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Editoria 30 Dic 2010

Dal governo uno schiaffo al parlamento Il Comitato per la libertà, il diritto all'informazione e alla cultura convocato in permanenza fino al ripristino dei finanziamenti

Dietro il taglio dei fondi all'editoria c'è per l'Fnsi un disegno chiaro del governo: "Spegnere le voci scomode". Ne è convinto Franco Siddi, segretario generale del sindacato dei giornalisti, che oggi ha rivolto un appello alle forze politiche affinché si battano per restituire all'editoria i 50 milioni di euro per il 2011 tagliati dal milleproproghe. L'occasione è stata una conferenza stampa convocata a Montecitorio dal Comitato per la libertà, il diritto all'informazione e alla cultura cui aderiscono tra gli altri anche Mediacoop, Cgil e Articolo 21.Si è trattato "dell'ennesimo scippo, anzi di una rapina con destrezza", ha sottolineato Siddi. Il taglio è stato deciso dal consiglio dei Ministri all'indomani della pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale della finanziaria che aveva restituito al settore 100 milioni di euro, dopo una battaglia politica bipartisan. Un'anomalia mal digerita

Dietro il taglio dei fondi all'editoria c'è per l'Fnsi un disegno chiaro del governo: "Spegnere le voci scomode". Ne è convinto Franco Siddi, segretario generale del sindacato dei giornalisti, che oggi ha rivolto un appello alle forze politiche affinché si battano per restituire all'editoria i 50 milioni di euro per il 2011 tagliati dal milleproproghe. L'occasione è stata una conferenza stampa convocata a Montecitorio dal Comitato per la libertà, il diritto all'informazione e alla cultura cui aderiscono tra gli altri anche Mediacoop, Cgil e Articolo 21.
Si è trattato "dell'ennesimo scippo, anzi di una rapina con destrezza", ha sottolineato Siddi. Il taglio è stato deciso dal consiglio dei Ministri all'indomani della pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale della finanziaria che aveva restituito al settore 100 milioni di euro, dopo una battaglia politica bipartisan. Un'anomalia mal digerita

"Il voltafaccia del governo è stato uno schiaffo al parlamento", ha sottolineato, "e può rivelarsi un colpo mortale per 92 testate gestite da cooperative, che danno lavoro a circa 4000 persone". Perché anche se le Camera dovesse porre rimedio alla decurtazione, ha ricordato, proprio in questi giorni le cooperative editoriali stanno negoziando con le banche i fidi per il 2011, dal momento che solo adesso stanno ricevendo i contributi del 2009. E visti i tagli in arrivo potrebbero vedersi negati il prestito.
Da qui l'appello al parlamento, ma anche al governo. "Il sottosegretario Paolo Bonaiuti si è impegnato e c'è la possibilità di un incontro il 10 gennaio", ha riferito Siddi, "non lasceremo nulla di intentato".

Sul ruolo di Bonaiuti ha insistito anche Articolo21. "Spetta a lui andare dal premier Silvio Berlusconi, del quale è portavoce, a chiedere il ripristino di quanto promesso. Oppure si dimetta", ha detto Michele Cervo a nome anche di Beppe Giulietti.

A infastidire molto il sindacato e le altre associazioni è che si sia accreditata la versione che il taglio del 5 per mille fosse stato necessario per finanziare l'editoria. "È stato ignobile far passare il sindacato come quello che voleva affamare l'associazionismo", ha spiegato il presidente dell'Fnsi Roberto Natale. "Perché invece non prendere i soldi altrove, per esempio dalle frequenze digitali", ha chiesto.

Comunque, ha aggiunto, "siamo noi che sfidiamo il ministro dell'Economia Giulio Tremonti sul terreno del rigore. Perché non taglia le mani ai furbi?". E poi, ha aggiunto, "nel paese del conflitto degli interessi il sindacato non può accettare che alcune voci dell'informazione siano chiusi, mentre i più forti si arricchiscono in un regime di monopolio o oligopolio".

Adesso si cercherà di porre rimedio e il Pd, con Vincenzo Vita, ha già preannunciato un emendamento al milleproproghe, subito sostenuto da Francesco Barbato dell'Idv. In caso contrario, nel fondo resterebbero solo 135 milioni di euro.

