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Ordine 07 Mag 2010

Filippo Peretti: “Scollamento tra Roma e gli Ordini regionali” Il Presidente dell'Ordine dei giornalisti della Sardegna vede nel mancato rapporto diretto con gli iscritti il grande limite dell’Ordine nazionale

Pubblichiamo l'intervista di Daniela Scano a Filippo Peretti, Presidente dell'Ordine dei Giornalisti della Sardegna che uscirà sul periodico della Fnsi "Galassia" in distribuzione in questi giorni e comunque consultabile sul nostro sito.

Pubblichiamo l'intervista di Daniela Scano a Filippo Peretti, Presidente dell'Ordine dei Giornalisti della Sardegna che uscirà sul periodico della Fnsi "Galassia" in distribuzione in questi giorni e comunque consultabile sul nostro sito.

All’inizio della carriera lo considerava un ente anacronistico. Grazie alla proficua sinergia tra l’Ordine dei Giornalisti e la Fnsi, agli inizi degli anni Novanta («bei tempi!») arrivarono le prime Carte deontologiche e lui si ricredette, sublimando l’insofferenza giovanile nell’impegno sul campo. Al suo secondo mandato da presidente dei giornalisti della Sardegna, Filippo Peretti elenca con sereno distacco quelli che considera i punti di forza e quelli di criticità dell’Ordine professionale. Una delle debolezze è lo scollamento tra Roma e le periferie. «Negli Ordini regionali — premette il presidente sardo — le cose funzionano complessivamente bene: il rapporto con gli iscritti è continuo e i problemi vengono vissuti in presa diretta. Ma l’Ordine nazionale, non avendo un rapporto diretto con gli iscritti, a volte, pur ascoltandole, non trasforma in atti formali le istanze che arrivano dalla Consulta dei presidenti». Un modo garbato per dire che il passaggio in Consulta è diventato, in certi casi, vuota formalità. Ma occuparsi dell’Ordine è fatica, diplomazia, capacità di arrivare a sintesi. Peretti considera un primo risultato il benestare romano alla richiesta dei presidenti regionali «di inserire nella proposta di riforma la formazione permanente dei giornalisti». Aggiornamento obbligatorio, quindi, riservando la massima attenzione alle carte deontologiche e ai provvedimenti normativi che riguardano la professione. Per Filippo Peretti deontologia e cura dei problemi della categoria («primo fra tutti il precariato, problema enorme per il sindacato e per l’Ordine») fanno la differenza tra il technicolor di un Ordine vivo e il grigiore notarile. Secondo il presidente sardo, la forza dell’Ordine sta nella capacità di trasformare in buona pratica professionale le carte deontologiche e, se non soprattutto, nell’indirizzo professionale «spesso esercitato — spiega — attraverso un rapporto diretto, ma riservato, con i colleghi che hanno commesso piccolissime violazioni. Io lo faccio e lo considero un dovere. I colleghi mi ringraziano e in genere dopo il primo avviso non sbagliano più». Secondo Filippo Peretti, prevenire è sempre meglio che sanzionare. Per questo l’Ordine sardo ha istituto l’Osservatorio Media e Minori («che funziona benissimo») e favorisce il pubblico confronto sui temi sensibili della professione. Poi certo, se è necessario i provvedimenti disciplinari e le sanzioni arrivano. Anche per l’impegno che mette nella moral suasion, però, al presidente Peretti dispiace quando l’Ordine nazionale «ribalta in appello, a volte per ragioni incomprensibili, giudizi di primo grado anche molto delicati». «È successo che per lo stesso fatto, ma in momenti diversi, in appello due colleghi siano stati trattati in modo divers a uno è stata confermata la sanzione, mentre l’altro è stato assolto». «Cose che capitano — conclude Filippo Peretti — quando il collegio d’appello è composto da 140 giudici».

Daniela Scano

@fnsisocial

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