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Fnsi 26 Nov 2003

Caso Raiot, Codacons: "Se la Rai sopprime il programma ricorreremo al Tar". Bonatesta (An): "L'azienda si rivalga sulla Guzzanti". Luttazzi: "La causa di Mediaset è vergognosa, siamo al regime mediatico"

Caso Raiot, Codacons: "Se la Rai sopprime il programma ricorreremo al Tar". Bonatesta (An): "L'azienda si rivalga sulla Guzzanti". Luttazzi: "La causa di Mediaset è vergognosa, siamo al regime mediatico"

Caso Raiot, Codacons: "Se la Rai sopprime il programma ricorreremo al Tar". Bonatesta (An): "L'azienda si rivalga sulla Guzzanti". Luttazzi: "La causa di Mediaset è vergognosa, siamo al regime mediatico"

Il caso Raiot potrebbe finire addirittura dinanzi in Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio. A portare il programma della Guzzanti, ''o meglio - piega una nota del Codacons -, la censura al programma al Tar del Lazio'' sara' l'associazione dei consumatori ''che si riserva anche di denunciare il CdA Rai''. La Rai infatti, spiega il Codacons, ''non puo' sopprimere di punto in bianco un programma di successo ma puo', come stabilito in precedenza, visionare in anticipo la registrazione delle singole puntate per evitare danni e tutelare l'azienda. Cosa aspetta allora la rete di Stato a visionare la seconda puntata di Raiot, gia' pronta, e decidere se mandarla in onda integralmente o depurata delle parti eventualmente lesive? Questa situazione danneggia non solo la stessa Rai, ma anche i telespettatori e teleutenti che pagano il canone''. Non si puo' utilizzare come alibi, sostiene il Codacons, ''la richiesta di risarcimento avanzata da Mediaset che, alla luce degli eventi, sembrerebbe strumentale per dar manforte a chi, nel CdA Rai, propende per la linea dura nei confronti della Guzzanti''. (ANSA). ''Di fronte alla causa milionaria intentata da Mediaset per 'Raiot' e, in caso di condanna della Rai, i vertici dell'azienda promuovano un'azione di rivalsa nei confronti della Guzzanti, perche' i soldi dei contribuenti non possono servire per pagare i danni arrecati alla Rai da chi utilizza i suoi schermi per sputare sentenze senza processi, coprendosi dietro il paravento della satira''. E' l'invito del senatore Michele Bonatesta, componente della direzione nazionale di AN e membro della commissione di Vigilanza sulla Rai. ''Che sia la Guzzanti di tasca propria, insomma, e non gli italiani che pagano il canone, -aggiunge Bonatesta- a tirare fuori i soldi necessari per risarcire i danni procurati dai suoi sbagli''. (ANSA). Daniele Luttazzi, dalle colonne di 'Rinascita', torna all'attacco della tv italiana e non risparmia nessuno: definisce ''vergognosa'' la causa civile intentata da Mediaset contro 'Raiot', condanna l'atteggiamento della Rai, dove ''fanno valere il principio di sicurezza legale avallando gli argomenti di Mediaset'', parla di ''regime mediatico''. Nell'intervista, che sara' pubblicata nel numero in uscita venerdi', l'attore, al centro di polemiche per il suo spettacolo andato in onda a Genova, e' convinto che ''al contrario la Rai dovrebbe difendere il suo prodotto satirico in tutte le sedi, sostenendo che non sta a Mediaset giudicare un prodotto Rai''. Ed, invece, a viale Mazzini, ''si preoccupano di mettere la mordacchia subendo il diktat di Mediaset''. E torna a difendere la satira ed il diritto di satira. ''Quando si accusa - afferma Luttazzi - la satira politica di fare politica, uno dei grandi argomenti del centro destra, si dice una solenne baggianata, e' ovvio che la satira politica si occupi di politica: fa politica come qualunque forma di intervento e di commento del sociale. Quei signori, pero', politica la vogliono fare solo loro e cacciano gli oppositori per farli stare zitti''. La satira, continua Luttazzi, ''ha un suo ambito che deve essere riconosciuto e tutelato:e' ovvio che la satira esagera ed ha una sua forma, ma questi signori non vogliono bloccare la forma della satira, vogliono bloccarne i contenuti''. Questo, aggiunge il comico, ''e' un modo per assecondare chi ha i soldi, chi ha il potere e puo' permettersi di pagare 500 miliardi all'anno in avvocati; cosi' che, ogni volta che se ne parla ricordando fatti non graditi, l'interessato interviene con querele miliardarie''. Il messaggio, conclude Luttazzi, ''e' questo: chi tocca i fili muore''. (ANSA).

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