"Ho già parlato con il presidente della commissione Bilancio Azzollini che se lo attende", ha spiegato, e che dovrebbe raccogliere appoggi da entrambi gli schieramenti, com'era successo già con la finanziaria quando furono rimessi a bilancio cento milioni tagliati. Ma anche così, per il settore potrebbe continuare quello che il senatore del Pd Vincenzo Vita ha definito "un indecoroso killeraggio", grazie a una perdurante incertezza sui fondi.

"Sarebbe ora di mettere un punto fermo e trovare una soluzione con una legge di sistema", ha spiegato Lelio Grassucci di Mediacoop. "Noi entro un mese e mezzo presenteremo una proposta di legge che salvi il mondo dell'editoria, consenta alle imprese di avere un futuro, ma anche di far risparmiare lo Stato eliminando gli sprechi", ha preannunciato. (AGI)

IL COMUNICATO DEL COMITATO PER LA LIBERTÀ, IL DIRITTO ALL’INFORMAZIONE E ALLA CULTURA

Il giorno successivo alla pubblicazione della legge di stabilità sulla gazzetta ufficiale, con il decreto “mille proroghe” il governo ha dimezzato il fondo editoria portandolo da 100 milioni a 50.

Si tratta di un fatto gravissimo, che rimette in discussione la sopravvivenza di 92 testate in cooperativa, non profit e di partito. Una decisione che mette a rischio 4mila posti di lavoro tra giornalisti, poligrafici e indotto e crea ulteriori difficoltà anche ad altre aziende del settore.

Una scelta che rappresenta un durissimo schiaffo al parlamento e alla democrazia e pregiudica la credibilità dello Stato e della politica.

Una scelta che cancella gli accordi presi personalmente dal ministro Giulio Tremonti nelle commissioni parlamentari. Lo stesso presidente del consiglio Silvio Berlusconi, nella sua conferenza stampa di fine anno, ha sostenuto pubblicamente la necessità di trovare in tempi brevissimi una “soluzione condivisa” che non comprometta il pluralismo dell’informazione e la sostenibilità dei bilanci aziendali e previdenziali. Ci attendiamo che questo impegno fino ad oggi disatteso sia rispettato.

Chiediamo al parlamento di porre riparo rapidamente a questa questione durante la conversione in legge del “milleproroghe” ripristinando la consistenza dei fondi e la certezza della loro erogazione attraverso la ricostituzione del diritto soggettivo.

Questa situazione di incertezza su ogni singolo provvedimento economico non può più continuare. Da oltre dieci anni il parlamento e  i vari governi non sono riusciti a mettere un punto fermo e varare una riforma del settore funzionale e condivisa nel quadro di un riordino complessivo del sistema della comunicazione.

Il risultato di questo fallimento della politica è il mantenimento degli sprechi, di assurdi privilegi, l’opacità nell’erogazione di risorse pubbliche e l’affossamento di risorse importanti e di un valore culturale inestimabile che, con mille sacrifici, continuano a raccontare la società italiana in tutte le sue sfumature.

L’informazione italiana è malata. Lo dicono tutti gli indicatori economici e lo denunciano diverse agenzie e istituzioni anche internazionali.

Il problema non è solo dell’editoria. In tutti i provvedimenti di natura economica si consuma una gravissima sottovalutazione del valore della cultura, della conoscenza e dello spettacolo.

Questo comitato è perciò convocato in permanenza finché non sarà trovata una soluzione definitiva e proporrà di propria iniziativa entro gennaio  alle istituzioni, alle forze politiche e sindacali e all’opinione pubblica una proposta di riforma equa, partecipata e trasparente che garantisca certezze alle aziende interessate, qualità, indipendenza e pluralismo nell’informazione e risparmi alle casse dello stato.

EDITORIA, I NUMERI DI UNA CRISI 

-          Il fabbisogno complessivo dei contributi diretti e indiretti fino al 2005 è stato di 640 milioni.

 

-          Nel giro di tre anni lo stesso fabbisogno è stato ridotto a 414 milioni (dati 2008).

 

-          Il 1 aprile 2010 con la soppressione delle tariffe postali agevolate sono stati tagliati ulteriori 230 milioni.

 

-          Il fabbisogno 2010 dei contributi diretti ammonta a 180 milioni.

