firmato nel 2001 non è più adatto a regolamentare una realtà che nel frattempo è cambiata e continua a mutare. Anche alla luce della gravissima situazione creatasi a La 7, il Cdr de La Stampa invita la Fnsi a compiere ogni sforzo per ottenere, con il nuovo contratto, un quadro di riferimento normativo che confermi il ruolo dei giornalisti e rilanci la professione. Il Comitato di redazione del Messaggero esprime la sua piena solidarietà ai colleghi di La 7, che protestano contro la decisione aziendale di allontanare dal lavoro 25 giornalisti a tempo indeterminato e bloccare i contratti a termine, e ai colleghi del gruppo Gruner und Jahr che hanno scioperato contro il piano aziendale di riduzione degli organici e contro il licenziamento arbitrario di un collega senza giusta causa e senza ricorrere alle procedure previste dal contratto. Il Cdr ritiene che l'attuale situazione critica della categoria 'sia aggravata dalla mancanza di un contratto nazionale. Quello attuale, infatti, è scaduto da quasi quattro anni, ed essendo stato firmato nel 2001 non è più adatto a regolamentare una realtà che nel frattempo è cambiata e continua a mutare. L'assenza di regole contrattuali adeguate, assieme all'attuale situazione economica, pone i comitati di redazione e i colleghi - sia assunti che precari - nella situazione di non avere più gli opportuni strumenti per difendersi, anche di fronte al comportamento di alcuni editori. È compito della Federazione nazionale della Stampa continuare nel tentativo di costruire con un nuovo contratto un quadro di riferimento normativo che confermi il ruolo dei giornalisti e rilanci la professione. Il Cdr de Il Secolo XIX esprime e ribadisce la totale solidarietà e appoggio ai colleghi de La7. La decisione aziendale di privare del lavoro 25 giornalisti a tempo indeterminato e bloccare i contratti a termine è inaccettabile e lesiva della dignità del lavoro e della professione, priva di ogni logica che pone ancora una volta sulle spalle dei colleghi, responsabilità di gestione e scelte aziendali errate. La stessa solidarietà va ai colleghi della Gruner und Jahr che hanno scioperato contro il piano aziendale di riduzione degli organici delle testate Geo e Top girl e contro il licenziamento arbitrario di un collega senza giusta causa e senza ricorrere alle procedure previste dal contratto. Un contratto aperto da oltre tre anni il cui rinnovo, a fronte dell'attuale situazione critica della categoria e dell’editoria, è fondamentale per i dirititti di tutti i giornalisti di tutti i giornalismi, la loro tutela normativa ed economica a fronte di una situazione generale che penalizza ulteriormente il precariato, i colleghi più giovani, ponendo anche in seria difficoltà istituzioni della categoria come l’Inpgi e la Casagit che pagano doppiamente gli stati di crisi aziendali i cui costi ricadono sulla categoria e sull’istituto di previdenza. Ed è fondamentale che la Fnsi difenda questi aspetti economi e normativi per l'autonomia della categoria proseguendo nella difficile trattativa per la costruzione di un nuovo contratto che ribadisca e rafforzi il ruolo centrale dei giornalisti con un rilancio della professione, anche alla luce dei mutamenti in corso e già avvenuti, sul fronte dell’organizzazione del lavoro, della multimedialità e altri punti, al cui interno le redazioni hanno dovuto farsi carico di scelte difficili, responsabili e non sempre facili a tutela di tutti i colleghi come accaduto nel gruppo editoriale Perrone che edita il Secolo XIX, il Secolo XIX.IT, Radio 19, Ttm e Avvisatore Marittimo. Essere solidali con chi sta subendo una pesante e unilaterale, offensiva ristrutturazione nel disprezzo delle più elementari regole del confronto sindacale, del contratto e dei diritti doveri di editori e giornalisti non contraddice, ma anzi aumenta la responsabilità della trattativa contrattuale e l’esigenza del rinnovo del contratto, senza tentennamenti: senza contratto si è tutti più deboli. Giusto lottare con i colleghi de La7 della Gruner und Jahr e con chi si trova in situazione di difficoltà e ancora più giusto