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Associazioni 06 Nov 2012

Editori tentati da riduzione del costo di lavoro giornalistico? Abbiano coraggio e guardino a modelli europei e d'oltreoceano

Il direttivo dell'Associazione Stampa Romana sottolinea con forza come prosegua e, per certi versi si aggravi, il difficile momento dell'Editoria del Lazio e di quella italiana in generale. In particolare lo sciopero dichiarato dai giornali del Gruppo l'Espresso, segnala come i grandi gruppi editoriali siano tentati di proseguire sulla strada della riduzione del costo del lavoro, in particolare quello giornalistico, come unico strumento di governo della crisi.

Il direttivo dell'Associazione Stampa Romana sottolinea con forza come prosegua e, per certi versi si aggravi, il difficile momento dell'Editoria del Lazio e di quella italiana in generale. In particolare lo sciopero dichiarato dai giornali del Gruppo l'Espresso, segnala come i grandi gruppi editoriali siano tentati di proseguire sulla strada della riduzione del costo del lavoro, in particolare quello giornalistico, come unico strumento di governo della crisi.

A fronte di questo il Direttivo della Asr:

DENUNCIA l'assoluta inconsistenza di piani di rilancio delle testate e l'assenza pressoché totale di ricerca di modelli di business o di prodotti adatti ai nuovi scenari digitali. In questo contesto è inaccettabile la richiesta di nuovi stati di crisi con ulteriori perdite di posti di lavoro che impoverirebbero ancora di più le testate sotto il profilo delle professionalità, abbassando la soglia della qualità e minando definitivamente l'informazione nel suo dovere di completezza al servizio dei cittadini.

SUGGERISCE alla Fnsi di insistere con forza per aprire il tavolo più volte richiesto con Governo e FIEG, ma anche con gli altri soggetti del mondo editoriale, sul quale affrontare la crisi del settore in una prospettiva di sviluppo, con adeguate strategie e finanziamenti.

SOTTOLINEA come non sia più rinviabile una radicale riforma delle leggi di sistema (416 e sue modificazioni, ma anche legge Gasparri e norme antitrust) per modernizzare il settore, sviluppare nuove iniziative, far crescere le professionalità anche utilizzando lo strumento della formazione.

CHIEDE alla Fnsi di porre immediatamente la questione della modifica delle regole che sovrintendono alla concessione degli stati di crisi. In particolare vanno cambiati i due decreti che portano la firma del Ministro Sacconi e che si sono rivelati inefficaci nel governo degli stati di crisi. Queste disposizioni hanno di fatto concesso mano libera agli editori nel taglio dei posti di lavoro, anche a fronte di bilanci non disastrosi e, in alcuni casi, persino in attivo.

SFIDA gli editori a un'inversione di marcia che esalti le loro capacità imprenditoriali, magari guardando anche a virtuosi modelli europei o d'oltreoceano. Non è più accettabile che l'unico scopo dei vari management sia distribuire dividendi agli azionisti e bonus a se stessi con scarsissima attenzione al valore e alla qualità dei prodotti informativi.

RICORDA ai C.d.R. e Fiduciari e a tutti gli organismi sindacali della categoria che è necessario vigilare e denunciare con tempestività l'utilizzo indebito di colleghi assunti con contratti diversi dal vigente Cnlg, lo sfruttamento dei colleghi collaboratori esterni e l'impiego di giornalisti pensionati, magari in ruoli dirigenziali. Fatto, quest'ultimo, che impedisce sia il normale turnover aziendale, sia le progressioni di carriera dei colleghi, sia soprattutto la stabilizzazione dei tantissimi collaboratori esterni.

@fnsisocial

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