 

-          Il fabbisogno 2010 dei contributi indiretti per le tariffe postali non profit è di 30 milioni.

 

-          Nel bilancio della presidenza del consiglio per i contributi diretti sono stanziati solo 85 milioni. Perché bisogna ricordare che comunque sul fondo editoria gravano spese che nulla hanno a che fare col settore (convenzione con la Rai, debito pregresso verso Poste spa, spese varie).

 

-          La legge di stabilità aveva aumentato questo fondo di 100 milioni ma il milleproroghe li ha dimezzati (-50 milioni).

 

-          A novembre solo tra i giornalisti c’erano 384 cassintegrati, 450 dipendenti in contratto di solidarietà e 1.370 in disoccupazione.

 

-         Nel 2010 l’Inpgi stima di spendere a bilancio circa 15 milioni di euro per gli ammortizzatori sociali dei giornalisti (Cigs, solidarietà, mobilità).

EDITORIA: FAMMONI (CGIL), GOVERNO DEVE ANNULLARE TAGLI PER 2011

Roma, 30 dicembre - ''È evidente il tentativo di affossare un settore produttivo importante e di colpire la libertà di informazione''. Ad affermarlo in una nota è Fulvio Fammoni, il segretario confederale della Cgil a proposito dei tagli all'editoria, alle cooperative giornalistiche e alle emittenti private previsti nel milleproroghe.

''È la quarta volta in due anni -spiega Fammoni- che si tagliano risorse all'editoria e alle emittenti private e che poi, di fronte alle reazioni, si restituisce solo una parte. Anche stavolta si ripete il copione solito con il milleproroghe con un taglio di risorse che mette definitivamente in ginocchio aziende editoriali e piccole emittenti e crea un ulteriore dramma occupazionale''.

Il governo, rileva il sindacalista, ''non solo deve tornare indietro sui suoi passi, ma deve anche smetterla una volta per tutte di intervenire sull'editoria''. Secondo il segretario confederale

della Cgil, se il governo dovesse confermare le sue scelte disastrose, ''si dovrà organizzare una risposta di carattere straordinario all'altezza della gravità della situazione. Un'iniziativa di tutte le testate e le tv coinvolte, una iniziativa di tutta l'informazione italiana. È necessario anche pensare alla convocazione degli Stati Generali dell'editoria per elaborare una proposta di riforma del settore su cui chiederemo al Parlamento di discutere per arrivare al più presto all'approvazione di una legge''. (ADNKRONOS)

EDITORIA:CICCHITTO,IL POSSIBILE PER SALVARE PICCOLI GIORNALI

ROMA, 30 DICEMBRE - ''Per quanto riguarda il settore Editoria, ci auguriamo che sia fatto il possibile per salvare e consentire la contiguità dei piccoli giornali che hanno una effettiva vita editoriale''. Lo afferma il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto.  (ANSA) DENUNCIA DELLA CONSULTA DEI FIDUCIARI E COMITATI DI REDAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE STAMPA ROMANA
Roma, 30 dicembre - “Sarebbe un colpo gravissimo al pluralismo dell’informazione e alla stessa attività d’impresa la conferma da parte del Parlamento del taglio del 50% al Fondo per l’editoria e la cancellazione dello stanziamento a favore dell’emittenza locale fissati dallo stesso Parlamento con la legge di Stabilità 2011 nel novembre scorso e cancellati dal governo  con il decreto “Milleproroghe” per garantire la copertura del Fondo del 5 per mille per il volontariato”. E’ la denuncia della Consulta dei Fiduciari e Comitati di Redazione dell’Associazione stampa romana. “Ridurre della metà lo stanziamento per i giornali di idee, non-profit, cooperativi e politici avrebbe, infatti, effetti devastanti per un settore già pesantemente colpito dalla crisi. Con un colpo di mano del governo, a dispetto della volontà espressa dal Parlamento, si finirebbe per mettere irresponsabilmente a rischio il già difficile rapporto delle imprese editrici con il sistema bancario e rendendo problematica la stessa chiusura dei bilanci”. “Vi sono aziende  - continua la nota - che non possono attendere i 60 giorni della conversione del decreto “Milleproroghe” in legge, magari con gli eventuali emendamenti correttivi. Testate storiche come il Manifesto, Liberazione, Europa, il Secolo d’Italia e l’Unità vedrebbero messa a rischio la loro esistenza, come tante emittenti radio-televisive. In tutta Italia sarebbero una novantina di testate rischierebbero la chiusura e oltre quattromila dipendenti il posto di lavoro”.
La Consulta dei comitati di redazione, “ritenendo pretestuosa e inaccettabile la contrapposizione effettuata dal ministro dell’economia Tremonti tra le giuste esigenze del settore del volontariato e quello dell’editoria non profit, cooperativa,politica e di idee e dell’emittenza locale, invita il governo a ricercare altrove la copertura del fondo per il volontariato, non colpendo in modo irresponsabile un comparto “debole”, ma essenziale per il pluralismo dell’informazione. Considera un colpo gravissimo alla stessa libertà d’informazione l’eventuale taglio di risorse già definite dalla legge di Stabilità. Preoccupazione esprime anche per  i tagli al Fondo per lo spettacolo che colpisce pesantemente il mondo della cultura e del cinema. La Consulta dei comitati di redazione sollecita la segreteria di Stampa romana e la Fnsi a rispondere, come è stato con la “legge bavaglio”, con una immediata e adeguata mobilitazione dell’intera categoria e di quanti nel mondo della cultura, nella società civile, sindacati e forze politiche e sociali, hanno a cuore la difesa della libertà d’informazione.
La Consulta dei Fiduciari e Comitati di Redazione

