È fissato per lunedì 13 marzo 2023 alle ore 14 l’appuntamento dedicato alla memoria di Graziella Fava, rimasta vittima a 49 anni di un attentato nella sede del sindacato dei giornalisti dell’Emilia-Romagna il 13 marzo 1979.
Ad annunciare la commemorazione, che si svolgerà al giardino che porta il nome della sfortunata donna, sono il presidente dell’Aser Matteo Naccari e il presidente dell’Ordine dei giornalisti dell’Emilia-Romagna Silvestro Ramunno in una nota che ripercorre la vicenda: «Quarantaquattro anni senza giustizia, verità o colpevoli. Quarantaquattro anni di domande senza risposte da quel 13 marzo 1979 quando la sede dell’Aser, all'epoca Asem, Associazione Stampa Emilia-Romagna e Marche, in via San Giorgio, fu presa di mira da un commando di tre persone che portò a termine un vero e proprio attentato terroristico. Due uomini e una donna decisero di colpire uno dei cuori pulsanti della tutela della libertà d'espressione bolognese: nel tardo pomeriggio entrarono nel sindacato, e dopo aver bloccato e derubato un dipendente e la vedova di un giornalista che stava chiedendo informazioni, oltre a sottrarre documenti da alcuni cassetti, lanciarono una bomba al fosforo appiccando il fuoco, che distrusse tutto. I Vigili del fuoco riuscirono a trarre in salvo le due persone, che erano state rinchiuse in uno stanzino, ma il fumo aveva ormai invaso i piani superiori dello stabile: Graziella Fava, che accudiva una 82enne, fece di tutto per salvarla e ci riuscì, l’anziana rimase gravemente intossicata ma sopravvisse. Graziella Fava venne invece trovata solo ore dopo senza vita sul pianerottolo. Poco più tardi, una telefonata anonima al quotidiano Il Resto del Carlino rivendicava l'azione da parte dei Gatti Selvaggi: organizzazione armata di estrema sinistra attiva nell'area di Bologna nella seconda metà degli anni Settanta».
Il comunicato congiunto si conclude con un auspicio: «Aser e Ordine dei Giornalisti Emilia-Romagna auspicano che in tanti possano condividere questo momento di ricordo e riflessione: tutti devono sapere quanto accaduto. E nessuno deve dimenticare. La memoria storica mantiene vivo il ricordo del passato e deve aiutare a sedimentare nelle nuove generazioni valori importanti di equità e giustizia».