«Sottosegretario Vito Crimi, casta sarà lei». Così, in una nota, la Commissione nazionale lavoro autonomo della Fnsi risponde al delegato all'Editoria dell'esecutivo all'indomani della manifestazione davanti al ministero dello Sviluppo Economico contro la precarietà e per il pluralismo. «Casta sarete voi: perché sarebbe interessante confrontare le buste paga dei giornalisti autonomi, freelance, precari che ieri erano sotto le finestre del Ministero con le vostre. Chi è, quindi, la casta?», chiede la Commissione dei freelance della sindacato.
«Prima di rilasciare giudizi sferzanti e infondati su chi vive sulla propria pelle un mercato del lavoro, quello dell'informazione, che sempre di più si fonda sullo sfruttamento dei giornalisti non dipendenti, la esortiamo a occuparsi di alcuni temi già oggi nella sua piena disponibilità. Se vuole davvero essere utile alla causa dei precari dell'informazione esorti il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, a procedere all'approvazione delle tabelle di liquidazione giudiziale dei compensi per giornalisti, unica categoria professionale a non avere questo 'privilegio' (Legge 27/2012). Esorti il governo e i gruppi parlamentari di maggioranza a sostenere l'abolizione dei cococo, forma di sfruttamento legalizzata con cui facciamo i conti, a migliaia, in Italia. Infine, sottosegretario Crimi, convochi la commissione per l'equo compenso (Legge 233/2012). La legge c'è, va solo attuata», scrive la Commissione.
«Ci preme, infine, sottolineare – concludono i lavoratori autonomi – che il taglio del fondo per l'editoria e il pluralismo è la via più breve e sicura per aumentare precari e disoccupati. Quindi, invitiamo il governo a uscire dal tunnel della propaganda e immergersi, come noi, nella dura realtà».