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L'ingresso del tribunale di Crotone
Intercettazioni 06 Ago 2016

Crotone, 4 giornalisti intercettati nell'ambito della vicenda Sagas. Parisi: «I colleghi hanno fatto solo il loro lavoro»

Anche le conversazioni telefoniche di 4 giornalisti nelle carte che dispongono il sequestro preventivo della Sagas Spa, la società  di gestione dell'aeroporto di Crotone. «I colleghi intercettati hanno fatto solo il loro lavoro», commenta il segretario generale aggiunto della Fnsi e segretario del Sindacato giornalisti della Calabria, Carlo Parisi.

Anche le conversazioni telefoniche di quattro giornalisti nelle carte che dispongono il sequestro preventivo della Sagas Spa, la società di gestione dell'aeroporto calabrese "Pitagora-Sant'Anna", partecipata dai Comuni di Crotone e Isola Capo Rizzuto e dalla Regione Calabria.

Il provvedimento, emesso su richiesta della procura, nasce da un'indagine per bancarotta fraudolenta a carico della precedente società di gestione dello scalo crotonese, la Aeroporto Sant'Anna Spa, dichiarata fallita il 15 aprile del 2015. Il sequestro della Sagas è stato chiesto dal pm per evitare che si possano aggravare o protrarre le conseguenze del delitto di bancarotta fraudolenta della "Sant'Anna Spa" per il quale risultano indagati i presidenti del Cda che si sono alternati negli anni (Roberto Fortunato Salerno, Cesare Spanò e Gianluca Bruno), accusati di aver provocato il dissesto della società astenendosi dal richiederne il fallimento e deliberando per due volte la ricapitalizzazione della società omettendo, però, di darvi seguito.

«Nelle 63 pagine del provvedimento – spiega il sito internet Giornalistitalia.it – vengono riportate le conversazioni telefoniche di quattro giornalisti crotonesi. Solo due parlano con uno degli indagati ovvero Gianluca Bruno, attualmente sindaco del Comune di Isola Capo Rizzuto. Gli altri due giornalisti, invece, non parlano neppure con persone indagate. Se per i primi due ci potrebbe anche stare che finiscano nel provvedimento firmato dal Gip perché al telefono con una persona interessata dall'indagine, una domanda sorge per gli altri due colleghi: perché il contenuto delle telefonate di due giornalisti che parlano con due persone non indagate viene inserito nel provvedimento di sequestro?»

E, in ogni caso, anche i primi due colleghi, parlando al telefono con il sindaco indagato, fanno solo il loro lavoro, chiedendo informazioni sull'accaduto. Informazioni poi ritenute interessanti dagli inquirenti. «I nomi dei giornalisti messi lì, un po' decontestualizzati – rileva l'articolo di Giornalistitalia.it – possono però dare adito a sospetti di complicità che, in realtà, non si riscontrano nelle parole riportate. Quel che si riscontra è una normale dialettica fra chi fa il giornale e un amministratore pubblico che vuole dire la sua e vuole, dal canto suo, il miglior spazio disponibile. Parlando con un indagato, ovviamente, può capitare che i loro nomi siano finiti nel provvedimento».

Una vicenda che, nel suo complesso, suscita la «perplessità» del segretario generale aggiunto della Fnsi e segretario del Sindacato giornalisti della Calabria, Carlo Parisi, «sulla circostanza per la quale trovano ingresso all'interno di un provvedimento emesso da un Gip alcune intercettazioni telefoniche afferenti dei giornalisti dal cui comportamento non emerge alcun rilievo penale».

Vicenda dalla quale, tuttavia, affiora anche un fatto positivo e cioè che «per come emerge dal contenuto delle intercettazioni – conclude Parisi – i giornalisti hanno, ancora una volta, dato (in questo caso involontariamente) dimostrazione di fare il loro lavoro con serietà e abnegazione, nel pieno rispetto dei principi deontologici della professione».

(Da giornalistitalia.it)

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