Chi e perché spinge per un drastico ridimensionamento di Tm News? E’ l’azionista di maggioranza Luigi Abete? Oppure quello di minoranza Telecom pensava, quando nel 2009 ha ceduto il pacchetto di maggioranza, di aver avviato uno smantellamento de facto dell’azienda, scaricandosi da ogni responsabilità e mascherando il suo ruolo attraverso il nuovo socio?
Con un atto unilaterale incomprensibile, irresponsabile ed evidentemente premeditato, l’amministratore delegato Brunetto Tini ha deciso ieri di interrompere il confronto in corso in sede Fieg con le rappresentanze sindacali dei giornalisti sul piano di ristrutturazione dell’agenzia di stampa e sul contratto di solidarietà. La rottura è stata decisa dall’azienda dopo che alla vigilia del tavolo, con intento evidentemente provocatorio, il direttore Paolo Mazzanti aveva presentato un nuovo piano di organizzazione del lavoro che indicava per la prima volta un risparmio sul costo del lavoro di “circa 1,5 mln di euro”. Fino al 14 febbraio, infatti, nella sua precedente versione, il piano riportava la richiesta di un risparmio di “circa 1,4 mln di euro”. La rottura è stata annunciata dall’azienda senza aver concluso la ricognizione sui costi generali e quando le distanze fra le parti erano ridotte a poche decine di migliaia di euro su un taglio complessivo vicino al milione e mezzo.
Va premesso che la redazione ha accettato la richiesta aziendale di un intervento sul costo del lavoro, ha condiviso lo strumento individuato dalla proprietà (il contratto di solidarietà) e non ha mai messo in discussione nemmeno l’ordine di grandezza dei tagli, se non nel dettaglio e nella tipologia dei risparmi. Il sindacato ha tenacemente difeso la capacità produttiva di una testata che, a differenza della quasi totalità della concorrenza, non può contare, come voce principale dei ricavi, su una congrua convenzione con palazzo Chigi: deve fare affidamento esclusivamente sul mercato e non può quindi permettersi un ulteriore depauperamento del prodotto, dopo la ristrutturazione avviata nel 2009 con il taglio di oltre venti redattori.
Con un lungo lavoro preparatorio, il Comitato di redazione aveva indicato – e concordato con la controparte – una serie di soluzioni parziali per introdurre risparmi anche strutturali sul costo del lavoro difendendo l’occupazione e la capacità produttiva dell’agenzia. Una ulteriore accurata ricognizione dei calcoli forniti dall’azienda ha consentito ieri di avvicinare ulteriormente le posizioni al tavolo Fieg, fino all’inspiegabile rottura.
Perché l’azienda non ha mai voluto discutere seriamente del costo della sede di Roma da tempo sovradimensionata e il cui canone di affitto è largamente fuori mercato come ha dimostrato al tavolo il sindacato? Cosa sono le “consulenze editoriali” sulle quali l’azienda ha rifiutato di fornire chiarimenti? Perché nei conteggi ultimi di cui si è discusso al tavolo mancano alcuni risparmi i cui benefici, come è noto, si dispiegheranno già nel 2013? E’ davvero in programma una fusione con l’altra agenzia del gruppo Abete come ha annunciato l’amministratore delegato Tini al tavolo Fieg? E quali conseguenze avrà sull’assetto dell’agenzia Tm News?
Va ricordato che il gruppo Abete ha ricevuto dal gruppo Telecom il pacchetto di maggioranza della società nel 2009 per la cifra simbolica di 10 euro, beneficiando contemporaneamente di una ricapitalizzazione di 10,5 milioni di euro per il risanamento e il rilancio dell’agenzia di stampa. In questi anni Abete, gestendo quel capitale per ripianare le perdite e integrare l’azienda nel sistema di gruppo, non ha mai impegnato un solo euro di risorse finanziarie proprie. Oggi fa saltare l’accordo sui contratti di solidarietà per poche decine di migliaia di euro e senza raccogliere minimamente la responsabile preoccupazione del sindacato e della redazione giornalistica per la difesa delle posizioni di mercato, unica garanzia per il futuro dell’agenzia Tm News.
Nonostante tutto, responsabilmente, il Comitato di redazione ribadisce la sua disponibilità a ripristinare il dialogo fra le parti per trovare soluzioni idonee a mettere in sicurezza i conti senza distruggere il patrimonio professionale e di mercato dell’agenzia.
Il Comitato di redazione
Roma, 20 febbraio 2013