“La Fnsi ha inviato una lettera al ministro della Giustizia, Paola Severino, nella quale, oltre ad affrontare alcune specifiche questioni riguardanti la condizione professionale, chiede espressamente un incontro al fine di sottoporre analisi e valutazioni della Fnsi sulla ventilata ipotesi di un “nuovo intervento legislativo sul diritto di cronaca in relazione a indagini con intercettazioni disposte dall’Autorità giudiziaria”.
Nella missiva, firmata dal Segretario generale Franco Siddi, al Guardasigilli il Sindacato dei giornalisti fa notare come, già pubblicamente sostenuto, il tema dell’informazione e del diritto di cronaca sia “non direttamente attinente a una riforma della giustizia e delle norme per combattere la corruzione”. Per questo motivo la Fnsi pensa che la questione ‘intercettazioni’ debba essere espunta da un possibile testo di riforma pur considerando “ogni sforzo teso a incoraggiare un giusto equilibrio tra doveri della Giustizia e diritto all’informazione” meritevole della “massima sensibilità e rispetto”.
IL SEGRETARIO DELLA FNSI INTERVIENE SULLE IPOTESI DI RIFORMA DELLA GIUSTIZIA
“SULLA BOZZA SEVERINO PICCOLI PASSI AVANTI, ANCORA PERPLESSITÀ SULLA LIBERA CIRCOLAZIONE DELLE NOTIZIE”
Riforma della giustizia: nei prossimi giorni potrebbero arrivare eventuali modifiche su corruzione e intercettazioni, nel frattempo l'agenda di incontri per il Guardasigilli Paola Severino è fittissima. Il ministro vedrà i magistrati, che sulla riforma hanno espresso alcuni dubbi, poi martedì ci sarà l'incontro finale con Pdl, Pd e Terzo polo. Intanto, una serie di critiche al testo arrivano anche da Franco Siddi, segretario generale della Fnsi, la Federazione nazionale della stampa: “La bozza Severino sulle intercettazioni, contenuta nell'ipotizzato ddl giustizia, è un piccolo passo avanti ma non scioglie i nodi, almeno così appare dai documenti fin qui circolati, sulla piena e libera circolazione dell' informazione di interesse pubblico.
Continua a permanere infatti una confusione di fondo: le notizie non sono necessariamente reati e i fatti di interesse pubblico, se conosciuti dal giornalista, debbono essere pubblicati a tutela e garanzia del diritto dei cittadini a essere correttamente informati e di avere l' opportunità di formarsi dei liberi convincimenti”. Le vicende che in questi giorni riempiono pagine di giornali e scalette dei Tg, in riferimento all' inchiesta sulla Lega, ad esempio, “sarebbero ancora sconosciute perché non sarebbe stato possibile pubblicare informazioni e contenuti delle intercettazioni delle indagini di diverse Procure se non a conclusione della fase preliminare. È lecito tenere sotto chiave queste notizie e immaginare sanzioni per chi le pubblica?”. (da Il Corriere della Sera del 15 aprile 2012)
INTERCETTAZIONI: SIDDI (FNSI),NON C'ENTRANO CON RIFORMA GIUSTIZIA
"Non si capisce proprio cosa c'entri una qualsiasi norma sul limite all'informazione in una riforma della giustizia". Lo ha detto il segretario della Fnsi, Franco Siddi, in merito alla bozza Severino con riferimento alle intercettazioni. "In tempi come questi - ha aggiunto Siddi - saggezza imporrebbe a tutti di non pensare neanche la più piccola forma di restrizione della libertà d'informazione. E questo deve valere soprattutto per chi è al governo delle istituzioni, la cui credibilità è minata da comportamenti dell'organizzazione politica non sempre trasparenti né raccomandabili". Per Siddi, la bozza del ministro Severino sulle intercettazioni "è sicuramente un piccolo passo avanti rispetto alla legge-bavaglio del governo Berlusconi, ma non risolve affatto i nodi reali nel momento in cui, con riferimento alle inchieste, si continua a immaginare che singoli atti si possono pubblicare solo se riferiti a reati o a imputati degli stessi". Le notizie di pubblico interesse, anche quelle provenienti da atti giudiziari, "non sono solo quelle relative a reati. E non è neppure immaginabile che di certe vicende si possa dar conto solo se ricomprese in ordinanze di custodia cautelare. Se oggi ci fosse una legge siffatta, per esempio - ha spiegato Siddi - del caso della Lega Nord, che ha indotto quel partito a clamorose decisioni sui propri vertici e sulla sua amministrazione, non si saprebbe nulla, eppure l'informazione, in questo caso, ha funzionato come una corte dell'opinione pubblica che permette di correggere anche autonomamente cose che non vanno senza dover attendere un giudice a Milano o a Berlino". (SASSARI, 14 APRILE - AGI)