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Governo 14 Feb 2007

Ddl Gentiloni, il documento illustrato dalla Fnsi alla Camera dei Deputati

Ddl Gentiloni sull'emittenza - Pubblichiamo il documento che illustra la posizione della Federazione Nazionale della Stampa Italiana nell'audisione alla Camera dei Deputati:

Ddl Gentiloni sull'emittenza - Pubblichiamo il documento che illustra la posizione della Federazione Nazionale della Stampa Italiana nell'audisione alla Camera dei Deputati:

- Apprezziamo il metodo: non può esserci buona legge senza un serio confronto con le rappresentanze del settore. Il mondo del lavoro chiede di contare, in un dibattito che troppo spesso ha coinvolto solo forze politiche e imprenditori. - E' nostra da anni la richiesta di una riforma: ancora più forte dopo che la Gasparri ha ulteriormente attenuato i limiti antitrust nell'emittenza ed ha disegnato per il servizio pubblico un'inaccettabile prospettiva di privatizzazione. - Chiediamo che la nuova regolamentazione ponga al centro la tutela e lo sviluppo del pluralismo dell'informazione: esso è da considerare "un bene primario anche rispetto alla libertà d'iniziativa economica", come ha ricordato recentemente il Presidente dell'Agcom Calabrò. - Auspichiamo una ripartizione delle risorse economiche assai più equilibrata dell'attuale. Consideriamo anche noi seriamente anomalo, rispetto al quadro esistente negli altri grandi Paesi dell'Europa occidentale, il rapporto italiano fra gli investimenti pubblicitari che vanno alla televisione e quelli destinati alla carta stampata. - L'intervento legislativo deve essere l'occasione per l'apertura di tutti i mercati: deve portare l'Italia fuori dal duopolio che ha fin qui compresso lo sviluppo della tv analogica, così come deve impedirne la riproposizione nel digitale terrestre ed aprire il monopolio che si è già determinato nel digitale satellitare. - Il passaggio al digitale terrestre va imboccato con maggiore decisione. Vanno ridotti i tempi di una fase di transizione che, se troppo lunga, rischia di non indurre gli operatori a scelte nette e irreversibili: tanto gli operatori attuali della Tv, quanto tutti gli altri soggetti della comunicazione, visti gli intrecci crescenti che saranno determinati dalla convergenza multimediale. A questo riguardo riteniamo che, in coerenza con l'impianto complessivo della riforma, sia le frequenze che Rai e Mediaset libereranno quando una ciascuna delle loro reti dovrà lasciare l'analogico, sia le altre frequenze che comunque si renderanno disponibili non possano essere assegnate ad un nuovo operatore analogico: se questa possibilità non venisse esclusa si darebbe il segnale -negativo - che il passaggio al digitale può ancora attendere. - La nuova legge dovrebbe prevedere un riferimento specifico alla produzione di informazione e alla presenza di lavoro giornalistico come criteri rilevanti per l'attribuzione delle concessioni (sul modello di quanto, già nel '90, fece la legge Mammì). - Per il Sindacato è naturalmente un valore essenziale, nel giudizio sul nuovo assetto che sarà prodotto dalla riforma, la difesa dell’occupazione nel settore. - La radio rischia ancora una volta di essere oscurata dalla grande attenzione alla tv. E' un errore che la nuova regolamentazione deve evitare. Roma, 12 febbraio 2007

@fnsisocial

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