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Partiti 08 Mag 2005

Brescia, denuncia della Lega Nord:

«Allarme censura» a Brescia. A lanciarlo è la Lega Nord che, nel corso di una conferenza stampa ha sostenuto che una tv locale non ha trasmesso, in uno spazio a pagamento comprato dal partito, una sintesi di due ore di un Consiglio comunale scorso su presunte pressioni dell’amministrazione.

«Allarme censura» a Brescia. A lanciarlo è la Lega Nord che, nel corso di una conferenza stampa ha sostenuto che una tv locale non ha trasmesso, in uno spazio a pagamento comprato dal partito, una sintesi di due ore di un Consiglio comunale scorso su presunte pressioni dell’amministrazione.

«Allarme censura» a Brescia. A lanciarlo è la Lega Nord che, nel corso di una conferenza stampa ha sostenuto che una tv locale non ha trasmesso, in uno spazio a pagamento comprato dal partito, una sintesi di due ore di un Consiglio comunale scorso su presunte pressioni dell’amministrazione. In particolare al centro della polemica è il consiglio-fiume, della durata di ben 16 ore, che si era svolto, il 30 marzo scorso, in un clima acceso: il Comune aveva dato il via libera alla riduzione della sua quota nell’ex municipalizzata Asm-Brescia di cui detiene il 69%. Decisioni rispetto alla quale la Lega era contraria. Senonchè, secondo quanto hanno spiegato l’onorevole Alessandro Cè e Cesare Galli, capogruppo della Lega in Comune, lo scorso giovedì sera, un giorno prima della sua messa in onda e a poche ore dall’uscita del comunicato stampa di annuncio da parte del partito, l’emittente locale si è rifiutata di trasmettere il filmato. Ad intervenire, hanno spiegato dalla tv «è stata l’amministrazione comunale del sindaco Paolo Corsini (Ds) che, venuta a conoscenza della trasmissione, ha informato l’emittente dell’esistenza di possibili presupposti per un’iniziativa legale in caso di messa in onda». Una vicenda che il sindaco ha preferito non commentare. «Da parte nostra - ha spiegato uno dei responsabili dell’emittente - c’era la disponibilità commerciale alla messa in onda, senonchè è arrivata una telefonata dal Comune che ci informava che qualora avessimo trasmesso il filmato, si sarebbe mosso l’ufficio legale. A quel punto i tempi erano troppo stretti per verificare i presupposti dell’iniziativa e abbiamo preferito rinunciare. Anche perchè non si trattava di un prodotto giornalistico nostro, ma di uno spazio ceduto a terzi». Una versione poi ribadita allo stesso Galli: «dalla tv hanno chiamato per dirci che l’amministrazione aveva minacciato azioni legali per cui, onde evitare grane, preferivano rinunciare». Ma Laura Castelletti (Sdi), presidente del Consiglio Comunale, consultata dalla tv prima della messa in onda, aveva dato parere positivo: «mi sono consultata anche con il mio segretario generale e dal punto di vista giuridico per me non c’era nessun problema - ha spiegato -. Anche perchè la seduta era pubblica e chiunque poteva effettuare riprese e trasmetterle». Semmai, ha aggiunto, il problema poteva essere di natura «politica», relativamente agli spazi concessi alle parti. Una valutazione, comunque, di «competenza della tv». A questo riguardo Galli ha detto che le due ore di trasmissione, comunque frutto di un montaggio e di una selezione degli interventi, «erano equamente divise tra maggioranza e opposizione» e che la cassetta «era priva di commenti». «Il nostro intento - ha aggiunto - era quello di fornire ai cittadini un’informazione sulla più importante delle sedute del consiglio comunale, quella che riduceva la partecipazione del Comune in Asm al 51%». Anche perchè, ha aggiunto l’esponente della Lega, «dopo la rielezione del sindaco Corsini sono state cancellate le dirette tv», con conseguente «limitazione del diritto dei cittadini ad essere informati». Per la Lega la questione non è però chiusa: «farò al più presto un’interrogazione parlamentare», ha promesso Cè. (ANSA)

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