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Fnsi 01 Giu 2004

Direttore e cronista de "il Resto del Carlino" condannati per un'inchiesta su una ex municipalizzata di Modena. Fnsi : "Troppe querele condizionano la libertà d'informazione: serve una riforma di legge". Aser: "Querele per tutelarsi o per condizion

Direttore e cronista de "il Resto del Carlino" condannati per un'inchiesta su una ex municipalizzata di Modena. Fnsi : "Troppe querele condizionano la libertà d'informazione: serve una riforma di legge". Aser: "Querele per tutelarsi o per condizionare l’informazione?"

Direttore e cronista de "il Resto del Carlino" condannati per un'inchiesta su una ex municipalizzata di Modena. Fnsi : "Troppe querele condizionano la libertà d'informazione: serve una riforma di legge". Aser: "Querele per tutelarsi o per condizionare l’informazione?"

La Giunta Esecutiva della Federazione Nazionale della Stampa Italiana ha approvato il seguente comunicato: “La via giudiziaria per condizionare la libertà di informazione sta diventando un fenomeno allargato che preoccupa il mondo dell’informazione. Nei giorni scorsi, il direttore ed un giornalista de “il Resto del Carlino” sono stati condannati in primo grado per avere realizzato una lunga inchiesta su Meta, azienda modenese di servizi a maggioranza pubblica. Appare inaccettabile e pericoloso che la vicenda giudiziaria punti non tanto su frasi di un articolo o su un singolo servizio, quanto sulla “campagna di stampa”, cioè su una modalità corrente dell’informazione di inchiesta su fatti di rilevante interesse pubblico. Stupisce il ricorso a iniziative giudiziarie che di fatto ostacolano il lavoro dei giornalisti anche in una realtà dove normalmente è ricco e variegato il dibattito e il confronto. Querele per diffamazione e richieste di forti risarcimenti sono ormai una strada pericolosamente invitante per quanti intendono condizionare la libertà di cronaca e di critica. Anche per questo, la Fnsi da tempo sollecita il Governo e le forze politiche a dare vita ad una nuova normativa di legge in materia, approvando un testo già all’esame del Parlamento che sia compatibile con l’autonomia dei giornalisti e la libertà dell’informazione”. L'Aser (Associazione Stampa dell'Emilia-Romagna) comunica: La via giudiziaria per condizionare e comprimere la libertà di cronaca e di critica sta diventando un fenomeno tale da destare allarme e preoccupazione nel mondo dell’informazione. La querela per diffamazione a mezzo stampa da legittimo strumento di tutela della dignità del cittadino va sempre più trasformandosi, in modo abnorme, in strumento di pressione sui giornalisti per comprimere la libertà di informazione. Un fenomeno che investe, ormai, anche il lavoro giornalistico sui temi dell’economia e dell’Amministrazione pubblica, argomenti rispetto ai quali, se possibile, è ancor più necessario il massimo di trasparenza e di informazione dei cittadini. Il quadro si arricchisce, ogni giorno, di nuovi episodi inquietanti. Fra i più recenti, la sentenza di primo grado che condanna a pesantissimi risarcimenti il Direttore ed un redattore de il Resto del Carlino per una lunga serie di articoli di cronaca e di approfondimento circa le sorti della ex-municipalizzata di Modena, azienda di servizi, a maggioranza pubblica. Appare inaccettabile e pericoloso che tutta la vicenda giudiziaria si basi non già sulla legittima contestazione di singoli articoli o di frasi contenute in un determinato servizio e ritenute offensive, ma sulla contestazione delle modalità di iniziativa del giornale e sulle tesi critiche sostenute dal giornalista. Infatti, la trasformazione in società per azioni e la successiva quotazione in borsa di tale azienda, Meta, è obiettivamente un fatto di rilievo per una città come Modena, non a caso per mesi al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica, delle forze politiche e sindacali, con la forte presenza di voci critiche. Un simile fatto non poteva che essere seguito costantemente dai mezzi d’informazione. E’ in questo contesto che è maturata la decisione di querelare, mettendo nel mirino un lavoro informativo scomodo perché capace di dare voce alle diffuse critiche all’operato dei vertici aziendali. Stupisce che ciò avvenga in una città normalmente abituata ad un ricco e variegato dibattito ed al confronto anche duro tra posizioni diverse. Querele per diffamazione, richieste di risarcimenti milionari, sono diventati una strada pericolosamente invitante per quanti intendono condizionare la libertà di cronaca e di critica. In questa come in altre vicende, l’Associazione stampa dell’Emilia-Romagna (Aser) intende svolgere un ruolo di sostegno ai colleghi e di sollecitazione affinché si definiscano, a livello parlamentare, nuove regole per la materia che sappiano contemperare l’irrinunciabile diritto dei cittadini a tutelare la propria dignità ed onorabilità, soprattutto attraverso lo strumento della rettifica, e quello dei giornalisti a svolgere criticamente la loro professione, garantendo un altro diritto dei cittadini: quello di conoscere i fatti e le opinioni in campo ed esserne informati. Le proposte di legge vi sono: si tratta di discuterle, approfondirle ed approvarle.

@fnsisocial

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