Si è svolto il 25 febbraio scorso, a Firenze, il primo incontro pubblico sul giornalismo e l’editoria digitale in Toscana, organizzato dal gruppo Di.gi.ti. (giornalisti digitali toscani) e dall’Associazione Stampa Toscana, nella sede del sindacato giornalisti toscani (Ast).
Un punto di partenza importante per approfondire la situazione del settore e capire quali sono i problemi reali e quale interventi possano essere messi in campo dal sindacato per difendere la dignità e il lavoro degli addetti del settore, indipendentemente dalla loro iscrizione all'Ordine dei giornalisti e per rafforzare la struttura industriale dell’editoria digitale, non solo in Toscana.
Non a caso all’ incontro del 25, ha partecipato anche un rappresentante dell’Anso (Associazione nazionale degli editori online), Fabrizio Gherardi, dell’Esecutivo dell’Associazione.
Nel corso del dibattito, cui erano presenti oltre venti persone, in rappresentanza di altrettante testate online, è stato intrapreso un primo percorso di acquisizione e conoscenza delle molteplici esperienze giornalistico/editoriali realizzate e in corso di allestimento sul web toscano.
Ogni collega ha raccontato brevemente le proprie esperienze, ha presentato il proprio lavoro e indicato i principali problemi che affliggono quotidianamente le redazioni on line. All'incontro mancavano, però, le voci dei giornalisti e dei responsabili delle redazioni online dei quotidiani tradizionali (Nazione, Tirreno, Corriere Fiorentino, Repubblica, etc., etc.): una lacuna che si spera di colmare in una prossima riunione, programmata per venerdì 25 marzo.
Si è trattato di un incontro esplorativo, destinato prima di tutto, a mettere a fuoco le questioni principali che caratterizzano il settore.
Dagli interventi è emersa una prima conferma della debolezza economico-finanziaria di molte delle iniziative editoriali presenti in Toscana e della frequente sovrapposizione fra ruoli giornalistici e ruoli imprenditoriali nelle stesse persone.
L'on line, secondo il parere diffuso dei partecipanti all'incontro, si conferma, anche in Toscana, un giornalismo di frontiera, e un accesso ad un segmento imprenditoriale in via di formazione; considerato dalla grande maggioranza degli intervenuti anche una possibile ricchezza e un orizzonte molto interessante per il futuro.
Un quadro che, secondo alcuni, dovrebbe spingere a un realismo coraggioso da parte delle istituzioni del giornalismo italiano (primo fra tutti il sindacato), per non correre il pericolo di arroccarsi inutilmente nella difesa dell’assetto attuale della professione, perdendo di vista l'enorme e ancora quasi del tutto incontaminato palcoscenico del giornalismo digitale.
Dall’incontro è emersa anche una forte richiesta di formazione per gli addetti, un campo su cui il sindacato – come ha poi spiegato Paolo Ciampi, Presidente dell’Ast – può avere un ruolo molto importante, anche in raccordo con la Regione e gli altri enti locali.
Un settore, quello della formazione, che è stato definito strategico anche da Gherardi, dell’Anso, per il futuro della professione giornalistica e per tutto il comparto digitale, indicando come l’atteggiamento "laico" dell’Ast sulla questione digitale apra forti possibilità di convergenza con le aziende nell’affrontare i problemi.