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Governo 03 Mar 2009

"Ddl Alfano, se lo conosci lo eviti", presentato nella sede della Fnsi il libro dell'Unione Cronisti al quale hanno partecipato, giornalisti, giuristi, magistrati, investigatori e avvocati

Il fronte del 'no' al provvedimento sulle intercettazioni telefoniche affila le armi della sua battaglia e da' alle stampe un quaderno messo a punto dall'Unci (Unione Nazionale Cronisti), dal titolo inequivocabile: ''Ddl Alfano, se lo conosci lo eviti''.

Il fronte del 'no' al provvedimento sulle intercettazioni telefoniche affila le armi della sua battaglia e da' alle stampe un quaderno messo a punto dall'Unci (Unione Nazionale Cronisti), dal titolo inequivocabile: ''Ddl Alfano, se lo conosci lo eviti''.

(ANSA) - ROMA, 3 MAR Una raccolta di autorevoli opinioni di giuristi, magistrati, avvocati, investigatori, giornalisti, molti dei quali presenti oggi nella sede della Fnsi per spiegare le ragioni della loro strenua opposizione. Una iniziativa che segue di pochi giorni quella che ha riunito Federazione della Stampa e Federazione degli Editori, insieme a politici e magistrati, ancora una volta per bocciare il provvedimento. Al tavolo dei relatori - tra gli altri - il segretario del sindacato unitario dei giornalisti, Franco Siddi, il presidente Roberto Natale, il presidente dell'Ordine Lorenzo Del Boca, il presidente dell'Anm Luca Palamara. ''Se il ddl Alfano - scrive Del Boca - vuole essere una vera riforma deve essere radicalmente modificato. Se vuol riscrivere le regole cui si devono attenere i magistrati per la raccolta e l'uso delle intercettazioni lo faccia ma senza limitare i diritti dei giornalisti ad informarsi e dei cittadini a essere informati. Se si vuole tutelare meglio la privacy dei cittadini si eviti di inserire negli atti non piu' coperti da segreto quelle intercettazioni che riguardano la sfera privata dei cittadini e che nulla hanno a che vedere con le ipotesi di reato. E poi si smetta di intimidire la stampa con le manette''. ''Si vuole strangolare - sono le parole di Natale - il diritto dei cittadini di sapere''. E, ''al Presidente del Consiglio che ama ripetere che in ogni comizio nessuno alza la mano quando lui chiede chi sia sicuro di non essere intercettato - e' il suggerimento del presidente della Fnsi - proponiamo di fare un altro sondaggio: chiedere in piazza chi avrebbe rinunciato a sapere di Moggi, di Fazio, della Parmalat e dei trapianti disposti da medici senza scrupoli''. Opposizione ferma anche dell'Associazione Nazionale Magistrati: Luca Palamara ha portato le ragioni delle toghe che vedono vanificarsi lo strumento delle intercettazioni: ''Il requisito dei 'gravi indizi di colpevolezza' comportera' la necessita' di un quadro probatorio identico a quello necessario per le misure cautelari personali, snaturando l'istituto e trasformandolo da mezzo di ricerca della prova a mezzo di conferma di una responsabilita' gia' individuata''. Un quaderno che contiene atti e documentazione come il 'Parere pro veritate' dei professori Enzo Cheli e Carlo Federico Grosso che la Fieg ha depositato alla Commissione Giustizia della Camera lo scorso ottobre. Inoltre, sara' inviato a ciascun deputato e senatore, oltre che ai rappresentanti delle Istituzioni.(ANSA).

@fnsisocial

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