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Editoria 07 Dic 2011

"Correggere con coraggio le vecchie scelte Le risorse da frequenze, fondazioni bancarie e pubblicità tv"

“La manovra del Governo non ha cancellato le azioni pubbliche che rischiano di portare alla morte presto decine e decine di testate giornalistiche. Apprezzabile la norma che vuole incoraggiare l’innovazione, ma senza risorse non c’è processo che possa essere messo in moto, anche perché, nell’attesa, centinaia di testate giornalistiche risulterebbero già chiuse, morte per asfissia e con essi cancellati migliaia di posti di lavoro. Prevedere nuovi regolamenti per individuare criteri ancora più rigorosi e trasparenti nella ripartizione dei contributi è obiettivo condiviso, anche se occorre osservare come quest’altra novità prevista dal Governo Monti intervenga su un regolamento da poco in vigore e non ancora sperimentato.

“La manovra del Governo non ha cancellato le azioni pubbliche che rischiano di portare alla morte presto decine e decine di testate giornalistiche. Apprezzabile la norma che vuole incoraggiare l’innovazione, ma senza risorse non c’è processo che possa essere messo in moto, anche perché, nell’attesa, centinaia di testate giornalistiche risulterebbero già chiuse, morte per asfissia e con essi cancellati migliaia di posti di lavoro. Prevedere nuovi regolamenti per individuare criteri ancora più rigorosi e trasparenti nella ripartizione dei contributi è obiettivo condiviso, anche se occorre osservare come quest’altra novità prevista dal Governo Monti intervenga su un regolamento da poco in vigore e non ancora sperimentato.

Senza certezza di fondi, nella fase di transizione, per giornali in cooperativa, pubblicati all’estero, politici, di minoranze linguistiche e di idee da gennaio molte banche chiuderanno persino le linee di credito e andare avanti sarà impossibile. Il Governo non può essere inerte, né limitarsi a registrare il disastro.
A nessuno sfugge la necessità di risanare i conti pubblici e, perciò, di procedere ad una riqualificazione della spesa, perché essa sia rivolta essenzialmente a promuovere tutti i fattori di sviluppo possibili. L’editoria ne è un motore indispensabile e per questo settore, che cura un bene di inestimabile valore pubblico come l’informazione  libera e plurale, è possibile trovare risorse senza incidere sugli attuali capitoli di spesa dello Stato.
Al Governo si chiede di avere il coraggio e la saggezza per cancellare i regali sulle frequenze tv facendone pagare il giusto valore in un’asta veramente aperta. Altre linee di intervento sono possibili deliberando una quota di prelievo sugli utili delle fondazioni bancarie da destinare espressamente al sostegno del pluralismo dell’informazione e altre ancora da un’aliquota di prelievo sulla pubblicità televisiva, come minima compensazione della distorsione del mercato e del conseguente squilibrio nella ripartizione delle risorse, con la finalità di sostenere l’innovazione e l’occupazione qualificata nell’industria editoriale. Tenere in piedi le antiche ricette dei “tagli mortali” senza prospettive - figli di una concezione dell’informazione  come fastidio da rimuovere o comunque attività da assoggettare - non corrisponderebbe invece né a ipotesi di sviluppo né ad alcun criterio di equità, giacché una realtà di questo tipo favorirebbe solo i colossi e le concentrazioni”. Roma, 6 dicembre 2011 

MANOVRA:DA 2014 STOP A CONTRIBUTI DIRETTI EDITORIA; NUOVI CRITERI

L'attuale sistema di contribuzione diretta all'editoria finisce con la gestione del 2013: dalla fine del 2014 saranno operativi nuovi criteri per assegnare le risorse. È quanto prevede la manovra.
"Allo scopo di contribuire all'obiettivo del pareggio di bilancio entro la fine dell'anno 2013, - si legge nel decreto - il sistema di contribuzione diretta di cui alla legge 7 agosto 1990, n. 250, cessa alla data del 31 dicembre 2014, con riferimento alla gestione 2013. Il Governo provvede, con decorrenza dal 1 gennaio 2012, a rivedere il regolamento emanato con decreto del Presidente della Repubblica 25 novembre 2010, n. 223, al fine di conseguire il risanamento della contribuzione pubblica, una più rigorosa selezione dell'accesso alle risorse, nonché risparmi nella spesa pubblica. Detti risparmi, compatibilmente con le esigenze di pareggio di bilancio, sono destinati alla ristrutturazione delle aziende già destinatarie della contribuzione diretta, all'innovazione tecnologica del settore, a contenere l'aumento del costo delle materie prime, all'informatizzazione della rete distributiva". (Roma, 6 dicembre - AGI)

