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Ordine 19 Nov 2007

Caso Spezi, 200 euro al giorno di risarcimento Lorenzo Del Boca: “Lo Stato non ci tiene in considerazione”

''Quanto vale la libertà personale di un giornalista? E quanto il diritto a svolgere quotidianamente il suo lavoro? Secondo l'Avvocatura di Stato, duecento euro al giorno. Lo sottolinea il presidente dell'Ordine nazionale dei giornalisti Lorenzo Del Boca, commentando quanto avvenuto nel caso di Mario Spezi.

''Quanto vale la libertà personale di un giornalista? E quanto il diritto a svolgere quotidianamente il suo lavoro? Secondo l'Avvocatura di Stato, duecento euro al giorno. Lo sottolinea il presidente dell'Ordine nazionale dei giornalisti Lorenzo Del Boca, commentando quanto avvenuto nel caso di Mario Spezi.

''Non sembra proprio che lo Stato tenga in grande considerazione il nostro mestiere'', dice Del Boca. ''Quando un magistrato cita un giornalista per diffamazione a mezzo stampa - aggiunge - i tribunali decretano risarcimenti per decine di migliaia di euro e, per di più, rendono la decisione immediatamente esecutiva. Se si tratta del contrario cioè di un giudice che sbaglia - e vistosamente, per considerazione della Suprema Corte - perché devono valere criteri così palesemente difformi e umilianti?'' Questi i fatti ricordati da Del Boca. ''Il 7 aprile 2006 il cronista della Nazione Mario Spezi, da anni impegnato a seguire per il suo giornale le terribili vicende del cosiddetto 'mostro di Firenze', viene arrestato con l'accusa di depistaggio delle indagini sull'omicidio di Francesco Narducci, un medico perugino coinvolto nell'inchiesta relativa ai presunti mandanti dei delitti del 'mostro'. Spezi trascorre 23 giorni in carcere: una detenzione definita dalla Corte di Cassazione, nella sentenza di scarcerazione, 'illegale ed ingiustificata'. Talmente ingiusta da provocare anche l'intervento del Committee to Protect Journalists, di New York, che scrive all'allora premier Berlusconi chiedendo 'la liberazione di un giornalista incarcerato per aver fatto il suo mestiere meglio di altri, un giornalista coraggioso che non si è lasciato intimidire da accuse e denunce'''. Uscito dal carcere, Mario Spezi così commenta la sua prigionia: ''Sono stato vittima dell'inquisizione, nessuno mi restituirà questi 23 giorni trascorsi in galera''. E avvia la procedura per il risarcimento per ingiusta detenzione. ''Nei giorni scorsi, il 14 novembre, la prima udienza. Ed anche la prima sorpresa. L'Avvocatura di Stato - spiega ancora una nota dell'Ordine - si costituisce contro Mario Spezi ed offre un risarcimento di danni di 4.500 euro. Pari, appunto, a circa 200 euro al giorno. Una decisione davvero singolare, anche perché è raro che l'Avvocato dello Stato si costituisca contro un privato cittadino, in questo caso giornalista. L'ultima parola spetta ovviamente al magistrato che si è riservato di decidere''.(ANSA)

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