FONDI EDITORIA, OGGI CONFERENZA STAMPA INDETTA DAL ‘COMITATO PER LA LIBERTÀ E IL DIRITTO ALL’INFORMAZIONE E ALLA CULTURA’ ALLA CAMERA PER DIRE NO ALLO “SCIPPO MILLEPROROGHE”

“Oggi giovedì 30 dicembre alle ore 15 nella sala stampa della Camera dei deputati è stata indetta un’urgentissima conferenza stampa da parte del ‘Comitato per la libertà e il diritto all’informazione e alla cultura’ per esprimere tutta la forte contrarietà della Fnsi, di Mediacoop, della Cgil, di Articolo 21 - e di tante associazioni e movimenti che hanno costituto negli anni scorsi il Comitato - contro il vero e proprio scippo di 50 milioni di euro all’informazione dei giornali di partito, cooperative, di idee e no profit.
Il Governo infatti, dopo aver reinserito nella legge di stabilità (ex finanziaria) le risorse all’editoria che erano state precedentemente decurtate, le ha di nuovo fatte sparire nel decreto ‘Milleproroghe’. Un vero e proprio scippo al pluralismo e alla libertà dell’informazione che metterà in ginocchio centinaia di testate e getterà sul lastrico oltre 4mila persone tra giornalisti e lavoratori del settore. Ieri mattina nella sede Fnsi, in una partecipata e animata riunione del Comitato, si è decisa la conferenza stampa di oggi alla Camera nella quale saranno esposti i fortissimi rilievi al decreto e le iniziative che saranno prese in tempi brevissimi”.  

 

FONDI EDITORIA, LA FNSI: “DECRETO MILLEPROROGHE CANCELLA 50 MILIONI DAL FONDO EDITORIA E 45 DAL FONDO PER L'EMITTENZA LOCALE. UN FATTO GRAVISSIMO, UNO SCHIAFFO AL PARLAMENTO E ALLA DEMOCRAZIA" RIUNIONE D’URGENZA IL 29 DICEMBRE DEL COMITATO PER LA DIFESA DELLA LIBERTÀ ED IL DIRITTO ALL’INFORMAZIONE
ROMA, 23 DICEMBRE - "Abbiamo appreso che il Governo, il giorno successivo alla  pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della legge di stabilità 2011, con il decreto 'Milleproroghe' ha cancellato 50 milioni dal Fondo editoria e 45 milioni dal fondo per il sostegno all'emittenza locale, cancellando di fatto quanto previsto dalla legge di stabilità"Lo dice la Fnsi che parla di "fatto gravissimo che rappresenta uno schiaffo al
Parlamento ed alla democrazia e mina dalle fondamenta la credibilità dello Stato e del Paese¯ e preannuncia una riunione di emergenza il 29 dicembre. Tornano a rischio - spiega - oltre 4000 posti di lavoro, oltre novanta testate giornalistiche e molte decine di emittenti locali con la perdita di numerosi altri posti di lavoro. Non si può giocare così sulla testa di migliaia di lavoratori, tra l'altro, in un settore così delicato per la democrazia del
Paese. Le risorse del 5 per mille vanno giustamente trovate ed i modi possono essere certamente individuati. E' incomprensibile che lo si faccia colpendo l'editoria che sta attraversando una fase di grande difficoltà e con il rischio della chiusura di tante testate anche storiche e di grande valore culturale. Per questo motivo è stato convocato il "Comitato per la difesa della libert… ed il diritto all'informazione" (che rappresenta
associazioni, sindacati e movimento della società civile) per il prossimo 29 dicembre alle ore 11 presso la sede della FNSI per assumere tutte le iniziative necessarie, anche clamorose, per porre riparo - conclude - a tale inconcepibile decisione e ripristinare la volont… del Parlamento" 

