Sono stati liberati i quattro giornalisti italiani trattenuti in Siria: lo annuncia il premier e ministro degli Esteri ad interim Mario Monti. Si tratta dell'inviato Rai Amedeo Ricucci, del fotoreporter Elio Colavolpe, del documentarista Andrea Vignali e della giornalista freelance Susan Dabbous, di origini siriane. I quattro giornalisti italiani liberati oggi in Siria si trovano ora in Turchia. Lo si apprende da fonti giornalistiche locali.
SIRIA: SIDDI (FNSI), SOLLIEVO PER LIBERAZIONE COLLEGHI GRAZIE ALLE AUTORITA',INFORMAZIONE CONTINUI A DOCUMENTARE GUERRE
"Grande sollievo e gioia per il ritorno alla piena libertà dei nostri colleghi, che erano stati fermati in Siria da oltre una settimana e per la cui sorte abbiamo trepidato insieme alle famiglie, alle autorità dello Stato e a tutto il mondo dei media": è la reazione a caldo di Franco Siddi, segretario della Federazione nazionale della stampa, alla notizia della liberazione dell'inviato Rai Amedeo Ricucci, del fotoreporter Elio Colavolpe, del documentarista Andrea Vignali e della giornalista freelance Susan Dabbous.
"Credo che la paziente e intelligente opera dell'unità di crisi della Farnesina e delle strutture collegate abbia fatto un lavoro eccezionale - sottolinea Siddi - e che la cautela, la misura, l'attenzione primaria alla tutela e alla vita delle persone da parte dei media italiani abbia contribuito a rendere chiara a tutti la portata della vicenda e il ruolo dei colleghi testimoni di verità in un'area di crisi terribile".
"Abbracciamo i colleghi, le loro famiglie e ringraziamo le autorità dello Stato", conclude il segretario Fnsi. "Sempre di più l'informazione dovrà aiutare l'opinione pubblica a conoscere e comprendere i drammi delle guerre, specie di quelle dimenticate, ricordando che nel teatro siriano ancora altri colleghi di altri paesi attendono di tornare alla loro libera professione oltre che all'abbraccio dei loro familiari.
Ci sentiamo solidalmente impegnati anche per i colleghi che ancora non hanno potuto fare il percorso di Ricucci e della sua troupe". (13 APRILE 2013 - ANSA)
SIRIA: SIDDI, GIOIA PER LIBERAZIONE GIORNALISTI. GRAZIE A FARNESINA
''E' una notizia di grande conforto, sollievo e gioia quella del ritorno alla libertà dei quattro giornalisti italiani colleghi fermati in Siria da oltre una settimana e per la cui sorte abbiamo trepidato insieme alle famiglie, alle autorità dello Stato e a tutta la catena dei nostri media. Seguivamo con grande fiducia il lavoro dell'Unità di crisi della Farnesina e delle strutture collegate e la notizia della liberazione dell'inviato Rai Amedeo Ricucci, del fotoreporter Elio Colavolpe, del documentarista Andrea Vignali e della giornalista freelance Susan Dabbous è una gran bella notizia per tutti''. Lo dichiara in una nota il segretario della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Franco Siddi. ''Nell'abbracciare idealmente i colleghi e le loro famiglie, la Fnsi ringrazia l'Unità di Crisi della Farnesina e le strutture dello Stato che hanno messo in campo una paziente e intelligente opera per arrivare a una felice conclusione in breve tempo; un lavoro eccezionale fatto tenendo anche uno stretto contato con le famiglie e un limpido rapporto con i mezzi di informazione - prosegue Siddi -. La cautela, la misura, il riserbo adottato, in queste giornate dai media italiani, per non recare anche involontari pregiudizi a questa missione, prestando attenzione primaria alla tutela e alla vita delle persone, ha potuto così, con efficacia, concorrere a rendere chiara a tutti la portata della vicenda e il ruolo dei colleghi testimoni di verità in un'area di crisi terribile''.
''Con l'abbraccio ai colleghi e alle loro famiglie, rinnoviamo perciò la gratitudine agli organi e alle strutture dello Stato, dando atto del valore di un giornalismo etico. Ora e sempre di più l'informazione dovrà aiutare l'opinione pubblica a conoscere e a comprendere i drammi delle guerre, specie di quelle dimenticate, ricordando che nel teatro siriano ancora almeno due colleghi di altri Paesi attendono di tornare alla loro libera professione oltre che all'abbraccio dei famgliari. Ci sentiamo solidalmente impegnati, con la Federazione Internazionale dei Giornalisti (IFj), anche per loro nell'attività sociale permanente della professione e dei suoi organismi. Le pene delle guerre non sono finite per l'informazione e per i giornalisti i pericoli restano alti. Il 3 maggio, giornata mondiale dell'Unesco per la libertà e la sicurezza della stampa e dei giornalisti - conclude il segretario della Fnsi - sarà dedicata dall'Ifj principalmente a questi temi e quelli della legalità democratica''. com/vlm (ROMA, 13 APRILE 2013 - ASCA)
SIRIA: FARNESINA, IN SERATA RIMPATRIO DEI QUATTRO GIORNALISTI RILASCIATI
''Salvo cambiamenti di programma'', il rientro in Italia dei quattro giornalisti italiani liberati oggi in Siria ''è previsto per stasera, anche se non è ancora possibile definire l'orario''. Lo riferisce l'ufficio stampa della Farnesina.
