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Editoria 20 Apr 2005

Editoria: preoccupazioni Fnsi per Legge Bonaiuti. L'emendamento del governo non recepisce gran parte delle proposte del sindacato sull'Inpgi 2 e i prepensionamenti Penalizzato il no-profit Critiche da Mediacoop e Sinagi Slc-Cgil

“Il Sindacato dei giornalisti esprime grande preoccupazione per il testo degli emendamenti presentati dal Governo al disegno di legge Bonaiuti sull’editoria in discussione alla Commissione Cultura della Camera.

“Il Sindacato dei giornalisti esprime grande preoccupazione per il testo degli emendamenti presentati dal Governo al disegno di legge Bonaiuti sull’editoria in discussione alla Commissione Cultura della Camera.

Il Segretario Generale, Paolo Serventi Longhi, ha dichiarato: “Il Sindacato dei giornalisti esprime grande preoccupazione per il testo degli emendamenti presentati dal Governo al disegno di legge Bonaiuti sull’editoria in discussione alla Commissione Cultura della Camera. Secondo quanto risulta alla Fnsi, delle numerose proposte di emendamento presentate dalla Federazione della Stampa e dall’Inpgi, è stata accolta soltanto quella riguardante la possibilità che l’Istituto possa avvalersi in giudizio della collaborazione degli avvocati dipendenti. Nulla sull’esonero dall’obbligo di versare i contributi alla gestione separata per i giornalisti che esercitano attività autonoma e che percepiscono redditi inferiori ai 5000 euro. Nulla, inoltre, sul ruolo dello stesso Inpgi nelle vertenze relative agli stati di crisi e alle richieste di prepensionamenti e Cigs. Nulla circa le norme relative al versamento dei contributi per l’Inpgi 2. Nulla sulla possibilità di affermare il principio della distribuzione tra editori e giornalisti dei proventi relativi alla riproduzione, tramite rassegne stampa, di articoli e servizi giornalistici. Sempre secondo quanto si apprende, gli emendamenti presentati dal Governo penalizzano le aziende editoriali no-profit ed in cooperativa, e tutta la pubblicistica di opinione, di idee e religiosa. Con conseguenze davvero pesanti sul pluralismo dell’informazione e sull’occupazione dei giornalisti. Un provvedimento che non recepisca le istanze di equilibrio dell’informazione scritta e del rispetto delle regole per quanto riguarda il giornalismo, sarebbe non solo inutile, ma dannoso in un momento tanto delicato per la comunicazione nel nostro Paese.” Mediacoop, Associazione delle Cooperative Editoriali e della Comunicazione, ritiene che gli emendamenti presentati dal governo e dal relatore al Disegno di legge sull'editoria, alla Commissione Cultura della Camera ''abbiano cancellato mesi di lavoro della Commissione, di dialogo con l'opposizione e di ascolto con le parti sociali (in primo luogo l'editoria non profit)''. Secondo Mediacoop ''vengono, infatti, rimangiate scelte tese a riequilibrare un settore - come quello dell'editoria a stampa - caratterizzato anch'esso da processi di concentrazione, come la definizione di una riserva in favore dell'editoria cooperativa non profit per la pubblicita' istituzionale e i bandi di gara, su cui si era espresso un orientamento favorevole dalla commissione''. Inoltre a loro avviso ''si rendono ancora piu' precarie e meno garantite le modalita' di pagamento dei contributi dell'editoria ai giornali cooperativi, di fondazioni e politici''. ''Si pretende - sempre per Mediacoop - di cancellare la liberta' dell'informazione online, con vincoli insostenibili che farebbero dell'Italia l'unico paese in Europa che irreggimenta il web. Si rifiuta di adeguare il contributo per i periodici non profit -fermo da 14 anni a 200 lire- che richiederebbe un impegno di spesa limitato, mentre si propone di sperperare risorse per una molteplicita' di contributi ad personam, inventati per aziende 'amiche', contro ogni regola di decenza. Si introducono norme gravi e sconsiderate, come la richiesta del pagamento dei diritti d'autore per coloro, studenti e studiosi, che ricorrono al prestito librario, da parte delle biblioteche pubbliche''. Per Mediacoop, ''in un contesto caratterizzato dalla crescita degli squilibri nel settore, la legge Bonaiuti - cosi' come verrebbe definita da questi emendamenti- finirebbe con il caratterizzarsi non come una forma di tutela democratica del pluralismo, ma come un intervento teso a cristallizzare e aggravare le tendenze in atto''. (ANSA). "Forti perplessita' sulla reale volonta' del governo di dare concreto sviluppo e progressivi miglioramenti all'editoria italiana''. E' stata espressa al termine di un incontro tra il Sinagi Slc-Cgil, sindacato nazionale dei giornalai, e i parlamentari dell'Unione presenti nella commissione Cultura della Camera che discute il ddl Bonaiuti: Colasio, Carra, Grignaffini, Giulietti, Tocci, Bulgarelli e De Simone. ''Deriva da qui - scrive il Sinagi - la forte preoccupazione per la persistente ricerca di una veloce approvazione del disegno di legge Bonaiuti, specificatamente riguardo l'articolo 4, malgrado recenti sentenze del Consiglio di Stato semplifichino l'interpretazione dei termini del Decreto legislativo 170 del 2001 da cui traeva motivazione il disegno di legge governativo. Insistere su un riassetto della rete di vendita, non tenendo conto del valore delle suddette sentenze e senza mai aver riunito, nonostante le promesse, l'Osservatorio per il monitoraggio sul mercato editoriale, significa operare forzature tali da comportare iniziative sindacali''. A conclusione dell'incontro i deputati dell'Unione, sostenendo le tesi del Sinagi, hanno espresso l'intenzione di chiedere un incontro urgente con il sottosegretario Bonaiuti ''al fine di avere adeguati chiarimenti dal governo prima di procedere alla fase successiva dell'iter legislativo''. (ANSA)

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