FONDI EDITORIA, LA FNSI: "NOTIZIE SEMPRE PIU' ALLARMANTI DI UN VERO SCIPPO DEL GOVERNO ALLA STAMPA LIBERA E ALLE RADIO LOCALI.

“Se fosse confermata la notizia del nuovo taglio ai fondi dell’editoria e alle radio locali saremmo di fronte ad un governo schizofrenico che indossa le vesti di un Babbo Natale che elargisce doni rubati. E’ difficile dire altro a meno di un mese dal ripristino dei fondi fatto con larga convergenza parlamentare e su iniziativa dello stesso governo con la legge di stabilità finanziaria. Se è in corso una vendetta politica, un ennesimo scontro nella maggioranza (evidentemente contro le voci che avevano determinato la svolta di un mese fa), ciascuno si assuma la propria responsabilità e non scarichi i problemi sull’informazione. I mezzi annunci negativi di oggi e le imbarazzatissime risposte di tutti gli organismi interessati, che fanno sapere di non conoscere il testo di un provvedimento di questo tipo, fanno pensare al peggio ma allo stesso tempo consentono al governo, se vuole, di evitare un’ennesima azione schizofrenica.

La stampa libera e le radio locali rappresentano un bene pubblico, che tutti i Paesi avanzati considerano tale e perciò da sostenere come interesse strategico democratico nazionale. Ecco anche perché, prima ancora di segnalare l’impoverimento delle voci e le conseguenze sul lavoro, un nuovo taglio adottato come uno scippo con destrezza sarebbe un pubblico delitto.

Ci auguriamo fortemente di essere smentiti nelle prossime ore”. MILLEPROROGHE: SIDDI, TAGLI EDITORIA OPERAZIONE BUGIARDA

ROMA, 23 DICEMBRE - ''È un'operazione bugiarda, vorrei dire perfino truffaldina, se pensiamo che meno di un mese fa era stato approvato un provvedimento nella legge di stabilità che ripristinava i contributi tagliati illegittimamente nel febbraio scorso. Oggi, con questo provvedimento che somiglia ad un vero e proprio fermo ideologico, si rischia di dare un colpo mortale a un settore delicatissimo dell'informazione. È l'atto di un

governo che diventa bugiardo e schizofrenico''. Così ai microfoni di CNRmedia Franco Siddi, segretario generale della Federazione Nazionale Stampa Italiana, sui tagli all'editoria previsti nel decreto milleproroghe.

''La reazione messa in moto ieri sera - prosegue Siddi – che ha visto in primo piano il sindacato dei giornalisti, altri organismi e alcune voci del parlamento, potrebbero indurre il Governo, nella sede di stesura del Milleproroghe, il cui testo non si conosce, a correggere questa impostazione o almeno ad attenuarla: non sarebbe la soluzione, ma un minimo atto di ravvedimento''. E conclude: ''Bisogna alzare l'asticella non

solo della protesta ma anche della sensibilità pubblica: il problema grave è che, in questo Paese, non si vuole riconoscere l'informazione come un bene pubblico. I mezzi che la trasmettono, tanto più quelli poveri fondati sul lavoro e sulla proiezione delle idee liberamente espresse che non sono materia di un mercato indistinto, hanno diritto ad esprimersi e sono la ricchezza di un paese civile''.   (ANSA)

