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Editoria 03 Apr 2010

Fisc (federazione dei 186 settimanali diocesani) scrive a Governo contro aumento tariffe postali: "Il decreto è un atto gravissimo e antidemocratico perché colpisce il pluralismo dell'informazione"

La Fisc, la Federazione dei 186 settimanali diocesani che diffondono un milione di copie, in una lettera indirizzata a Berlusconi, Letta e Bonaiuti fa notare che l'aumento improvviso delle tariffe postali conseguente al decreto interministeriale che sopprime le agevolazioni per tutta l'editoria libraria, quotidiana e periodica (circa ottomila testate, tra minuscole e grandi) sarebbe di oltre il 121 per cento e che molte testate dovrebbero chiudere.

La Fisc, la Federazione dei 186 settimanali diocesani che diffondono un milione di copie, in una lettera indirizzata a Berlusconi, Letta e Bonaiuti fa notare che l'aumento improvviso delle tariffe postali conseguente al decreto interministeriale che sopprime le agevolazioni per tutta l'editoria libraria, quotidiana e periodica (circa ottomila testate, tra minuscole e grandi) sarebbe di oltre il 121 per cento e che molte testate dovrebbero chiudere.

"A partire dalla legge 46 del 2004 è stato previsto, e sempre ribadito, che il rimborso a Poste Italiane per le agevolazioni viene effettuato nei limiti dello stanziamento previsto nei capitoli. Ma la norma prevede che siano i rimborsi a Poste Italiane a dipendere dall'ammontare dello stanziamento, non le tariffe agevolate". Per la Fisc, il decreto è "un atto gravissimo e antidemocratico perchè viene a colpire il pluralismo dell'informazione".
    "Quanto ci sta a cuore il pluralismo dell'informazione?", si chiede da parte sua il quotidiano della Cei, Avvenire, anch'esso fortemente penalizzato visto che una parte
consistente della sua tiratura viaggia in abbonamento postale. "Quanti, nel nostro Paese, hanno coscienza che più voci, anche fortemente dissonanti tra di loro, sono garanzia di libertà per tutti? Chi riesce ancora a comprendere che l'esistenza, sia pure precaria, della libera stampa è un bene per l'intera collettività, un bene anche per chi non legge e neanche guarda le figure, un bene per chi vota e chi si astiene, un bene per chi s'informa ed è impegnato e un bene anche per chi se ne frega?". "Questo - spiega il giornale diretto da Marco Tarquinio - è il punto. E' un bene talmente prezioso da meritarsi perfino un modesto sostegno da parte del Parlamento e del Governo, che esistono proprio perchè siamo un Paese democratico dove le idee circolano liberamente. Se alle idee togliamo il francobollo, non circolano più. E ci rimettiamo tutti. Perfino le stesse Poste. Perfino, guarda un po', il Governo". (AGI)

@fnsisocial

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