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Associazioni 08 Mag 2015

Bologna, cronisti maltrattati e umiliati da rappresentanti delle istituzioni. Protesta l'Aser: "Pessimo esempio"

L’Associazione Stampa dell’Emilia-Romagna (Aser) esprime preoccupazione per il ripetersi di episodi che vedono giornalisti maltrattati o umiliati pubblicamente da chi rappresenta le Istituzioni. L'ultimo caso poche ore fa a Piacenza.

L’Associazione Stampa dell’Emilia-Romagna (Aser) esprime preoccupazione per il ripetersi di episodi che vedono giornalisti maltrattati o umiliati pubblicamente da chi rappresenta le Istituzioni. L'ultimo caso poche ore fa a Piacenza.

"Dopo l’episodio, ripreso da una telecamera e girato sui social network, in cui si vede un Presidente di Regione irritato e fuori controllo rispondere sgarbatamente a una collega di Repubblica Bologna per essersi permessa di fare una domanda non gradita sulle proteste che avevano accompagnato il comizio di chiusura del premier Renzi alla Festa dell’Unità, a Piacenza si è registrata un’altra grave scorrettezza nei confronti di una giornalista".
Così l'Associazione della stampa dell'Emilia Romagna su un nuovo caso di cronisti maltrattati dal potente di turno. "Secondo quanto denuncia la direttrice di Tele Libertà - recita una nota dell'Assostampa - una collega della sua testata è stata cacciata dall’assessora comunale alle Politiche giovanili dalla sala in cui la stessa stava per tenere una conferenza stampa".
"Il tutto - commenta l'Aser - in malo modo e di fronte alle altre persone presenti. Per il sindacato è inaccettabile che politici e amministratori si arroghino il diritto di scegliere a proprio piacimento da chi farsi intervistare o quali domande siano ritenute degne di una risposta o di una, cortese, non risposta".
"È intollerabile - prosegue il comunicato - che vengano fatte liste di proscrizione di cronisti non graditi da parte di chi ha il dovere di rendere conto ai cittadini delle proprie azioni e che si tenti di limitare il dovere dei giornalisti di informare, nel rispetto dell’onestà professionale ma senza essere asserviti".
"Crediamo - chiosa il sindacato regionale - che il pluralismo dell’informazione sia ancora una grande ricchezza. Chi ricopre incarichi pubblici non può pretendere di scegliere da chi essere intervistato e quali domande possano o non possano essergli fatte. Dispiace che proprio chi dovrebbe rappresentare un esempio civico si lasci andare a comportamenti del tutto inappropriati".

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