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Unione Europea 11 Giu 2014

Egitto, pugno duro delle autorità contro blogger e attivisti

Pugno duro delle autorità egiziane contro blogger e attivisti per i diritti umani, tre giorni dopo l'insediamento alla presidenza dell'ex generale dell'esercito, Abdel Fattah al Sisi. Uno dei protagonisti sul web della rivolta anti-Mubarak del 2011, Alaa Abdel Fattah, e altre 24 persone sono state condannate a 15 anni di carcere, con l'accusa di aver partecipato a una manifestazione non autorizzata. La moglie dell'attivista ha denunciato su Twitter di essere stata picchiata dagli agenti durante l'arresto del marito. I poliziotti avrebbero inoltre sequestrato loro i cellulari e i computer.

Pugno duro delle autorità egiziane contro blogger e attivisti per i diritti umani, tre giorni dopo l'insediamento alla presidenza dell'ex generale dell'esercito, Abdel Fattah al Sisi. Uno dei protagonisti sul web della rivolta anti-Mubarak del 2011, Alaa Abdel Fattah, e altre 24 persone sono state condannate a 15 anni di carcere, con l'accusa di aver partecipato a una manifestazione non autorizzata. La moglie dell'attivista ha denunciato su Twitter di essere stata picchiata dagli agenti durante l'arresto del marito. I poliziotti avrebbero inoltre sequestrato loro i cellulari e i computer.

Amnesty International ha definito la sentenza come "un'oltraggiosa parodia della giustizia". "Protestare pacificamente non è un reato. Se questa è l'unica base della condanna, gli attivisti devono essere rilasciati immediatamente e senza condizioni", ha dichiarato Hassiba Hadj Sahraoui, vicedirettrice del Programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International. "È profondamente preoccupante il fatto che, appena iniziata la presidenza di Abdel Fattah al-Sisi, i tribunali stiano già emettendo condanne contro chi critica le autorità. Con la sentenza emessa nei confronti di uno dei più noti attivisti egiziani, le autorità hanno fatto sapere che non tollereranno alcuna espressione di sfida o di critica", ha proseguito Sahraoui.
I 25 attivisti sono stati processati in relazione a una manifestazione pacifica convocata lo scorso novembre, sotto il palazzo del Senato, dal gruppo 'No ai processi militari nei confronti dei civili', per chiedere che dalla bozza di Costituzione venisse rimossa la norma riguardante i processi di imputati civili di fronte alle corti marziali. Gli attivisti sono stati condannati per manifestazione non autorizzata, aggressione a pubblici ufficiali, furto di una ricetrasmittente in dotazione alla polizia e ostacolo ai lavori delle istituzioni nazionali.
Nello stesso giorno della condanna dei 25 attivisti, un giudice egiziano ha esteso per altri 45 giorni la detenzione di un giornalista di al Jazira, da quasi cinque mesi in sciopero della fame. Abdullah Elshamy era stato fermato al Cairo lo scorso 14 agosto, durante le cariche della polizia per disperdere i sostenitori del deposto presidente Morsi. L'uomo deve essere ancora processato, mentre altri tre giornalisti della stessa emittente sono alla sbarra per diffamazione e sostegno ai Fratelli Musulmani. (IL CAIRO, 11 GIUGNO - AGI/REUTERS)

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