 “MILLEPROROGHE” CANCELLA 50 MILIONI DI EURO DESTINATI ALL’EDITORIA: RIUNIONE D’URGENZA IL 29 DICEMBRE PROSSIMO IN FNSI DEL COMITATO PER LA DIFESA DELLA LIBERTÀ ED IL DIRITTO ALL’INFORMAZIONE

Roma 23 dicembre -  “Abbiamo appreso che il Governo - il giorno successivo alla  pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della legge di stabilità 2011-  con il decreto “Milleproroghe” ha cancellato 50 milioni dal Fondo editoria e 45 milioni dal fondo per il sostegno all’emittenza locale, cancellando di fatto quanto previsto dalla legge di stabilità.
Si tratta di un fatto gravissimo, rappresenta uno schiaffo al Parlamento ed alla democrazia e mina dalle fondamenta la credibilità dello Stato e del Paese.
Tornano a rischio oltre 4000 posti di lavoro, oltre novanta testate giornalistiche e molte decine di emittenti locali con la perdita di numerosi altri posti di lavoro. Non si può giocare così sulla testa di migliaia di lavoratori, tra l’altro, in un settore così delicato per la democrazia del Paese.
Le risorse del 5 per mille vanno giustamente trovate ed i modi possono essere certamente individuati. E’ incomprensibile che lo si faccia colpendo l’editoria che sta attraversando una fase di grande difficoltà e con il rischio della chiusura di tante testate anche storiche e di grande valore culturale.
Per questo motivo è stato convocato il “Comitato per la difesa della libertà ed il diritto all’informazione” (che rappresenta associazioni, sindacati e movimento della società civile) per il prossimo 29 novembre alle ore 11 presso la sede della FNSI per assumere tutte le iniziative necessarie, anche clamorose, per porre riparo a tale inconcepibile decisione e ripristinare la volontà del Parlamento”.