Dell'inviato Rai, Amedeo Ricucci, e dei tre colleghi freelance, Elio Colavolpe, Andrea Vignali e Susan Dabbous, si erano perse le tracce lo scorso quattro aprile, dopo che erano entrati nel Nord della Siria varcando il confine con la Turchia.
Stamane l'annuncio della loro liberazione da parte del premier e ministro degli Esteri ad interim, Mario Monti, è arrivato dopo lunghi giorni di silenzio stampa. (ROMA, 13 APRILE 2013 - ASCA)
SIRIA: LIBERATI I QUATTRO GIORNALISTI ITALIANI
L'annuncio dato dal premier e ministro degli Esteri ad interim, Mario Monti. ''Sollievo e soddisfazione'' da parte di Napolitano per la positiva conclusione della vicenda.
Il ministro degli Esteri ad interim, Mario Monti, comunica che i quattro giornalisti italiani trattenuti nel nord della Siria dal 4 aprile sono liberi. Lo rende noto la Farnesina. ''Desidero ringraziare - ha affermato Monti - l'Unità di Crisi della Farnesina e tutte le strutture dello Stato che con impegno e professionalità hanno reso possibile l'esito positivo di questa vicenda, complicata dalla particolare pericolosità del contesto''. Il Presidente Monti, che ha seguito il caso sin dall'inizio, ha manifestato anche la sua ''gratitudine agli organi di informazione che hanno responsabilmente aderito alla richiesta di attenersi ad una condotta di riserbo, favorendo così la soluzione della vicenda''. I quattro giornalisti coinvolti nella vicenda sono Amedeo Ricucci, inviato Rai 54enne originario di Cetraro (Cs); Elio Colavolpe, fotografo freelance milanese, classe 1965, tra i fondatori dell'agenzia 'Emblema'; Andrea Vignali, documentarista 35enne nato a Massa Carrara e da tempo trapiantato a Roma; Susan Dabbous, nata nel 1982 in Siria da padre siriano e madre italiana, anche lei freelance, collaboratrice del ''Foglio'' e di ''Avvenire''. I quattro erano impegnati nel reportage 'Silenzio, qui si muore' per conto de 'La storia siamo noi', primo esperimento di giornalismo partecipativo della Rai. Le loro tracce si erano perse il 4 aprile nel nord della Siria dopo che, probabilmente, sono stati traditi dai propri accompagnatori appena passato il confine. Nella stessa zona, a gennaio, era stato rapito il giornalista americano freelance James Foley. Durante il loro sequestro era stato mantenuto un rigoroso silenzio stampa. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha appreso con ''sollievo e soddisfazione'' la notizia della positiva conclusione della vicenda. red-stt/vlm/ss (ROMA, 13 APRILE 2013 - ASCA)
SIRIA: RAPIMENTO GIORNALISTI, RICUCCI, MAI PIU' IN QUEL PAESE
"In Siria non tornerò più. Non ci sono le condizioni per poter fare il mio lavoro. È il popolo siriano che deve organizzarsi e creare situazioni di lavoro che tutelino i giornalisti". Lo ha detto Amedeo Ricucci, il cronista della Rai trattenuto in Siria per dieci giorni e sentito oggi in procura assieme ai colleghi Andrea Vignali, Susan Dabbous ed Elio Colavolpe. Al termine dell'atto istruttorio, durato oltre tre ore, il pm Francesco Scavo ha secretato i verbali.
I giornalisti hanno ricostruito le fasi del fermo spiegando di essere stati trasferiti, sempre con gli occhi bendati, in quattro luoghi differenti nel corso del sequestro. "Siamo stati spostati diverse volte - ha spiegato Ricucci -. Dopo l'ultimo trasferimento hanno atteso tre giorni prima di liberarci". Il giornalista, confermando quanto detto subito dopo la liberazione, ha ribadito che "non c'è stata nessuna minaccia fisica". "Spesso, di notte, sentivamo il rumore dei fucili che venivano ricaricati e questo ci creava preoccupazione". Quanto alle fasi del loro rilascio Ricucci ha detto: "Sicuramente ci sono state delle trattative tra vari soggetti ma sinceramente non sappiamo dire che cosa abbia favorito la nostra liberazione". (ROMA, 15 APRILE - AGI)