con queste iniziative continuare a confrontarsi per non gettare, come si suol dire, il bambino con l’acqua sporca. I COMITATI DI REDAZIONE DE IL SECOLO XIX, IL SECOLO XIX.IT, TTM, L’AVVISATORE MARITTIMO E LA RAPPRESENTANZA SINDACALE DI RADIO 19 DE L’ASSOCIAZIONE LIGURE DEI GIORNALISTI GIULIETTI, SITO ART. 21 PER GIORNALISTI TESTATA Il portavoce di Articolo21 Giuseppe Giulietti si è incontrato con il comitato di redazione de La7 per confermargli la solidarietà dell'associazione che mette a disposizione il suo sito e il suo collegio legale delle iniziative che saranno decise dalla redazione e dalle associazioni nazionali e regionali della stampa. ''Ci auguriamo - afferma Giulietti - che tutte le forze politiche vorranno comprendere che non si tratta soltanto - e non sarebbe cosa da poco - di difendere posti di lavoro, ma anche di impedire che l'idea di un terzo polo del duopolio radiotelevisivo, nell'anomalia italiana dei conflitti di interesse, possa definitivamente scomparire con questo colpo durissimo. Ci auguriamo altresì che la medesima proprietà voglia riconsiderare il piano presentato e trovare un nuovo punto di equilibrio nell'indispensabile confronto fra le parti sociali''. (ANSA) LA7; PALERMI (PDCI), SOLIDARIETA' A GIORNALISTI TESTATA ROMA, 25 SET - ''Esprimo tutta la mia solidarietà al Comitato di redazione di La7. Il licenziamento di 25 giornalisti non puo' passare nel silenzio e nell'indifferenza''.Lo dichiara Manuela Palermi dell'Ufficio Politico del Pdci. ''Si tratta - spiega - della difesa di posti di lavoro ma anche della difesa della qualità e pluralità dell'informazione, finora sempre garantita dalla grande professionalità di tutti i giornalisti di La7''. (ANSA) LA7; FRASSONI (VERDI), ATTACCO A LIBERTA' STAMPA BRUXELLES, 25 SET - ''In Italia si consuma un gravissimo attacco alla libertà di espressione e di stampa''. Questo è quanto ha affermato oggi Monica Frassoni, capogruppo dei verdi al Parlamento europeo, intervenendo in aula prima del voto sulla relazione sulla concentrazione ed il pluralismo dei media firmato dalla socialista estone Marianne Mikko. ''La nuova dirigenza - ha poi scritto Frassoni in una nota - dell'unica Tv che al momento non fa riferimento a Silvio Berlusconi, ha annunciato il licenziamento in blocco di 25 giornalisti su 87 per 'scarso rendimento'. Una motivazione strana se si considera che La7 fa realizzare a esterni pagati a peso d'oro, a amici di amici, programmi e servizi che potrebbero fare i suoi giornalisti''. ''È questo - si legge ancora nella nota - un licenziamento collettivo senza precedenti in una Tv che non ha dichiarato la situazione di crisi. Non è forse un caso, comunque, che questa mossa venga decisa proprio ora: La7 è di proprietà di Telecom nella quale strane manovre 'made in Tripoli' sostenute dal solito Berlusconi si stanno svolgendo nell'ombra''. Frassoni conclude ''solidarietà ai giornalisti minacciati di licenziamento'' e chiedendo ''con forza'' a Parlamento e Commissione Ue una ''normativa europea che garantisca il pluralismo dei media e salvaguardi la libertà di stampa''. (ANSA) FAMMONI, SOLIDARIETA' A LA7 ROMA, 25 SET - ''Solidarietà ai giornalisti de La7 per i licenziamenti unilateralmente annunciati dall''azienda'' da parte del segretario confederale della Cgil, con delega all'informazione e alla comunicazione, Fulvio Fammoni, che chiede ''l'impegno per una iniziativa che faccia rientrare questi tagli''. ''C'è molta preoccupazione - aggiunge Fammoni in una nota - per l'occupazione e il pluralismo nei settori dell'informazione, in cui l'insieme delle scelte del governo con i tagli all'editoria, la situazione del servizio pubblico e le strategie delle aziende, convergono nel creare una condizione in cui si mette contemporaneamente in discussione la sopravvivenza di testate, i livelli occupazionali, il pluralismo e la qualità dell'informazione. È tempo per questo - conclude il dirigente della Cgil - di riprendere una forte iniziativa su questi temi, la più ampia, partecipata e plurale possibile''. (ANSA)

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