MILLEPROROGHE: BOZZA, RISORSE 5 PER MILLE DA TAGLI EDITORIA E TV LOCALI
ROMA, 22 DICEMBRE - Le risorse necessarie a finanziare il 5 per mille saranno reperite, in parte, attraverso il fondo sociale contenuto nella legge di stabilita', e saranno sottratte alcune voci come l'editoria e le emittenze tv e radio. E' quanto prevede la bozza del decreto milleproroghe. In particolare 50 milioni arriveranno dal taglio del sostegno all'editoria, altri 45 milioni dalle risorse per l'emittenza tv e radio. Altri 50 milioni dovrebbero arrivare dal fondo istituito con la manovra di luglio, che prevede la dotazione della stessa somma ''al fine di agevolare i piani di rientro dei comuni per i quali sia stato nominato un commissario straordinario''. (ADNKRONOS) MILLEPROROGHE: VITA, TAGLI EDITORIA SONO UNO SCHIAFFO
ROMA, 22 DICEMBRE - "Se confermati, i tagli all'editoria sarebbero di una gravità inaudita. Saremmo di fronte a una batosta per la libertà d'informazione e si mettono a rischio migliaia di posti di lavoro". Così, ai microfoni di CNRmedia, Vincenzo Vita, senatore PD, sui tagli all'editoria contenuti nel dectreto milleproroghe, tagli che andrebbero a sostenere il ripristino dei fondi per il 5permille. "Sono a rischio almeno cento testate. E la metà proprio a rischio chiusura. E almeno 4mila posti di lavoro. Se davvero sono stati tagliati questi fondi, si tratterebbe di un vero e proprio ceffone dato sotto l'albero da Tremonti" conclude Vita. (ANSA) MEDIACOOP. EDITORIA: UN TRAGICO GIOCO DELL’OCA ASSURDO ED INACCETTABILE.
ROMA, 22 DICEMBRE - Il Parlamento, nel corso della discussione sul DDL di stabilità, aveva stanziato 100 milioni per il Fondo editoria, 45 milioni a sostegno dell’emittenza locale, 5 milioni per i giornali editi e diffusi all’estero e 30 milioni per il credito di imposta per l’acquisto della carta.
Dai lanci di agenzia apprendiamo, in queste ore, che Il Governo con il decreto-legge “Milleproroghe” avrebbe  cancellato 50 milioni dal Fondo Editoria e 45 milioni dal fondo per il sostegno all’emittenza locale.
Se corrispondesse a verità sarebbe, in primo luogo, un grave schiaffo al Parlamento ad alla Democrazia.
Tornerebbero a rischio oltre 4000 posti di lavoro, oltre novanta testate giornalistiche e molte decine di emittenti locali con la perdita di numerosi altri posti di lavoro.
Tutto ciò sarebbe inaccettabile. Non si può giocare  così sulla testa di migliaia di lavoratori, in un settore così delicato per la democrazia del Paese e contro la volontà del Parlamento.
Le risorse per il 5 per mille vanno giustamente trovate ed i modi possono certamente essere individuati. E’ incomprensibile, e non solo perché sbagliato, che vengano trovati colpendo un settore così importante e delicato.
Sappiamo che in queste ore di concerto tra i ministeri interessati sul problema è in corso un approfondito dibattito. E’ sperabile che il Governo trovi per il 5% per mille ben altre coperture e ristabilisca la volontà del Parlamento codificata nella legge di stabilità appena approvata e pubblicata proprio ieri sulla Gazzetta Ufficiale e che entrerà in vigore il primo gennaio 2011. EDITORIA: FERRERO,TAGLIO FONDI PREMIER STRANGOLANO PLURALISMO
ROMA, 23 DICEMBRE - "Il fascismo chiudeva i giornali di opposizione per legge, Berlusconi lo fa strangolandoli". È quanto afferma il segretario nazionale del Prc/Federazione della Sinistra in una nota relativa al taglio di 50 milioni dai fondi per l'editoria nel cosiddetto decreto mille proproghe.
"Il taglio ai fondi, già messi in finanziaria, rappresenta un colpo mortale per storiche testate di partito, di idee, cooperative, degli italiani all'estero - osserva il segretario di Rifondazione - Per tutti questi giornali significa concretamente la chiusura e la perdita di oltre 3 mila posti di lavoro".
"In nome dell'economia e della coperta corta della finanza pubblica il governo Berlusconi annienta di fatto il pluralismo - prosegue Ferrero - Che non può in alcun modo essere ridotto alla stampa che vive di proventi commerciali e pubblicitari, in quanto è evidente che tali entrate sono finalizzate al profitto e non alla tutela del pluralismo e della libertà di informazione. I 50 milioni che occorrono - conclude Ferrero – il governo li prenda dal fondo miliardario per le spese militari". (ANSA) EDITORIA: MONTRONE (ALPI), SCONCERTO PER INDISCREZIONI SU TAGLI
BARI,  23 DICEMBRE. - L'Associazione di emittenti locali Alpi esprime sconcerto per le indiscrezioni secondo cui il governo avrebbe deciso di tagliare, nel decreto Milleproroghe, i finanziamenti per le emittenti locali decisi pochi giorni fa nella legge di Stabilità, votata dal Parlamento. "Se queste notizie fossero vere, così come pare dalle bozze del decreto, a poche ore di distanza dalla pubblicazione della Legge di stabilità sulla Gazzetta Ufficiale, il governo sarebbe stato capace di modificare una precisa scelta del Parlamento con un decreto, il Milleproroghe. Ci auguriamo che questo decreto venga modificato dalla Camera e dal Senato nelle prossime settimane", dice il presidente dell'Alpi, Luca Montrone. "È evidente - spiega ancora Montrone - che se il governo e il Ministro dell'Economia confermassero questa scelta ci troveremmo dinanzi a un tentativo gravissimo di colpire il pluralismo dell'informazione e la sovranità del popolo che si esprime attraverso il Parlamento". "Inoltre - dice Montrone - siamo molto preoccupati perché questa decisione affosserebbe ulteriormente e pesantemente l'economia del Paese, mettendo in forte crisi le piccole e medie aziende che rappresentano il 70,8% del Pil nazionale e che utilizzano le tv locali per la vendita dei loro prodotti. Il governo e il ministro Tremonti si assumeranno l'intera responsabilità se l'Italia dovesse fare la fine dell'Irlanda e se, a causa della crisi che colpirà la piccola e media impresa, vi saranno milioni di disoccupati."
"Ci auguriamo - conclude Montrone - che nel testo definitivo del decreto venga modificata questa scellerata scelta e che si smetta di fare distrazione di fondi, continuando a togliere alle tv locali quanto è stabilito dalla legge 422 del 1993". (AGI)

 

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