Facebook ha oscurato la pagina de “L’anima nera di Donald Trump”, il documentario di Riccardo Valsecchi, prodotto da Doclab e patrocinato dalla Fnsi, attualmente nelle sale distribuito da Cineama. La pellicola svela, con documenti e interviste inedite, i legami tra l’ex leader del Ku Klux Klan David Duke e l’attuale presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Perché l’abbia oscurata è un mistero.
«Tira una brutta aria per la libera informazione e per chi vuole documentare la realtà – è il commento del presidente Giuseppe Giulietti e del segretario generale Raffaele Lorusso –. Questa battaglia, come quella contro il carcere per i giornalisti e le querele temerarie fa parte di una campagna per la libertà di espressione che la Fnsi sostiene insieme a tutte le associazioni, i cittadini e i professionisti in nome della democrazia».
David Duke, ex gran maestro del Ku Klux Klan, antisemita e convinto sostenitore della supremazia bianca, si erge a sostenitore di Donald Trump soffiando sul fuoco dell’intolleranza contro neri, ebrei e migranti. Il documentario racconta come Duke ricompare negli Stati Uniti deciso a sostenere la candidatura di Trump e a candidarsi al Senato dopo aver trascorso tre anni tra l’Italia e l’Europa nel tentativo di costruire il movimento internazionale della destra più estrema e xenofoba.
«Sembra che i contenuti pubblicati sulla pagina – spiega il social network – non rispettino le condizioni di Facebook e gli standard della comunità, pertanto la pagina è stata nascosta». E nell’elenco delle regole da seguire precisa: «Non consentiamo a nessuna organizzazione impegnata in attività di terrorismo o di crimine organizzato di avere una presenza su Facebook. Rimuoviamo anche i contenuti che esprimono sostegno a gruppi che si distinguono per il loro comportamento violento o criminale. Non è consentito sostenere o elogiare i leader di tali organizzazioni o giustificare le loro attività violente».
La distribuzione del documentario, che ha promosso una petizione su change.org per rendere nuovamente visibile la pagina, ha replicato: «Noi stavamo denunciando, non certo difendendo quanto accade in queste ore negli Stati Uniti in termini di razzismo e xenofobia. Sono fatti. È cronaca. Quali sarebbero i pericoli che la comunità avrebbe corso leggendo i post pubblicati sulla pagina? Lo chiediamo a Facebook, ma lo chiediamo anche al pubblico, invitandolo a firmare la petizione per ottenere la riapertura della pagina “L’anima nera di Donald Trump”. Da un lato abbiamo un documentario che ha passato il vaglio della censura ed è proiettato nelle sale italiane senza alcun limite d’età. Dall’altro, Facebook cancella la pagina e impedisce ai suoi utenti di fruire di questi contenuti. Dietro l’elezione dell’attuale presidente degli Stati Uniti c’è un coacervo di forze che si richiamano ai valori più radicati dell’estrema destra: il razzismo, l’antisemitismo, la difesa della supremazia della “razza bianca”. Gli algoritmi di Facebook dovrebbero tutelare gli utenti, nascondendo i contenuti violenti, razzisti o criminali, ma di fatto in questo caso stanno ottenendo l’effetto contrario».
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Qui il link al trailer di “L’anima nera di Donald Trump”