MANOVRA: CGIL, TAGLIO CONTRIBUTI È PIETRA TOMBALE SU EDITORIA

"Nella manovra c'è anche una pietra tombale sull'editoria". A denunciarlo è il segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni, nel sottolineare che all'articolo 29, comma 3, "si prevede che con la gestione 2013 cesseranno i contributi diretti all'editoria".
Non solo, aggiunge il sindacalista, "si prevede che dal primo gennaio del prossimo anno dovrà essere rivisto il regolamento di attribuzione delle attuali pochissime risorse, ma non più la contribuzione diretta. Peccato che le aziende chiuderanno prima. Le risorse destinate all'editoria erano già risibili e con l'ultima manovra del governo Berlusconi sono state tagliate da 170 milioni di euro a 45 per il 2012. Già cosi' avrebbero provocato tante chiusure, ora prevedendo la cessazione del contributo diretto, nessuna banca farà più credito e la chiusura sarà massiccia e immediata".
Secondo Fammoni "conseguenza di questa norma è il tracollo di un settore che fattura 500 milioni di euro, migliaia di lavoratori licenziati, in mobilità o in cassa integrazione sia nelle testate che nell'indotto e che con le nuove norme previdenziali difficilmente arriveranno a pensione. Cioè un grande problema sociale, uno strutturale mancato introito per lo Stato e molte spese in più, finché sarà possibile dare ammortizzatori". Infine si crea "un grande problema di libertà per l'informazione perché così si impone il silenzio a tante testate. Non ci aveva ancora mai provato nessuno. È un'altra norma che va assolutamente cambiata e per questo - conclude Fammoni - riparte la mobilitazione di tutto il mondo dell'editoria".  (Roma, 6 dicembre - AGI)
MANOVRA: MALINCONICO, FONDO EDITORIA RESTA, CRITERI RIVISTI SENTIRO' TUTTI, VENERDI' INCONTRO CON FNSI

''Dal 2014 si prevede la cessione di un certo sistema, non del Fondo per l'Editoria che continuerà, saranno rivisti i criteri''. Così il neo sottosegretario all'Editoria della Presidenza del Consiglio Carlo Malinconico, ha dato delle rassicurazioni sulla manovra del Governo alla sua prima uscita pubblica, oggi all'inaugurazione della Fiera 'Più Libri Più Liberi' a Roma.
''Vorrei rassicurare. Nella manovra si vogliono tutelare i giornali e il pluralismo. In un momento - ha sottolineato Malinconico - in cui le risorse sono carenti va fatta una maggiore selezione. Purtroppo l'Europa ci chiede di essere oculati nella gestione delle risorse pubbliche. Lo scopo è di amministrarle al meglio''. Il neo sottosegretario all'Editoria ha anche precisato: ''bisogna andare a trovare le risorse e procederò dopo aver sentito tutti perché tutti devono poter dare il loro apporto. Già venerdì incontrerò la Fnsi.
L'appuntamento fondamentale è mercoledì in Parlamento e anche dopo continuerò i miei incontri''. (ROMA, 7 DICEMBRE - ANSA)

APPELLO DELLA GIUNTA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO MARIO MONTI
INDISPENSABILE ATTENZIONE AL SISTEMA EDITORIALE DAL GOVERNO ATTESE RISPOSTE PER SVILUPPO E OCCUPAZIONE

“La Giunta Esecutiva della Federazione della Stampa e la consulta delle Associazioni territoriali dei giornalisti richiamano l’attenzione del nuovo Governo, ormai nella pienezza delle sue funzioni, e in particolare del Presidente Monti, anche nella sua veste di Ministro dell’Economia, e del Sottosegretario all’Editoria Carlo Malinconico, sullo stato di assoluta emergenza nella quale vive un settore importante del mondo dell’informazione italiana.
E’ indispensabile un immediato segno di attenzione per il comparto dell’editoria italiana che i recenti, pesantissimi, tagli al finanziamento pubblico stanno portando a un passo dalla chiusura. Ci sono decine di voci – cooperative, no profit, giornali di idee, testate per le comunità italiane all’estero – che rischiano la morte per il ritiro dello Stato dai suoi obblighi.
Le conseguenze sul piano sociale saranno di estrema rilevanza: alcune migliaia di lavoratori tra giornalisti, poligrafici e amministrativi si troveranno improvvisamente senza lavoro e lo Stato sarà costretto ad intervenire con l’impiego degli ammortizzatori sociali. A ciò si aggiungano le conseguenze inevitabili sull’impoverimento del pluralismo informativo, obiettivo che tutti i governi e tanto più uno di garanzia non possono non considerare primario in quanto fattore costituente dei beni pubblici essenziali della società. Meno giornali, meno voci, meno informazione significa meno libertà e meno democrazia. Per il Sindacato dei giornalisti le parole pronunciate, recentemente, sui tagli all’editoria dal Presidente Napolitano sono l’efficace sintesi della motivazione e della qualificazione di un intervento pubblico corretto: “La preoccupazione per i rischi di mortificazione del pluralismo dell’informazione” è forte e sta insieme “all’urgenza di un’opera di bonifica in questo settore”.
E’ perciò ineludibile e inderogabile un intervento immediato del Governo per garantire, con l’urgenza e la priorità che la questione richiede, il rifinanziamento del fondo per l’editoria. La Fnsi ha già avanzato proposte anche per individuare risorse che non gravino solo sul bilancio dello Stato.
La via della riforma è ineludibile  ma è impensabile che si possa fare sulle macerie: prima è necessario assicurare ai giornali veri - fatti con giornalisti veri e per lettori reali – la possibilità di continuare a vivere. Al Sottosegretario Malinconico, che peraltro ha avuto per anni la guida degli editori italiani, la Giunta della Fnsi chiede un incontro urgente per esporgli le sue proposte, che già conosce e che adesso possono avere un immediato rilievo in un serio confronto istituzionale.
Dal Governo del Presidente Monti attendiamo risposte di sistema avanzate e di sviluppo”.
Roma, 1 dicembre 2011 

EDITORIA: E' EMERGENZA, SETTIMANA PROSSIMA INCONTRO MALINCONICO-FNSI

(ASCA) - Roma, 1 dic - La denuncia della crisi dell'editoria fatta dal sindacato dei giornalisti raggiunge Palazzo Chigi e, secondo quanto apprende l'Asca, il neosottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Carlo Malinconico, ha deciso di convocare la Fnsi nella prossima settimana, per un esame dell'emergenza in atto. L'incontro potrebbe essere preceduto dalla riunione della Commissione consultiva sull'editoria.

@fnsisocial

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