La crisi all’agenzia Ansa arriva in parlamento: il senatore dell'Upt e vicepresidente vicario del Gruppo Per le Autonomie, Vittorio Fravezzi, ha infatti presentato una specifica interrogazione parlamentare sottoscritta anche da numerosi colleghi di varie regioni. “Il governo intraprenda iniziative per tutelare il ruolo centrale che ha l'Ansa nel sistema informativo italiano”, chiede il senatore Fravezzi.
Riaperto il dialogo tra Cdr e azienda, dopo
la dura protesta dell’assemblea dei giornalisti di pochi giorni fa, la
vertenza all’agenzia Ansa arriva ora in parlamento. Il senatore dell'Upt e
vicepresidente vicario del Gruppo Per le Autonomie, Vittorio Fravezzi, ha
infatti presentato una specifica interrogazione parlamentare, sottoscritta
anche da numerosi colleghi di varie regioni, nella quale si chiede al governo
di intraprendere “iniziative a garanzia del diritto all'informazione in Italia
attivando, ad esempio, un tavolo di confronto specifico e immediato,
coinvolgendo l'Agenzia e la sua parte giornalistica, insieme ai vertici del
sindacato di settore (Fnsi) e degli editori (Fieg) per tutelare il ruolo
centrale che ha l'Ansa nel sistema informativo italiano”.
“I tagli previsti nel piano industriale presentato dai vertici aziendali
dell'Ansa - scrive in una nota Fravezzi - rischiano di compromettere il ruolo
centrale di questa agenzia nel sistema informativo italiano e con esso quello
di uno degli elementi di democrazia che l'Ansa ha costituito fin dalla sua
stessa nascita”.
“L'Ansa è la più importante agenzia di stampa italiana – prosegue Fravezzi – ed
è l'unica agenzia con presenza nelle regioni italiane e nelle capitali estere.
La prospettiva del ricorso alla cassa integrazione o ai contratti di
solidarietà per due anni, evocata dall'azienda per i previsti 65 esuberi,
rappresenta per i dipendenti un salto nel buio, soprattutto di fronte a
condizioni di lavoro già pesanti in molte redazioni, uffici regionali ridotti
sotto il minimo di organico, sedi estere cancellate o ridimensionate fino ad
avere anche il giornalista senza una redazione”.
Il senatore dell'Upt chiede poi di investire della vicenda anche la Conferenza
Stato-Regioni, visto l'impatto che il piano di riorganizzazione potrebbe avere
anche sull'informazione locale, e ricorda che dopo due stati di crisi
consecutivi hanno già lasciato l’agenzia circa 100 giornalisti in prepensionamento,
con conseguente pesante aggravio del lavoro di redazione.
“Nonostante l'aggravio di lavoro, il corpo redazionale ha sostenuto – conclude
quindi Fravezzi - l'introduzione di nuovi prodotti sul fronte multimediale,
diventati un successo d'immagine per la testata”.