Sono a dir poco stupito e rammaricato per la decisione dei colleghi di Impegno per i diritti di uscire dalla maggioranza che governa Stampa Romana. Stupito perché nessuno dei colleghi ha mai lasciato intendere di essere in dissenso con la linea decisa collettivamente dalle componenti che fanno riferimento alla maggioranza federale (Autonomia e Solidarietà, Giornalisti Uniti, Pubblicisti Unitari per Stampa Romana e la stessa Impegno per i diritti).
Stupito anche perché la decisione viene comunicata dal coordinatore Gianni Todini senza aver chiesto, come di solito si fa fra alleati, di confrontarsi con le altre componenti. Sarebbe anche interessante, qualora i colleghi volessero aprire una discussione mai intavolata, sapere il loro parere su una questione fondamentale: ha senso disfare quello che si è faticosamente costruito? E se sì, per sostituirlo con che cosa? In merito all'analisi che il coordinatore Gianni Todini propone, vorrei fare alcune precisazioni: La decisione di dare vita a un governo unitario con quelle che, a livello nazionale, sono le uniche due componenti di opposizione fu presa da tutti: Autonomia e Solidarietà, Giornalisti Uniti, Pubblicisti unitari di Stampa Romana e Impegno per i Diritti. Anzi, quest’ultima subordinò la propria partecipazione agli organismi dirigenti proprio alla realizzazione di un governo unitario. Quando si sceglie una strada impervia, non ci si può stupire se per arrivare alla meta si è costretti ad aggirare qualche masso. Penso che per disfare ciò che si è deciso tutti assieme serva un passaggio in cui ci si confronta sui risultati e, qualora si giudichino insufficienti, si faccia una proposta alternativa che tenga conto,fra l'altro, anche dei numeri. Mi permetto di ricordare che l'Asr non ha avuto alcuna ambiguità sul contratto, ha semplicemente deciso, viste le distanze di giudizio, di non aver una posizione ufficiale, deliberazione adottata con l'accordo di tutte le componenti. Durante la trattativa, grazie al documento dei 12 punti (del quale la Fnsi ha tenuto poco o nessun conto), l’Asr è riuscita a non dare spazio ai disfattismi tenendo unita la categoria. Dopo di che, Autonomia e Solidarietà, così come Giornalisti Uniti, i Pubblicisti e Impegno per i diritti, sono state attive nel sostegno all'intesa contrattuale, dando un contributo determinante per l’approvazione sia alla Consulta dei Cdr, sia nel Consiglio Nazionale che, ancor di più, nel referendum confermativo. L'attività dell'Associazione Stampa Romana, in particolare delle componenti che fanno riferimento alla maggioranza che governa la Fnsi, è stata finora improntata alla concretezza, piuttosto che agli inutili dibattiti. Abbiamo affrontato, per ciò che è di nostra competenza e con discreti risultati, gli stati di crisi nei gruppi editoriali grandi, medi e piccoli. Abbiamo avviato una stagione di molteplici attività su vari fronti: la formazione, i freelance, gli uffici stampa, i pubblicisti, i collaboratori, le pari opportunità, il contratto Aer Anti Corallo ecc. Senza trascurare il quotidiano servizio ai colleghi sul fronte sindacale e legale. Quanto alla presenza nelle redazioni possiamo vantare ottimi rapporti con tutti i Cdr del Lazio che puntualmente ci invitano alle loro assemblee e partecipano alla consulta. La linea di difesa della professione di fronte agli attacchi di editori e poteri forti, ha fatto di Stampa Romana, e delle nostre componenti in particolare, un punto di riferimento per i colleghi. Prova ne sia che l'Ordine Nazionale è dovuto intervenire sugli attacchi a Repubblica, Anno Zero e Il Fatto, anche grazie a una dura presa di posizione dell’Asr che ne sollecitava un comunicato. Il direttivo dell’Asr ha aderito quasi unanimemente alla manifestazione del 3 Ottobre, posizione che è costata l'abbandono della maggioranza da parte di Stampa Romana l'Alternativa. Vi leggo, insieme a tutto il resto, una delle prove di quanto il lavoro delle componenti di maggioranza della romana sia servito a sostenere e rinforzare la segreteria nazionale e la maggioranza che governa la Fnsi. Come si vede di tutto si può parlare tranne che di un gruppo dirigente che si sia attardato in inutili equilibri fra le componenti. Sono certo che i colleghi di Impegno per i diritti apriranno una riflessione ulteriore sulla decisione di uscire dalla maggioranza. Sono disponibile come e quando lo riterranno opportuno a discutere tutti i passaggi sottolineati nella lettera del coordinatore Gianni Todini, decisioni per altro trasparenti e discusse con le componenti sia locali che nazionali. Paolo Butturini Consigliere Segretario Dell’Associazione Stampa Romana