L'Associazione della stampa Emilia-Romagna chiede al sindaco di Calderara di Reno, in provincia di Bologna, «di reintegrare subito il giornalista che lavorava nel suo ufficio stampa e che ha licenziato adducendo motivazioni pretestuose (il non invio di una mail e la non pubblicazione di un'ordinanza), sfruttando in pieno le normative (contestabilissime) del cosiddetto articolo 90 del decreto legislativo 267/2000».
In una nota diffusa giovedì 6 febbraio 2025, il sindacato regionale spiega che «il collega era impiegato nel Comune dal 2019 ma con contratti a termine, e una retribuzione a nostro parere non commisurata all'impegno e all'inquadramento professionale, e quindi in una situazione precaria e di 'sudditanza', visto che l'incarico fiduciario permetteva appunto un'ampia libertà di manovra verso di lui a fronte di minimi diritti».
Come sindacato, «prima di tutto - incalza l'Aser - riteniamo che i giornalisti che lavorano negli uffici stampa pubblici debbano essere tutti a tempo indeterminato, assunti attraverso un concorso pubblico, visto anche il ruolo delicato che ricoprono. E comunque prima di agire in maniera così brutale il sindaco avrebbe dovuto avere un confronto con lui sulle presunte mancanze o avviare un iter disciplinare nel quale fosse concesso al giornalista di difendersi ed esprimere le proprie ragioni».
Tutto questo, conclude l'Assostampa, «non è avvenuto e il professionista si ritrova ora senza lavoro e con una famiglia da mantenere. Per questi motivi chiediamo al sindaco di Calderara di Reno Giampiero Falzone di reintegrare subito il collega al lavoro e auspichiamo anche un intervento dell'Anci con la quale abbiamo firmato un protocollo sia nazionale che regionale relativo agli uffici stampa e alle tutele che devono essere garantite a chi ci lavora, i giornalisti. Il sindacato è disponibile a difendere il collega in tutte le sedi e lo farà con convinzione».