L’Associazione Stampa dell’Emilia-Romagna (Aser) esprime preoccupazione per il ripetersi di episodi che vedono giornalisti maltrattati o umiliati pubblicamente da chi rappresenta le Istituzioni. L'ultimo caso poche ore fa a Piacenza.
"Dopo l’episodio, ripreso da una telecamera e girato
sui social network, in cui si vede un Presidente di Regione irritato e fuori controllo rispondere sgarbatamente a una collega di Repubblica
Bologna per essersi permessa di fare una domanda non gradita sulle proteste che
avevano accompagnato il comizio di chiusura del premier Renzi alla Festa
dell’Unità, a Piacenza si è registrata un’altra grave scorrettezza nei
confronti di una giornalista".
Così l'Associazione della stampa dell'Emilia Romagna su un nuovo caso di
cronisti maltrattati dal potente di turno. "Secondo quanto denuncia la
direttrice di Tele Libertà - recita una nota dell'Assostampa - una collega
della sua testata è stata cacciata dall’assessora comunale alle Politiche
giovanili dalla sala in cui la stessa stava per tenere una conferenza
stampa".
"Il tutto - commenta l'Aser - in malo modo e di fronte alle altre persone
presenti. Per il sindacato è inaccettabile che politici e amministratori si
arroghino il diritto di scegliere a proprio piacimento da chi farsi
intervistare o quali domande siano ritenute degne di una risposta o di una,
cortese, non risposta".
"È intollerabile - prosegue il comunicato - che vengano fatte liste di
proscrizione di cronisti non graditi da parte di chi ha il dovere di rendere conto
ai cittadini delle proprie azioni e che si tenti di limitare il dovere dei
giornalisti di informare, nel rispetto dell’onestà professionale ma senza
essere asserviti".
"Crediamo - chiosa il sindacato regionale - che il pluralismo
dell’informazione sia ancora una grande ricchezza. Chi ricopre incarichi
pubblici non può pretendere di scegliere da chi essere intervistato e quali
domande possano o non possano essergli fatte. Dispiace che proprio chi dovrebbe
rappresentare un esempio civico si lasci andare a comportamenti del tutto
inappropriati".