Ieri pomeriggio, 5 febbraio, il Comitato di redazione del Corriere della Sera ha incontrato l'azienda che ha ufficialmente presentato il documento che avvia la procedura per i prepensionamenti, con accesso ai contributi statali. «Si tratta – si legge in una nota del Cdr – di un documento irricevibile, in quanto, testualmente, 'comporterà per il Corriere della Sera una riorganizzazione del lavoro dalla quale conseguiranno 50 esuberi su un organico complessivo di 354 giornalisti'. Di fatto l'azienda ci prospetta un taglio del 15% del corpo redazionale. Un obiettivo inaccettabile perché comporterebbe un drastico impoverimento del giornale. Se poi il numero di 50 esuberi non dovesse essere raggiunto, la ricaduta economica per l'intera redazione sarebbe pesantissima. Questo in un'azienda che lo scorso anno ha distribuito dividendi per oltre 30 milioni».
A fronte di questi tagli, incalza il Cdr, «Rcs prevede investimenti irrisori e di dubbia natura. Inoltre non viene confermato in maniera chiara ed esplicita il cambio del sistema editoriale, annunciato 'entro il 2020' in una precedente riunione. In caso di prepensionamenti, infine, si parla di ingressi di 'nuove figure legate al mondo digitale', lasciando dunque intendere che possano essere non giornalisti. Prospettiva che il Cdr rigetta con forza. Il piano punta su una nuova 'riorganizzazione aziendale con vocazione al digitale' che non lascia immaginare, nemmeno in linea teorica, le possibili ricadute economiche in grado di invertire il trend negativo di ricavi editoriali e pubblicitari».
La Federazione nazionale della Stampa italiana, afferma il segretario generale Raffaele Lorusso, «è al fianco dei colleghi del Corriere della Sera e delle testate del gruppo Rcs e ribadisce la propria indisponibilità, come peraltro stabilito nell'ultima riunione della Conferenza nazionale dei Comitati e fiduciari di redazione, a discutere piani di riorganizzazione aziendale che non siano giustificati da situazioni di criticità di bilancio e non prevedano investimenti concreti e assunzioni di giornalisti in sostituzione dei prepensionati. La Fnsi, come sempre, è pronta ad affiancare e assistere nelle vertenze i Comitati di redazione e a stabilire insieme con loro azioni comuni di mobilitazione e di lotta».