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Fnsi 01 Giu 2004

Editoria, Caltagirone rileva da Sensi Corriere Adriatico per 24 milioni di euro. Fnsi: "Serve chiarezza sull'acquisizione". Il Corriere Adriatico non pubblica la notizia della cessione. Il Cdr chiede un incontro a Sensi. Il presidente della Regione:

Editoria, Caltagirone rileva da Sensi Corriere Adriatico per 24 milioni di euro. Fnsi: "Serve chiarezza sull'acquisizione". Il Corriere Adriatico non pubblica la notizia della cessione. Il Cdr chiede un incontro a Sensi. Il presidente della Regione: "Questo giornale è un patrimonio delle Marche"

Editoria, Caltagirone rileva da Sensi Corriere Adriatico per 24 milioni di euro. Fnsi: "Serve chiarezza sull'acquisizione". Il Corriere Adriatico non pubblica la notizia della cessione. Il Cdr chiede un incontro a Sensi. Il presidente della Regione: "Questo giornale è un patrimonio delle Marche"

Franco Sensi avvia il riassetto del suo gruppo, finalizzato anche all'aumento di capitale dell'A.S. Roma, cedendo il 'Corriere Adriatico' a Francesco Gaetano Caltagirone per 24 milioni di euro. Caltagirone Editore, si legge in una nota del gruppo romano, attraverso le proprie partecipate Sigma Editoriale e Cedfin, ha sottoscritto con Franco Sensi e la Società Veronese Gestione Compravendita Immobili (Gruppo Sensi) un contratto di acquisto condizionato dell'intero pacchetto azionario della Società Editrice Adriatica, editrice del quotidiano 'Corriere Adriatico'. Il valore della transazione, precisa ancora il comunicato, è di 24 milioni di euro. (ANSA) Il "Corriere Adriatico", antica testata quotidiana delle Marche che si stampa ad Ancona dal 5 ottobre 1860, cambia proprieta'. L'imprenditore Franco Sensi, per far fronte alla situazione debitoria della Roma calcio, ha infatti ceduto il giornale a Francesco Gaetano Caltagirone, titolare delle societa' editrici che pubblicano "Il Messaggero" di Roma ed "Il Mattino" di Napoli. Fra le parti e' stato sottoscritto un contratto di acquisto condizionato dell'intero pacchetto dalla Societa' editrice adriatica SpA (Sea) e dalla Societa' veronese gestione compravendita immobili SpA, entrambe facenti capo a Sensi, per poco piu' di 24 milioni di euro. Sensi, la cui famiglia ha origini marchigiane tanto che lo stesso Franco e' stato pure sindaco di Visso (Macerata), aveva acquistato il quotidiano (che si chiamava all'epoca "Voce Adriatica" nel 1971, anche su pressioni del mondo politico locale. Il giornale venne rilanciato su scala regionale come "Corriere Adriatico", il nome che aveva avuto dal 1926 alla fine della seconda guerra mondiale. Il presidente della Roma calcio l'aveva rilevato dalla Democrazia Cristiana che fino ai primi anni Settanta ne era stata la proprietaria. Il "Corriere" era seguito, in qualita' di amministratore delegato, dalla figlia di Franco Sensi, Silvia. Nel corso della sua vita ultracentenaria il quotidiano di Ancona si era anche chiamato "L'Ordine". Ora si tratta di vedere quale ruolo sara' riservato dalla nuova proprieta' al "Corriere Adriatico" dopo che "Il Messaggero" aveva negli ultimi anni rafforzato la sua presenza nelle Marche dedicando a ciascuna delle quattro province pagine di cronaca locale. (AGI) La Federazione della stampa chiede alla nuova proprieta' del Corriere Adriatico di chiarire quale sia il progetto editoriale che sovrintende all'acquisizione e domanda alla Fieg un incontro che chiarisca i dettagli dell'operazione. In una nota, la Fnsi ritiene che la cessione del Corriere Adriatico rappresenti un fatto nuovo nel panorama editoriale marchigiano, peraltro abituato ai tentativi di grandi gruppi editoriali di insidiare la quota di mercato dell'unico quotidiano marchigiano. Oggi - prosegue la nota - il Corriere Adriatico viene acquistato dal gruppo editoriale che ha speso di recente le maggiori energie per rafforzarsi nelle Marche, con edizioni locali in aperta concorrenza con il quotidiano regionale. Il sindacato dei giornalisti chiede alla nuova proprieta' di conoscere il progetto editoriale che si nasconde dietro all'operazione, esprimendo la naturale preoccupazione per il fatto che l'acquisto possa avere ripercussioni sugli organici dei due giornali. A questo proposito - conclude la Fnsi - e' necessario, in tempi rapidi, un incontro Fnsi-Fieg, per un'informativa dettagliata sull'operazione e per attivare i meccanismi a tutela contrattuale e dell'occupazione". (AGI) La notizia della cessione del Corriere Adriatico al gruppo Caltagirone non compare nell'edizione di oggi del quotidiano marchigiano, mentre figura nei giornali che hanno inserti locali come il Messaggero (che, pero', l' ha inserita nel fascicolo nazionale) e il Resto del Carlino. Il cdr del Corriere Adriatico ha chiesto un incontro al direttore generale della Sea, che potrebbe avvenire in giornata. Un incontro e' stato chiesto unitariamente anche dai sindacati di categoria Slc-Cgil e Fistel-Uil (poligrafici), che - in attesa di conoscere i dettagli dell' operazione - dovrebbe non prima di qualche giorno. (ANSA). Il Comitato di redazione del Corriere Adriatico, a seguito delle notizie sulla vendita del quotidiano, ha chiesto un ''incontro immediato con la Sea S.p.A. nella persona dell' amministratore delegato dott.ssa Silvia Sensi''. Lo comunica l' organo sindacale in una nota inviata alla stessa figlia di Franco Sensi, al direttore generale Luciano Montali, al direttore della testata Paolo Traini, alla Fnsi, al Sigim (il sindacato dei giornalisti marchigiani) e agli organi di informazione. Nel frattempo, il Cdr ha convocato un' assemblea straordinaria, attivando ''fin da ora tutti gli organi istituzionali preposti per la tutela del posto di lavoro e delle professionalita' dei giornalisti della Sea S.p.A.''. (ANSA). ''Il Corriere Adriatico rappresenta la piu' antica testata dell' informazione regionale nelle Marche, e dunque un patrimonio per tutta la collettivita''': lo ha detto il presidente della Regione Marche Vito D'Ambrosio dopo aver appreso la notizia del passaggio di proprieta' del quotidiano dalla famiglia Sensi all'editore Caltagirone, attuale editore del Messaggero. ''Mi auguro - ha aggiunto il governatore delle Marche - che quella che all'apparenza si configura come una normale operazione di transazione all'interno delle regole del mercato editoriale, vada nella direzione dell'arricchimento, del potenziamento dell'informazione regionale, in definitiva della salvaguardia e dello sviluppo dei livelli di autonomia e indipendenza della funzione giornalistica''. ''Voglio sottolineare questi concetti - ha concluso - poiche' penso che il tema della razionalizzazione del mercato editoriale, che a volte produce concentrazioni e omologazioni, sia molto delicato e complesso e coinvolga, in fin dei conti, il terreno stesso dei livelli di democrazia di un paese''. (ANSA).

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